2024-06-12
L’Europa fa incetta di vaccini per l’aviaria
Bis dei contratti stile Pfizer della Commissione, che chiede a una ditta australiana 40 milioni di dosi in quattro anni contro l’H5N1. Orazio Schillaci si sfila: Roma agirà in autonomia, solo per emergenza. Gianni Rezza (che «prenotò» le fiale) protesta: «Scelta poco lungimirante».In Europa, Ursula von der Leyen ha già fatto un primo bis. Ricordate il joint procurement, gli acquisti congiunti dei vaccini anti Covid? Ricordate l’emissaria della Commissione, l’italiana Sandra Gallina, incaricata di negoziare con Big pharma in nome e per conto di Bruxelles? Ricordate i messaggini misteriosi della presidente tedesca dell’Ue con l’ad di Pfizer? I contratti secretati? Le condizioni capestro? Ebbene, la storia si sta ripetendo - sms riservati a parte. Temendo l’arrivo di una nuova pandemia di aviaria, l’Unione europea ieri ha siglato un accordo per 665.000 fiale di vaccini, più l’opzione per arrivare alla fornitura di 40 milioni di dosi nell’arco di quattro anni. I farmaci verranno consegnati a 15 Stati membri, a partire dalla Finlandia. I destinatari della profilassi saranno, come aveva anticipato Reuters qualche settimana fa, i lavoratori più esposti al contatto con animali potenzialmente infetti: allevatori, veterinari, tecnici di laboratorio. La compagnia che ha il compito di preparare gli immunizzanti, contattata anche da Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, è l’australiana Csl Seqirus. All’impresa non parteciperà l’Italia: alla Verità risulta che Roma, attraverso l’ex direttore della Prevenzione al ministero, Gianni Rezza, avesse esercitato una sorta di «prelazione» su quei prodotti in sede europea. Il dicastero di Orazio Schillaci, però, ha deciso che stavolta interloquirà con le compagnie farmaceutiche per conto proprio. E solo in caso di vera emergenza. Rezza, citato dall’Ansa, ha protestato, parlando di scelta «poco lungimirante», poiché, «anche se non c’è una situazione di allarme, c’è tuttavia una condizione di allerta». Ma è così che dovrebbero sapersi muovere i grandi Paesi, senza bisogno di deleghe in bianco a Bruxelles. Al ministero si saranno ricordati di quelle clausole che costringevano le nazioni a comprare vaccini a mRna fino al 2026, codicilli dai quali fu maledettamente difficile svincolarsi e contro i quali si scagliò Schillaci, poco dopo essersi insediato al dicastero di lungotevere Ripa. Una decina di giorni fa, il nuovo responsabile della Prevenzione, Francesco Vaia, al termine di una riunione con un apposito Gruppo di esperti, ci ha tenuto a rassicurare sull’influenza H5N1: «Non c’è allarme aviaria in Italia. L’attenzione del ministero della Salute e della comunità tecnico-scientifica resta alta per monitorare la diffusione a livello internazionale, aggiornare le valutazioni del rischio a livello nazionale e valutare azioni di preparazione sul territorio nazionale».Così, abbiamo scoperto che è possibile agire in autonomia, definendo le proprie priorità in materia di salute pubblica, anziché consegnarsi alla Commissione, come fece Roberto Speranza durante la pandemia. Una mossa che è tornata utile solo a lui, sia per farsi bello davanti ai cittadini, sia per schermirsi davanti ai magistrati. Il 13 giugno 2020, sui social, l’allora esponente di Articolo 1 si vantò di aver «sottoscritto un contratto con Astrazeneca»; invece, al Tribunale dei ministri, ha giurato di non aver «mai firmato contratti con aziende farmaceutiche», perché le trattative «sono state delegate alla Commissione europea». La quale le ha condotte nel modo che conosciamo - e che avremmo potuto conoscere meglio, se non fossero scomparse le conversazioni Whatsapp tra la Von der Leyen e Albert Bourla. «Quando si tratta di influenza aviaria», ha detto a Reuters il commissario Ue per la Salute, Stella Kyriakides, «monitoriamo attivamente e continuamente la situazione. E domani [ieri per chi legge, ndr], con i nostri Stati membri, assicureremo l’accesso a oltre 40 milioni di dosi di vaccino per l’influenza aviaria per proteggere i più esposti. Le consegne ai Paesi che hanno necessità immediate sono già in corso». L’operazione è stata diretta dall’Hera (Health emergency preparedness and response), l’autorità creata nel 2021 per preparare il Vecchio continente a una nuova pandemia.Quella di un altro Covid sta assumendo i tratti di una profezia che si autoavvera. Per accorgersene, è sufficiente guardare la figuraccia dell’Oms sul presunto primo morto di aviaria in Messico: al drammatico annuncio è seguita la smentita delle autorità locali, che hanno precisato che la vittima era semplicemente positiva al virus e soffriva di altre patologie. Pure in questo caso, è sembrato di assistere a un bis: quello dei malati terminali infettati dal Sars-Cov-2 e conteggiati sempre e comunque come deceduti a causa del Covid. Certo, qua e là, nel mondo, si verificano episodi di contagio: il più recente è quello di una bambina di 11 anni in Australia, ricoverata ma in buone condizioni. Al mese di maggio, nell’intero orbe terracqueo - 7 miliardi di abitanti - si sono registrati 891 casi e 463 morti. E non vi è nemmeno «evidenza della trasmissione interumana del virus»: parola di Rezza. La prossima pandemia forse può attendere.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.