2025-11-21
Europa all’assalto delle pensioni
La Commissione vuol modificare le norme sulla previdenza integrativa per incentivare l’adesione ai prodotti Ue. L’obiettivo è mobilitare i risparmi per green deal e riarmo.Era solo questione di tempo. La Commissione europea ha sferrato l’atteso attacco al risparmio privato, presentato ieri come pacchetto di misure per «migliorare l’accesso a pensioni supplementari migliori e più efficaci». Questa iniziativa è la realizzazione della perniciosa Unione del Risparmio e degli Investimenti (Siu), il cui obiettivo è mobilitare i capitali privati per finanziare le priorità strategiche dell’Unione europea.Il pacchetto di norme certifica che non c’è l’intenzione di sostenere in qualche modo i sistemi pensionistici pubblici, anzi la Commissione dice esplicitamente che i sistemi pensionistici pubblici «in molti casi non saranno sufficienti per mantenere un adeguato tenore di vita». Si mira dunque ad aprire i cancelli del risparmio pensionistico a fondi privati, che non aspettano altro. Il commissario per i Servizi Finanziari e la Siu, la portoghese Maria Luís Albuquerque, ha sintetizzato l’approccio della Commissione: «Tutti dovrebbero essere in grado di mantenere un buon tenore di vita al momento della pensione. Questo è il motivo per cui abbiamo adottato un approccio globale per rafforzare le pensioni supplementari: per complementare, non sostituire, le pensioni pubbliche».Per attuare l’assalto, Bruxelles intende rafforzare due pilastri della previdenza privata. Il primo è lo Iorp (Istituzioni per la Previdenza Professionale Integrativa). La proposta di modifica della Direttiva Iorp II mira a «rafforzare e ammodernare il quadro» per sostenere l’efficienza e la scala. Ciò comporta la rimozione delle barriere al consolidamento guidato dal mercato. Il vero obiettivo è superare la frammentazione e imporre fusioni, creando fondi giganti pan-europei in grado di assumere maggiori rischi d’investimento.Il secondo punto della riforma riguarda il Pepp (Prodotto Pensionistico Personale Pan-Europeo). Si tratta di un prodotto pensionistico personale volontario e standardizzato. La revisione del Regolamento Pepp mira a renderlo più «attraente, accessibile e conveniente». Per far decollare il prodotto, vengono rimosse le caratteristiche che ne hanno limitato l’adozione, come il tetto dell’1% sulle commissioni (che dunque potranno salire) e l’obbligo di offrire sub-conti nazionali in almeno due Stati. Viene introdotto un «Basic Pepp» semplice, vendibile senza consulenza (online), che investe in asset non complessi, ma sono promossi anche «Pepp su misura» che possono includere garanzie e asset più complessi. Inoltre, il Pepp sarà aperto all’uso in ambito lavorativo con meccanismo di iscrizione automatica. Qui i campanelli d’allarme dovrebbero suonare all’impazzata.Questa manovra rappresenta un doppio rischio per il risparmio nazionale. La spinta al «consolidamento guidato dal mercato» e la rimozione degli ostacoli all’attività transfrontaliera mirano a superare l’abitudine di investire nel proprio Paese. Togliendo i vincoli che mantengono i fondi piccoli e nazionali, i capitali italiani saranno destinati a confluire in grandi fondi gestiti all’estero, investendo in azioni e asset di aziende straniere, impoverendo di fatto l’Italia a beneficio dei giganti finanziari nordeuropei. Inoltre, la Commissione sta riscrivendo il Principio della Persona Prudente (Ppp) per consentire ai fondi pensione di investire in azioni (private e quotate) e asset alternativi. L’obiettivo dichiarato è mobilitare i risparmi per le priorità strategiche dell’Ue, in particolare la transizione verde e digitale e i settori della sicurezza e difesa. Il rischio è che i fondi pensione privati, alla ricerca di profitti per attrarre capitali (incentivata dalla rimozione del tetto ai costi per il Pepp), siano inclini ad assumere un rischio eccessivo finanziando asset «green» o illiquidi. Se i mercati verdi si sgonfiassero o la volatilità aumentasse, il capitale dei risparmiatori verrebbe distrutto. C’è il pericolo concreto che questa caccia al profitto gonfi bolle speculative che, una volta scoppiate, lasceranno solo macerie.