2022-12-09
L’Europa ora apre un nuovo fronte: allargare la fatturazione elettronica
Paolo Gentiloni (Imagoeconomica)
Paolo Gentiloni: «Sulla manovra ci esprimeremo la settimana prossima, la lotta all’evasione è la priorità». In arrivo le Raccomandazioni Paese e il pacchetto Befit per stabilire regole fiscali uguali fra tutti gli Stati per le imprese.«Stiamo lavorando sulla legge di bilancio italiana, adotteremo un’opinione la settimana prossima. I principi sono abbastanza evidenti, basta leggere gli obiettivi del Pnrr o le raccomandazioni annuali che facciamo ai diversi Paesi per sapere che per noi sia la fatturazione elettronica che la lotta all’evasione sono grandi priorità», ha detto ieri il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. Sottolineando che proprio ieri la Commissione Ue ha pubblicato un rapporto sul cosiddetto «Vat gap» (ovvero la differenza stimata tra gli incassi previsti dall’Iva e quelli effettivamente realizzati), secondo cui «gli Stati membri nel 2020 hanno perso 93 miliardi di euro di entrate, un quarto dei quali può essere prudentemente attribuito alla frode». La natura del commercio di criptoasset, secondo Gentiloni, «rende inoltre quel mercato particolarmente suscettibile all’evasione e all’elusione fiscale». Anche se molto alto, viene precisato, il Vat gap è sceso di circa 31 miliardi rispetto al 2019. In termini assoluti, il divario maggiore si è registrato in Italia, con 26,2 miliardi, seguita dalla Francia, con 14 miliardi, e dalla Germania (11 miliardi). Per quanto riguarda le percentuali, la Romania ha registrato il gap maggiore con il 35,7% del gettito Iva mancante, seguita da Malta (24,1%) e dall’Italia (20,8%). A livello Ue, il divario è sceso di due punti percentuali rispetto al 2019 e la flessione è stata registrata in 20 Stati (i cali più forti hanno riguardato l’Ungheria, la Spagna e i Paesi Bassi). Gentiloni non si è espresso direttamente sulla questione del limite di 60 euro (che potrebbe scendere a 40) per i pagamenti Pos e sul tetto al contante (5.000 euro in Italia rispetto ai 10.000 su cui ha trovato ieri l’accordo il Consiglio europeo). Ma snocciolando questi numeri ha rilanciato l’azione di Bruxelles per ridurre le frodi e la piaga dell’evasione fiscale. Con un tempismo perfetto, considerando le polemiche sui due provvedimenti annunciati dal governo Meloni in manovra e contestati dall’opposizione e anche da Bankitalia perché sarebbero in contrasto con la lotta agli evasori fiscali. Per altro, i 93 miliardi persi nel 2020 erano una cifra già evidenziata lo scorso 28 novembre dallo stesso Gentiloni parlando a un simposio sulla tassazione. In quell’occasione il commissario, nonché ex premier, aveva anche annunciato per questo mese la proposta Ue sull’introduzione di sistemi fatturazione elettronica che nei piani di Bruxelles «consentirà agli Stati membri di recuperare 11 miliardi in più all’anno nei prossimi dieci anni in entrate Iva attualmente non riscosse», aveva detto Gentiloni. Che ieri ha illustrato il pacchetto di misure per recuperare circa 18 miliardi all’anno sull’imposta sui consumi: il passaggio a una rendicontazione digitale in tempo reale basata sulla fatturazione elettronica per le imprese che operano a livello transfrontaliero nell’Ue; norme Iva aggiornate per le piattaforme online di trasporto passeggeri e di alloggio di breve durata; l’introduzione di una registrazione Iva unica in tutta la Ue. L’anno prossimo, la Commissione europea proporrà un insieme unico di norme fiscali per fare affari in Europa (lo scorso 17 ottobre è stata già lanciata una consultazione pubblica sul tema che sarà aperta fino al 5 gennaio). L’intenzione è di chiamarlo Befit, acronimo di Business in Europe, e sostituirà i sistemi nazionali di tassazione delle società. «Befit», aveva spiegato il commissario Ue a fine novembre, «avrà le caratteristiche fondamentali di una base imponibile comune semplificata e della ripartizione degli utili imponibili tra gli Stati membri». La sensazione è, dunque, che i veri binari su cui la Ue chiederà di viaggiare saranno fissati all’inizio del nuovo anno con le cosiddette Country specific recommendations e che il modo per stringere ancora più la presa sull’Iva sia quello di estendere l’utilizzo della fattura elettronica anche a nuovi settori allargando la platea di chi è obbligato a farvi ricorso.Nel frattempo, è arrivata una valanga di emendamenti alla legge di bilancio messa a punto dal governo e in particolare dal Mef guidato da Giancarlo Giorgetti. La scrematura delle 3.104 modifiche proposte complessivamente da maggioranza e opposizione è iniziata, entro domenica i partiti dovranno trovare la quadra, ma Giorgia Meloni ha ricordato che l’impianto - frutto di «scelte politiche precise» - resta quello annunciato e sarà possibile apportare «ritocchi minimi». Tra questi ci potrebbe essere anche l’introduzione di un contributo di solidarietà delle banche sui pagamenti digitali per far sì che non ricada solo sui commercianti il peso delle commissioni sui pagamenti elettronici. Per sciogliere gli ultimi nodi sul testo, portare la manovra in Aula il 20 dicembre e chiuderla nei tempi previsti (entro il 31) evitando il ricorso all’esercizio provvisorio, il premier ha deciso di istituire una cabina di regia. Ieri sera, intervenendo a un convegno, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha comunque sottolineato che i provvedimenti assunti finora, a cominciare dalla legge di bilancio, «segnano la direzione di marcia di questo esecutivo. Questa manovra non corrisponde, infatti, alla completa attuazione del programma di governo ma è l’avvio della sua applicazione in una prospettiva di legislatura», ha aggiunto.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)