2023-06-10
«Eurobond per la transizione green»
Il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi (Imagoeconomica)
Antonio Gozzi, presidente Federacciai: «Con i titoli comuni si sosterrebbero settori energivori come il nostro o la ceramica. Oggi Germania e Francia decidono interventi da soli».Su chi ricadono i costi della transizione ecologica? Come impattano i target verdi imposti da Bruxelles sulle imprese che spesso rispondono a narrazioni ideologiche ma assai poco pragmatiche? Per rispondere a queste domande, l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Liguria, Andrea Benveduti, ha riunito ieri a Genova una pattuglia di esperti, tecnici, rappresentanti delle istituzioni e imprenditori. «Serve un fondo europeo, finanziato con eurobond, per sostenere la transizione energetica di settori energivori come acciaio, ceramica e vetro, perché non è possibile che ci siano asimmetrie competitive importanti, tedeschi e francesi, al di fuori di una politica comune europea per l’energia, stanno decidendo interventi sui propri settori industriali», ha attaccato il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi sottolineando le asimmetrie competitive tra l’industria italiana e quella tedesca e francese. «Bisogna che il governo chieda di non disintegrare il mercato unico europeo, che è una delle grandi conquiste, attraverso politiche lasciate agli Stati per una incapacità europea di fare una politica energetica comune», ha aggiunto Gozzi che ha partecipato alla tavola rotonda dedicata all’esperienza delle aziende insieme all’ad del gruppo Iren, Gianni Vittorio Armani, a quello del gruppo Re-Life, Marco Benfante, al direttore relazioni istituzionali e regolamentari di Erg, Luca Bragoli, e all’ad di Ansaldo Energia, Fabrizio Fabbri. Il punto sulla reazione dei mercati finanziari è stato invece fatto da Orazio Privitera, ceo di Key to Energy e da Gianclaudio Torlizzi, consigliere del ministro della Difesa nonché fondatore di T-Commodity che nel suo intervento ha sottolineato come, e perché, l’adozione zelante di politiche ambientaliste stia mettendo in crisi l’industria manifatturiera rimasta quasi a corto di materie prime per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione chiesti dalla Ue. Uno scenario dal punto di vista delle nuove tecnologie su idrogeno, e-fuel, biocarburanti ed eolico è stato tracciato dai ricercatori dell’università di Genova. Mentre Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, ha analizzato gli equilibri geopolitici attuali e futuri. Il dibattito si è acceso poi sul ruolo delle amministrazioni pubbliche nella gestione della transizione green. E su come risponde Strasburgo, ascoltando la testimonianza di Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo. Il presidente del Gse, Paolo Arrigoni, ha commentato il lavoro del garante dell’allocazione di circa 7,5 miliardi di finanziamenti in conto capitale per accelerare la transizione ecologica. Ma ha anche affrontato l’impatto delle ultime strette europee: «Rischiamo di avere l’effetto Cuba sulla mobilità locale e un effetto analogo anche sulle caldaie a gas, perché questo regolamento non impone di cambiare le caldaie, quindi chi le ha vetuste le terrà ancora per diversi anni». Lorenzo Parola, fondatore e managing partner dello studio Parola Angelini ha spiegato come stanno cambiando i grandi contratti energetici per fare i conti con l’incertezza e come le aziende stiano guardando a forniture più di lungo periodo. Mentre negli ultimi mesi, come ha sottolineato l’esperto fiscalista Pietro Bracco, è stato evidente il disordine tributario in materia energetica, a cominciare dalla tassazione sugli extraprofitti, che ha reso difficile alle imprese realizzare investimenti già programmati. «Lo Stato deve accompagnare prima le aziende con le agevolazioni e poi, da un certo punto in poi, chi inquina paga. Così le imprese non faranno greenwashing perché dovranno adeguarsi e lo Stato non rischierà di schiacciare le imprese con una tassazione troppo alta. Questo bilanciamento è fondamentale».
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.