Lo scorso 9 ottobre gli estremisti islamici hanno dato una nuova dimostrazione di forza in Grecia e anche stavolta hanno scelto la capitale Atene, con una processione religiosa dei migranti pakistani per il compleanno di Maometto, tra le bandiere dell'organizzazione islamista estrema Dawat-e-islami.
Lo scorso 9 ottobre gli estremisti islamici hanno dato una nuova dimostrazione di forza in Grecia e anche stavolta hanno scelto la capitale Atene, con una processione religiosa dei migranti pakistani per il compleanno di Maometto, tra le bandiere dell'organizzazione islamista estrema Dawat-e-islami.Durante tutta la giornata centinaia di estremisti e migranti pakistani si sono radunati per il compleanno di Maometto (Eid Milad un Nabi). Da qui è partito un lungo corteo da piazza Kotzia per arrivare in piazza Koumoundourou. Nelle loro mani i manifestanti tenevano le bandiere dell'organizzazione estremista pachistana Dawat-e-Islami mentre gridavano: «Labaik Allahuma Labaik, la sharika» che significa: «Sono al tuo servizio, o Allah. Tutte le lodi, grazie e benedizioni. Tutto dominio a Te». Dawat-e-Islami è un'organizzazione islamica sunnita con sede in Pakistan che gestisce diverse istituzioni educative islamiche e corsi online in Pakistan e in molti altri paesi. Dawat-e-Islami, che significa Invito all'Islam, è stato fondato nel 1981 da Maulana Abu Bilal Muhammad Ilyas Attari. Il gruppo estremista si è espanso in diverse nazioni del mondo dalla sua base in India. Partito come un gruppo revivalista influenzato dalle credenze sufi, da allora si è trasformato in un gruppo islamista estremista con evidenti legami con i circoli salafiti violenti. Come detto non è la prima volta che Atene vive giornate di questo tipo con interi quartieri messi a ferro e fuoco da migranti musulmani. In Grecia arrivano soprattutto afgani, siriani e iracheni che finiscono poi nei campi profughi dove le condizioni di vita sono a dir poco spaventose. La autorità di Atene sono anche confrontate con una complessa organizzazione criminale formata dai Moutawins, dalla parola Mutawwiʿîn (plurale di mutawwiʿ(Comitato per l'imposizione della virtù e l'interdizione del vizio ) che originariamente era un sinonimo per indicare i poliziotti religiosi dell'Arabia Saudita è nota in Occidente anche come la shari’a police che ha il compito di controllare che la legge islamica sia osservata dagli immigrati e causando il terrore tra migliaia di rifugiati e immigrati pacifici che vivono ad Atene. La Grecia non è che l’ultimo Paese europeo dove sono attive queste queste pattuglie già presenti a Berlino (composte in prevalenza da immigrati ceceni), nelle centinaia di banlieu francesi e in molte città inglesi come Londra, Birningham, Leicester, Luton, Manchester solo per citarne alcune, in Olanda e in Svezia dove a Malmö e Stoccolma i Moutawins si assicurano che sui trasporti pubblici le donne si siedano sempre in fondo.Le pattuglie della polizia islamica ad Atene operano a Omonia, piazza Vathi, Metaxourgio e Kypseli, e aumentano sempre durante il periodo del Ramadan. La ‹‹polizia islamica›› pattuglia le principali zone di ritrovo dei migranti ed è alla caccia di chi non rispetta le festività islamiche, per chi non si abbiglia secondo le rigide regole islamiche (donne e uomini) e per chi non si uniforma ai loro rigidi dettami ci sono botte da orbi e non soltanto intimidazioni. Lo stesso accade con gli immigrati che gestiscono delle attività commerciali che vengono anche intimiditi e taglieggiati così come è emerso da alcune denunce presentate alla polizia. Inoltre le ronde islamiche che hanno reso queste zone off-limits si occupano di trovare l’alloggio per i lavoratori che poi sfruttano, accatastandoli in appartamenti con altri 20 o 30 stranieri. Sebbene le organizzazioni che si occupano degli immigrati non confermino gli incidenti temendo ritorsioni, anche le autorità greche, seppur a denti stretti, ammettono il fenomeno: «Ci sono stati molti eventi criminali e anche delle rapine ma hanno chiare caratteristiche religiose e sono sicuramente i cosiddetti Moutawin». Le pattuglie della shari’a police sono principalmente composte da afgani, pakistani e cittadini del Bangladesh che si sono resi protagonisti negli anni (almeno dal 2017) di pestaggi anche in pieno giorno come recentemente accaduto a due donne musulmane che sono state picchiate mentre passavano davanti a una moschea durante i giorni del Ramadan perché non portavano il velo, oppure alla ragazze picchiate e insultate nei negozi nel centro di Atene per lo stesso motivo.La polizia greca che ha pochissimi strumenti pattuglia spesso il centro di Atene, ma non è in grado di controllare tutte le attività illegali. Nonostante gli arresti e le estradizioni di individui, l'illegalità regna sovrana e il traffico di droga, il gioco d'azzardo illegale, lo sfruttamento della prostituzione sono la quotidianità gestita da nigeriani, somali, marocchini, afgani e algerini in lotta tra loro per il controllo di piazze come Victoria, Agios Panteleimon, Pedion tou Areos, Koliatsou e Kypseli.Le autorità di Atene sono alle prese anche con la presenza di centinaia di foreign fighters dell’Isis che hanno trovato riparo in Grecia dopo aver combattuto nei campi di battaglia di Siria e Iraq. Savvas Kalenteridis, un ex agente dei servizi segreti greci diventato analista geostrategico e autore, ha stimato nel novembre 2020 la presenza di almeno 600 i combattenti dell'Isis in Grecia e diverse decine a Cipro. L’enorme afflusso di migranti è anche un lucroso business nel quale si sono gettati a capofitto la malavita locale e molti cittadini stranieri che sono al centro di numerose inchieste.
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