2022-08-04
Entro domani il voto sull’Aiuti bis: verso l’addio al taglio dell’Iva sul cibo
Maurizio Landini e Enrico Letta (Ansa)
Nel testo della bozza nessun riferimento alla misura chiesta dalla Lega. Fra le novità, il divieto di modificare unilateralmente i contratti sul gas. Conversione in Aula a settembre, prima delle elezioni.La storia del decreto legge cosiddetto Aiuti bis - in gestazione ormai da almeno due settimane - somiglia sempre più a quella della tela che Penelope tesseva di giorno e disfaceva di notte. Il Consiglio dei ministri viene ora dato per imminente e dovrebbe tenersi nel pomeriggio di oggi o, al più tardi, venerdì mattina.Ma le parole con cui il segretario della Cgil Maurizio Landini ha commentato l’esito dell’incontro di ieri a Palazzo Chigi non lasciano presagire nulla di buono. Secondo Landini il decreto in preparazione «sul piano quantitativo è del tutto insufficiente perché su 14,3 miliardi di manovra, solo un miliardo è per i lavoratori e 1,5 miliardi per le pensioni. Questo significa che per ogni 1.000 euro, sono 10 euro di riduzione fiscale al mese. Per le pensioni significa che ogni 500 euro sono 10 euro lordi al mese. Stiamo parlando di cifre assolutamente insufficienti ad affrontare il problema». Le perplessità di Landini pongono una pesante ipoteca sul prosieguo dell’iter perché ha poi aggiunto che «siccome abbiamo fatto questi rilievi, ci hanno detto che devono discutere e valutare: se ci sono altre novità ci riconvocherebbero e comunque ci terrebbero informati». Questa eventuale riconvocazione prolungherebbe ancora i tempi di approvazione.Il segretario della Cgil si è anche scagliato contro il grande «bluff» costituito dalle entrate sui cosiddetti extraprofitti delle imprese del settore energetico. Come ci eravamo permessi di ipotizzare scrivendone lo scorso 22 marzo, quel «contributo straordinario solidaristico» del 25% calcolato su uno strano coacervo abbastanza distante dalla definizione di utile di bilancio presentava molte crepe e, come inevitabile conseguenza, non ha a oggi prodotto tutte le entrate inizialmente stimate. Il modesto incasso derivante dall’acconto dovuto al 30 giugno ha costretto i tecnici del Mef a tagliare prudentemente le entrate previste per circa 9 miliardi su 11, e quindi lo spazio che si è aperto in termini di maggiore indebitamento netto è pari a solo 14,3 miliardi, contro i 23 miliardi teoricamente disponibili se quelle entrate avessero confermato le previsioni. Ciò non esclude che, con il saldo di dicembre, possa essere recuperato il gettito mancante, ma per ora i soldi a disposizione sono questi e sono una coperta troppo corta.Landini non ha esitato a cavalcare questa incresciosa vicenda, dichiarando che «addirittura qui ci hanno detto che ci sono delle imprese che devono pagare l’extraprofitto, che hanno fatto dei ricorsi perché considerano incostituzionale questa norma […] credo che non intervenire ulteriormente sugli extraprofitti sia uno schiaffo in faccia a chi ha pagato le bollette e paga le tasse».Le istanze rappresentate da Landini non sono ovviamente le uniche che cercano ascolto nel decreto. L’ultima bozza circolata nel tardo pomeriggio riprende esattamente tutti gli aiuti già presenti nel decreto Aiuti e precedenti. Ci riferiamo a: bonus sociale sulle bollette di energia e gas, azzeramento degli oneri di sistema per il settore elettrico, riduzione Iva e oneri generali per il gas, riduzione delle accise sui carburanti fino al 20 settembre. Spicca l’ipotesi, la cui concreta praticabilità è tutta da verificare, con cui si sospende la modifica unilaterale dei prezzi, ma non si impedisce il recesso, da parte delle imprese fornitrici di energia. Verrebbe confermato anche per il terzo trimestre il credito d’imposta del 25% a favore di imprese energivore e gasivore e non energivore (15%) e non gasivore (25%). Una misura essenziale, ancor più alla luce dell’indice anticipatore composito Pmi uscito ieri che mostra come l’Italia sia stata a luglio il fanalino di coda dell’Eurozona sia nel settore manifatturiero che nel terziario. Per le imprese, che ieri hanno visto il prezzo dell’energia attestarsi a 538 euro al megawattora e quello del gas a 207 euro al megawattora, quegli aiuti costituiscono una variabile decisiva per stabilire se continuare a produrre e pesano, da soli, sulla manovra per 3,3 miliardi. Un segnale di attenzione dovrebbe arrivare anche a beneficio delle imprese agricole colpite dalla siccità. I lavoratori dipendenti dovrebbero beneficiare di un ulteriore punto percentuale di esonero sui contributi previdenziali a loro carico per il secondo semestre 2022, che si somma allo 0,8% già operativo. Nessun accenno all’azzeramento dell’Iva sugli alimenti.Su tutto ora grava l’intreccio con il calendario delle elezioni. Sembra tramontata l’ipotesi di ritardare l’uscita del dl in Gazzetta ufficiale di qualche settimana per evitare problemi di conversione dopo le elezioni per l’insediamento delle nuove Camere: la conferenza dei capogruppo a Montecitorio ha stabilito che il decreto arriverà in Aula il 13 settembre. La discussione partirà dal Senato. Percorso che lascia famiglie e imprese relativamente più tranquille.