2022-07-12
Ennesimo tavolo governo-sindacati. Solo un taglietto al costo del lavoro
Andrea Orlando (Imagoeconomica)
Oggi l’incontro con le rappresentanze. Non ci sono i 30-40 miliardi per una riduzione efficace del cuneo fiscale. Finirà in un nulla di fatto, come accade da mesi alla trattativa sulla legge Fornero o a quella sulla sicurezza.Oggi si insedia un tavolo governo-sindacati per parlare dei salari. Alla buonora. Praticamente abbandonata l’idea del salario minimo si concentreranno - sembra - sulla diminuzione del cuneo fiscale, ma hanno già messo le mani avanti: non sarà facile trovare i soldi per una riduzione efficace di quel cuneo. E allora - ci chiediamo - cosa si trovano a fare? Non hanno altro da fare? Si trovano a Palazzo Chigi perché c’è l’aria condizionata accesa nonostante gli appelli di Mario Draghi ai cittadini «o la pace o l’aria condizionata»? Si trovano perché è tanto che non si vedono e nutrono un sentimento di nostalgia reciproca? Mah, staremo a vedere. Il problema è che si chiama cuneo e che non è la città piemontese ma è un attrezzo triangolare, generalmente di materiale duro, sul quale viene esercitata una forte pressione in modo da introdurlo nel corpo da spaccare. Speriamo non usino, ancora una volta, il cuneo in senso letterale. Non mi dilungo oltre perché credo che le gentili lettrici e i gentili lettori abbiano già compreso. Poi siamo preoccupati ogni volta che sentiamo il governo che apre un tavolo. A parte che non capiamo perché debbano dire «aprire un tavolo» perché, salvo l’ipotesi nel quale si tratti di un tavolo da picnic, il tavolo è già aperto, semmai il problema è chi ci si siede attorno e cosa riescono a decidere di fare e poi a farlo. Gli ultimi, per la verità, non sono andati benissimo come vedremo tra poco. Comunque, a me questa espressione «il governo apre un tavolo» mi fa venire alla mente quel gruppo di persone che si radunò in un comitato per disegnare un cavallo. Alla fine, venne fuori un cammello a due gobbe, a differenza del dromedario che di gobbe ne ha una sola. Pensa il tempo sprecato e il casino mentale che dovevano avere in testa. Speriamo che non finisca così e che, cioè, non ci troviamo un cuneo fiscale a due punte perché se fa già male quello a una punta figuriamoci l’altro. A proposito di tavoli aperti e mai chiusi ricordiamo quello sul superamento della legge Fornero sulle pensioni, che si trascina da mesi senza fare passi né avanti né indietro, quando lo scoglio è il contributivo e la sua estensione a tutti, mentre i sindacati sono fermi a rivendicare una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro a 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Parlano poi di una pensione di garanzia per i giovani, di riconoscere il lavoro di cura familiare e quello femminile se pur casalingo. E tante altre cose. A questo tavolo siedono vari ministri che rappresentano vari partiti e sul punto vanno d’accordo come il cane e il gatto messi in una scatola di cartone e lì sigillati avendo cura di bucare la scatola per non farli soffocare, ma tanto a farsi del male ci pensano da soli. Quel tavolo sulle pensioni mi ricorda tanto questa scatola. Solo per ricordane un altro, lo facciamo a proposito del tavolo governo-sindacati sulla sicurezza dopo la mobilitazione dei tre sindacati dal titolo «Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro». È noto infatti che l’Italia, purtroppo, figura tra i Paesi con il più alto tasso di mortalità sui luoghi di lavoro per mancanza di rispetto delle regole, pure esistenti, e per mancanza cronica e in via di peggioramento dei controlli anche per il numero sempre più esiguo dei controllori. Questo dovrebbe occuparsi del cuneo fiscale. Ora, considerata la situazione economica e l’inflazione galoppante, dobbiamo ricordare che gli 80 euro di Matteo Renzi costarono dieci miliardi, e una riduzione di almeno 200-250 euro al mese, soprattutto nelle fasce basse di reddito, rappresenterebbe il minimo da farsi perché questo, oltre a rispondere a una questione di equità e di giustizia fiscale, potesse avere un effetto sulla ripresa dei consumi con tutto ciò che ne seguirebbe per la ripresa economica in generale. Per fare questo ci vogliono tra i 30 e i 40 miliardi altrimenti trattasi di spiccioli, elemosine e contentini che hanno anche un lato offensivo dopo due anni di Covid che non accenna a scomparire, anzi. Hanno idea di dove trovare questi soldi? Ma soprattutto, hanno idea di fare qualcosa di consistente e non offensivo o di radunare un tavolo che produca misure tipo il bonus energia - tra l’altro difficilissimo da ottenere, per pochi, e di consistenza pari a 50 centesimi al giorno -; per fare questo non occorre un tavolo, basta un trespolo, dove i cacciatori pongono degli uccelli di legno con incastonati degli specchietti per il richiamo delle allodole. Ma l’intelligenza dell’italiano medio è superiore a quella dell’allodola e in particolare ormai riconosce gli specchietti e non ci casca, tanto è vero che oltre il 50% di loro non va più neanche a votare perché lo ritiene inutile. Sbagliano, a nostro avviso, ma certo non è difficile comprenderne il significato. Coi tavoli fino ad ora si è andati da poca parte. Speriamo comunque di essere poderosamente smentiti.
Alberto Gusmeroli (Imagoeconomica)
La Uss Gravely (DDG-107), una nave da guerra lanciamissili della Marina degli Stati Uniti, arrivata al porto di Port of Spain in Trinidad e Tobago (Getty Images)
Beppe Grillo. Nel riquadro, Lorenzo Borré (Ansa-Imagoeconomica)
(Guardia di Finanza)
Nei giorni scorsi, militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Napoli, nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio e di contrasto ai traffici illeciti, hanno sequestrato, a Lettere, 142 kg. di infiorescenze di cannabis già pronte per il confezionamento e la vendita, oltre a 5.750 piante in essicazione e 390 piante in avanzato stato di vegetazione e maturazione, per un peso complessivo di oltre 1.000 kg., nonché denunciato un soggetto incensurato per produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti.
In particolare, i finanzieri della Compagnia Castellammare di Stabia hanno individuato, sui Monti Lattari, un capannone strutturato su due livelli, convertito in laboratorio per la lavorazione di cannabis. Il manufatto era dotato di una rete di fili di ferro al soffitto, essiccatoi e macchinari di separazione. All’interno della serra sono state rinvenute le piante in vegetazione, incastonate tra fili di nylon per sostenerne la crescita e alimentate con un percorso di irrigazione rudimentale.
Dai riscontri delle Fiamme Gialle è emerso che la produzione era destinata al consumo di droghe per uso personale dato che, nel prodotto finito, risultavano già separate le infiorescenze dalla parte legnosa, pronte per il confezionamento in dosi.
Continua a leggereRiduci