2020-02-20
Ennesimo favore del Pd ad Autostrade senza che i grillini se ne siano accorti
Una modifica al codice appalti taglierà 40.000 posti alle utility Unico esente il gruppo Benetton. Grazie a un cavillo dei dem.A fine mese il decreto Milleproroghe dovrà essere licenziato dal Senato. Dentro c'è il tema scottante della revoca delle concessioni autostradali al gruppo Benetton. È l'ultima occasione dei 5 stelle per mantenere le loro promesse. Perché quando potevano intervenire per «mettere in riga» Autostrade spa si sono fatti passare sotto il naso il favore targato Pd. Il 13 giugno 2019 la Camera ha approvato in via definitiva il cosiddetto decreto sblocca cantieri. Una legge fortemente voluta dalla Lega per rimettere in circolo i miliardi bloccati lungo la Penisola. La maggioranza gialloblù era già alquanto sfilacciata (solo due mesi dopo sarebbe saltata per dare vita al Conte bis) e l'iter parlamentare del testo ha subito interruzioni e complicazioni. All'interno viene così infilato l'ultimo pezzo del codice degli appalti, un testo voluto nel 2016 dal governo di Matteo Renzi. A questo filone appartiene anche l'articolo 177. Il quale recita: «I titolari di concessioni di lavori, di servizi pubblici o di forniture [...] sono obbligati ad affidare una quota pari all'80 per cento dei contratti di lavori e forniture relativi alle concessioni mediante procedura a evidenza pubblica». Tradotto in parole povere, la novità prevede che - nonostante si tratti di affidamento diretto - le aziende debbano dare in outsourcing l'80 per cento dei lavori. Una scelta, evidentemente sostenuta dall'Ance, per fare pressioni e migliorare i livelli di attenzione sui lavori di manutenzione. Non tutti la pensano così: le aziende di servizi si sono sempre opposte perché la modifica al codice degli appalti ricade pesantemente sui bilanci e non è detto che ottenga il risultato prefissato. La polemica e le pressioni contrastanti spingono la maggioranza gialloblù a lasciare l'articolo nello sblocca cantieri e a spostarlo in là nel tempo: al 2020, ma con decorrenza dal primo gennaio 2021. Data in cui le decine di multiutility e società concessionarie dovranno esternalizzare gran parte dei sub contratti. A spingere in questa direzione sono stati i 5 stelle, i quali però non si sono accorti che l'articolo aveva un comma approvato il 17 dicembre 2017, in pieno governo Gentiloni. All'epoca la Commissione bilancio presieduta da Francesco Boccia, e impegnata nei lavori della legge finanziaria, recepisce un emendamento della deputata piddina Cristina Bargero, ora transitata armi e bagagli in Italia viva. Dall'elenco di chi deve sottostare al vincolo dell'80 percento viene sfilata proprio Autostrade. La soglia viene abbassata al 60 per cento, un limite che non impatta certo sui bilanci né sull'occupazione. Ma non è una mossa isolata della Bargero, perché dopo l'ok della Commissione si aggiungono molte altre firme del Pd. La nuova formulazione è praticamente appoggiata da quasi tutti i dem. Si va da Lorenzo Guerini a Simonetta Rubinato, fino a Giampaolo Galli e Antonio Misiani, attuale vice ministro dell'Economia. Alla luce di quanto accaduto a Genova l'agosto successivo, le motivazioni della deroga a favore dei Benetton fanno venire un po' i brividi. Nello stenografico si legge che la riformulazione dovrebbe «superare alcune perplessità in ordine al rischio di un decadimento nella realizzazione delle opere». Il crollo del ponte Morandi ci ha dolorosamente insegnato che se i controlli e le attività di manutenzione fossero state tutte appaltate ad esterni forse la storia del cavalcavia sarebbe stata diversa. Ma il punto è un altro. La volontà giustizialista dei grillini non li ha certo aiutati a filtrare i favori del Pd. E allora erano più forti di oggi. Cosa faranno in Aula la prossima settimana?Purtroppo, la svista dello scorso giugno avrà, a partire dal gennaio 2021, altre grosse ripercussioni. Secondo stime della Cgil e dell'associazione che raggruppa le multiutility, Utilitalia, l'articolo 177 nella sua ultima formulazione farà perdere 40.000 posti di lavoro al gruppo delle società dei servizi. Perché saranno costrette a tagliare personale e affidare all'esterno a società, le quali non è detto vadano a compensare in toto i licenziamenti diretti. Un paradosso. I 5 stelle erano andati in Parlamento per aprirlo come una scatola di tonno e invece stanno scoprendo di essere loro i tonni dentro la scatola del Parlamento. Il precedente governo è caduto dopo lo scontro per la Tav, qui il convitato di pietra è Autostrade. Anche se Luigi Di Maio non è più il leader, tutti i ministri grillini del Conte bis hanno detto che non accetteranno mai di fare marcia indietro sulla revoca delle concessioni autostradali. Vediamo se la prossima settimana si faranno infinocchiare da un gioco delle tre carte del Pd, o di Italia viva.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)