2023-04-14
Fondi stranieri in manovra su Enel. Tentativo di blitz contro il governo
Il titolo crolla in Borsa. Rumor: colpa delle nuove nomine. Ma se fosse l’effetto di candidature avverse all’azionista pubblico?Come è giusto che sia, la lista dei consigli di amministrazione delle partecipate pubbliche è stata diffusa a Borse chiuse. Alle 20 di mercoledì il Mef ha provveduto a diffondere la nota ed è bastato attendere ieri mattina per verificare le reazioni del mercato. Eni si è mossa positivamente salendo di quasi un punto e mezzo percentuale. Per gli analisti di Intesa Sanpaolo la conferma di Claudio Descalzi quale ad del gruppo è positiva. Bene anche Leonardo che è salita in chiusura di giornata intorno al 3%, toccando i massimi da fine febbraio 2020, dopo l’ufficializzazione che l’ex ministro Roberto Cingolani prenderà il posto di Alessandro Profumo alla guida del gruppo della Difesa. Reazione difficile da spiegare visto la distanza dell’ex ministro dal mondo della Difesa. Va detto che gli analisti spesso ragionano con altri criteri. La scelta di Cingolani era infatti «data per scontata dal mercato», ha scritto Banca Akros, che si aspetta che Leonardo continui a focalizzarsi sui programmi di cybersecurity. Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, invece, «il mercato avrebbe preferito la scelta di un manager con un background più forte nell’industria aerospaziale e della Difesa». Posizioni diverse che alla fine non hanno impattato granché sul titolo. Idem per Poste che è rimasta piatta, vista la riconferma di Matteo Del Fante. Leggero segno meno per Terna che attendeva l’ufficializzazione della nuova lista del cda da parte di Cassa depositi e prestiti. Ben altra giornata invece per Enel. Il colosso dell’elettricità è l’unica partecipata ad aver reagito con forti ribassi, chiudendo la giornata con un meno 3,9%. «Se un’uscita di Francesco Starace era stata ampiamente anticipata negli ultimi mesi e la sua sostituzione alla carica di ad era già scontata dal titolo, crediamo che la nomina di Flavio Cattaneo sia la meno adatta tra i nomi circolati sulla stampa nelle ultime settimane principalmente in termini di background di settore», è il commento degli analisti di Intesa Sanpaolo, prontamente pubblicato da La Stampa. «La nomina di Cattaneo ha dunque colto di sorpresa la Borsa con gli investitori, in particolare quelli istituzionali, che si sono precipitati a vendere», proseguiva ieri pomeriggio il quotidiano di Torino. «Ora gli operatori punteranno l’attenzione sulla strategia che il top manager adotterà sia sul fronte dismissioni, sia sugli investimenti per la transizione energetica in Italia». Una posizione, quella degli analisti della banca, subito smentita dal capo azienda. All’ora di pranzo, Carlo Messina ha diffuso una nota via agenzia spiegando: «Ho molta stima di Flavio Cattaneo: è un manager di grandi capacità che ha raggiunto importanti risultati alla guida di aziende strategiche nell’ambito delle infrastrutture del Paese. Sono convinto che farà bene». Il riferimento è alle attività di Cattaneo in Terna e al primo operatore fotovoltaico d’Europa. Posizioni anomale che nell’arco della giornata di ieri si sono poi tramutate in voci relative al presidente neo indicato, Paolo Scaroni. I rumor sottolineerebbero una fuga dei fondi di fronte al rischio di una postura filo russa del manager vicino a Silvio Berlusconi e attuale presidente del Milan. Certo, Scaroni è stato protagonista di una vicinanza con Gazprom ai tempi dell’Eni, ma è stato anche deputy chairman di Rothschild. Insomma, una figura che sintetizzare in poche parole non è facile, tanto meno nelle due «filo russo». Infatti, ciò che i rumor sembrano omettere è l’altro lato della medaglia. L’ad uscente Francesco Starace era pronto a candidarsi sostenuto da alcuni fondi istituzionali e no in antitesi alla nomina di Stefano Donnarumma. Visto che la quota riconducibile al Mef non supera il 24%, non sarebbe stato così difficile tentare di mettere il governo in minoranza in occasione dell’assemblea. Tanto più che la strategia avrebbe implicato anche la denuncia di possibile pantouflage dell’ad uscente di Terna, cioè un eventuale conflitto di interessi per i rapporti tra le due società. Donnarumma non è stato confermato in Terna ma nemmeno nominato in Enel. A questo punto sarà più difficile per Starace tentare il blitz. Da qui la reazione di alcuni fondi che, complice l’andamento del titolo negli ultimi due mesi, avrebbero realizzato e sarebbero usciti. In generale il tema dei fondi sarà importante per i prossimi sei mesi di vita di Enel. Negli ultimi tempi il management ha annunciato numerose dismissioni e quindi alcuni hedge fund hanno avviato posizioni short. Chi ieri ha deciso di monetizzare immagina che con il nuovo management cambi la strategia oppure non crede fino in fondo alle dismissioni. Capiremo dall’andamento del titolo della prossima settimana che cosa è accaduto ieri veramente. Certo, un interessamento della Consob non sarebbe male per fare chiarezza. Così come sarebbe interessante una posizione ufficiale dell’ad uscente in vista dell’assemblea.