
Utile a 4,1 miliardi di euro, nel 2018. L'ad Francesco Starace: «Ci sentiamo molto forti sulla nostra performance nei prossimi tre anni. Sapevamo sempre quale sarebbe stata la nostra traiettoria di crescita, ma questa volta intravediamo più chiaramente la performance futura».Un piano ambizioso, che prevede cospicui investimenti, specie per lo sviluppo delle rinnovabili, e una crescita continua di utili e dividendi: è quello presentato ieri da Enel alla comunità finanziaria. Tra il 2019 e il 2021 la società guidata da Francesco Starace prevede investimenti per 27,5 miliardi di euro, con l'obiettivo di generare un incremento cumulato dell'Ebitda ordinario di 3,2 miliardi, in aumento del 12% sul piano precedente. Su un totale di circa 16,5 miliardi di investimenti complessivi in asset development, circa 10,6 miliardi verranno investiti in rinnovabili, ancora una volta motore della crescita del gruppo, che rafforzerà il focus su Italia, Spagna, Cile e Brasile. Per le reti sono attesi investimenti pari a circa 11,1 miliardi di euro, di cui circa due terzi diretti alle economie mature, nelle quali la realizzazione di infrastrutture "intelligenti" risulta a uno stadio più avanzato. Questi investimenti dovrebbero contribuire a un aumento dell'Ebitda di circa 1,2 miliardi lungo l'arco di piano, e hanno come obiettivo principale quello di completare l'integrazione delle attività recentemente acquisite, in particolare la brasiliana Eletropaulo. Per Enel X (la società per soluzioni energetiche avanzate del gruppo, ndr) si prevede invece un totale di circa 1,1 miliardi di euro di investimenti, con un target di crescita dell'Ebitda pari a 400 milioni di euro nell'arco di piano. Circa 220 milioni saranno investiti nella realizzazione di infrastrutture per la mobilità sostenibile, principalmente in Italia, Spagna, Romania e in alcune aree delle Americhe. Il gruppo ha inoltre confermato l'obiettivo di realizzare efficienze per 1,2 miliardi di euro entro il 2021: la digitalizzazione di tutti i settori di attività sarà il principale motore per ridurre i costi operativi, con l'obiettivo di raggiungere un totale di 8,1 miliardi nel 2021, con un calo dell'8% su tre anni in termini nominali.La crescita degli utili prevista dal piano è continua: l'utile netto di Enel, che nel 2018 dovrebbe attestarsi a circa 4,1 miliardi di euro, punta a raggiungere quota 4,8 miliardi nel 2019, 5,4 miliardi nel 2020 e 5,6 miliardi nel 2021. Nel piano triennale, inoltre, Enel conferma la politica dei dividendi basata su un pay-out del 70% dell'utile netto ordinario di gruppo, con l'estensione, per la prima volta, di un dividendo minimo per azione per l'intero periodo, in crescita di anno in anno. Enel prevede di corrispondere, sui risultati dell'esercizio 2019, il maggiore fra un dividendo per azione basato sul pay-out del 70% e un dividendo minimo per azione di 0,32 euro. Per il 2020 il dividendo minimo è fissato a 0,34 euro e per il 2021 a 0,36 euro. Per il 2018 il dividendo già annunciato è pari a 0,28 euro. La decisione sui dividendi è stata spiegata così dall'ad Starace: «Ci sentiamo molto forti sulla nostra performance nei prossimi tre anni. Sapevamo sempre quale sarebbe stata la nostra traiettoria di crescita, ma questa volta intravediamo più chiaramente la nostra performance futura, perché abbiamo ripulito gran parte delle aree rischiose, abbiamo fatto cessioni, risolto quelli che erano dei punti interrogativi».Il futuro del gruppo passerà senz'altro dall'energia pulita: nel 2021 il 62% dell'energia prodotta dal gruppo Enel sarà a zero emissioni, rispetto al 48% previsto per il 2018. Un altro punto fondamentale è la realizzazione di reti a fibra ottica che per Enel rappresenta uno dei principali fattori per lo sviluppo delle infrastrutture urbane intelligenti e delle piattaforme digitali. E su questo fronte Open Fiber, la società controllata pariteticamente da Enel e Cassa depositi e prestiti, «punta ad arrivare a 19 milioni di abitazioni connesse a fine 2021, con un ebitda pari a 350 milioni di euro», ha fatto sapere il direttore finanziario di Enel, Alberto De Paoli. Enel, ha aggiunto l'ad Starace,«non uscirà mai da Open Fiber, che ha ottenuto 3,8 miliardi di finanziamenti e sta lavorando benissimo. Siamo molto soddisfatti della performance che supera le nostre aspettative». L'obiettivo di Open Fiber, ha ricordato l'ad, «è di cablare con la fibra l'intero Paese in modo granulare, a costi competitivi e in un lasso di tempo breve». E a questo riguardo Starace ha fatto sapere che «tutto quello che renderà questo obiettivo più facile e veloce va bene, sul resto non sappiamo». Il riferimento è all'eventualità di una fusione fra le reti a banda larga di Open Fiber e Tim, a proposito della quale, ha precisato Starace, «ci interessa l'industria, non la fantaeconomia o la fantafinanza».
Franco Zanellato
Lo stilista Franco Zanellato: «Il futuro? Evolvere senza snaturarsi e non inseguire il rumore, ma puntare su qualità e coerenza. Nel 2024 abbiamo rinnovato il marchio partendo dal Dna. Il digitale non è più soltanto un canale di vendita».
C’è un’eleganza silenziosa nel successo di Zanellato. In un panorama della moda che cambia rapidamente, tra nuove sensibilità e mercati in evoluzione, il brand fondato da Franco Zanellato continua a crescere con coerenza e autenticità, restando fedele ai valori del Made in Italy e a un’idea di lusso discreto e consapevole. Partito da Vicenza, ha saputo trasformare l’azienda di guanti di famiglia, in un luxury brand conosciuto in tutto il mondo. L’iconica Postina, simbolo di una femminilità raffinata e senza tempo, oggi dialoga con tre nuove borse che ampliano l’universo creativo della maison, interpretando con linguaggio contemporaneo il concetto di «Arte e mestieri» che da sempre ne definisce l’identità. Una visione che piace e convince. A trainare questa crescita, il mercato italiano e la piattaforma e-commerce, ma soprattutto una strategia che mette al centro la ricerca, l’equilibrio tra tradizione e innovazione, e un dialogo sempre più diretto con le donne che scelgono Zanellato per ciò che rappresenta: autenticità, bellezza, rispetto dei tempi e dei gesti, una filosofia che unisce artigianalità e design contemporaneo sempre vincente. Ne abbiamo parlato con Franco Zanellato per capire come si spiega questo successo e quale direzione prenderà l’azienda nei prossimi anni.
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Proviene dal «maiale degli alberi»: dalle foglie alla corteccia, non si butta niente. E i suoi frutti finiscono nelle opere d’arte.
Due sabati fa abbiamo lasciato la castagna in bocca a Plinio il Vecchio e al fior fiore dell’intellighenzia latina, Catone, Varrone, Virgilio, Ovidio, Apicio, Marziale, i quali hanno lodato e cantato il «pane dei poveri», titolo ampiamente meritato dal frutto che nel corso dei secoli ha sfamato intere popolazioni di contadini e montanari.
Albert Bourla (Ansa)
Il colosso guidato da Bourla vende una quota della sua partecipazione nella casa tedesca. Un’operazione da 508 milioni di dollari che mette la parola fine sull’alleanza che ha dettato legge sui vaccini anti Covid.
Pfizer Inc vende una quota della sua partecipazione nella casa farmaceutica tedesca Biontech Se. Il colosso statunitense offre circa 4,55 milioni di American depositary receipts (Adr) tramite un collocamento accelerato, con un prezzo compreso tra 108 e 111,70 dollari per azione. L’operazione porterebbe a Pfizer circa 508 milioni di dollari, segnala la piattaforma di dati finanziari MarketScreener.
Da sinistra, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Maurizio Landini (Ansa)
Secondo uno studio, solo nel 2024 hanno assicurato all’erario ben 51,2 miliardi di euro.
A sinistra c’è gente come Maurizio Landini, Elly Schlein o l’immancabile duo Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni che si sgola per denunciare il presunto squilibrio della pressione fiscale che grava sui cittadini e chiede a gran voce che i ricchi paghino di più, perché hanno più soldi. In parole povere: vogliono la patrimoniale. E sono tornati a chiederla a gran voce, negli ultimi giorni, come se fosse l’estrema ancora di salvataggio per il Paese.






