2022-02-26
Emergenza con la scusa dei profughi
Deliberati dal Cdm tre mesi per interventi della protezione civile italiana all’estero e relativi finanziamenti. Secondo l’Onu potrebbero essere 4 milioni le persone in fuga.Dopo il Covid i profughi: il Consiglio dei ministri, su proposta di Mario Draghi, ha deliberato altri tre mesi di stato di emergenza per consentire, «anche attraverso la realizzazione di interventi straordinari e urgenti, il supporto delle operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione interessata». Per il primo intervento l’Italia ha messo sul piatto 3 milioni di euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali, che comprendono, al netto di quanto sarà rimborsato dall’Unione europea, gli oneri che verranno sostenuti per il trasporto, il dispiegamento e il reintegro dei materiali per le operazioni di Protezione civile. E nel Decreto con le disposizioni urgenti per la crisi in Ucraina si legge che fino al 30 settembre 2022 è stata autorizzata «la partecipazione di personale militare alle iniziative della Nato per l’impiego di forze a elevata prontezza». Inoltre è stato autorizzato il potenziamento della sorveglianza dello spazio aereo dell’Alleanza, quello per la sorveglianza navale nell’area Sud. È stato previsto anche il potenziamento della presenza in Lettonia. Con oneri per 153.448.000 euro per il 2022 e per 21.000.000 per il 2023. Oltre alla cessione di mezzi ed equipaggiamenti militari all’Ucraina, a titolo gratuito che, si specifica, non sono «letali» ma «di protezione», per un massimo di 12.000.000 di euro. E infine, è stato disposto il potenziamento «per la funzionalità e la sicurezza degli uffici e del personale all’estero». E quello dell’Unità di crisi del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (1 milione di euro per il 2022).Una parte dei fondi di Protezione civile verrà impiegata anche per gli eventuali rifugiati. Perché si teme una nuova invasione di stranieri. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha stimato che 4 milioni di persone potrebbero fuggire dall’Ucraina verso altri Paesi «se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente». Oltre 50.000 hanno già lasciato l’Ucraina in meno di 48 ore e si trovano all’estero. Molti altri si sono spostati verso i confini del loro Paese e i primi profughi sono entrati in Moldavia e in Polonia. E siccome la quarta comunità straniera in Italia è proprio quella degli ucraini, che stando all’ultimo censimento conta 250.000 persone (in prevalenza donne), si calcola che potrebbe attirare circa 2 milioni e mezzo di sfollati. Per la distribuzione dei profughi, sulla carta, sarà l’Europa a decidere. Il sindaco di Lampedusa Totò Martello si è subito lamentato perché «l’Europa vede l’immigrazione come un problema solo ai confini e pensa che sia una questione economica. Questo ci dà l’idea che in Europa siamo più vigili e attenti quando si parla del Nord e meno quando si parla del Sud. A Lampedusa siamo stati dimenticati». Ma molte città, da Napoli a Milano, hanno già annunciato di essere pronte ospitare gli ucraini in fuga. Il sindaco di Montelupo Fiorentino (Firenze), Paolo Masetti, che ha contattato uno a uno tutti e 32 i cittadini di origine ucraina che vivono nel suo comune, ha fatto sapere che gli hanno riferito che figli, genitori e fratelli che vivono nelle zone del conflitto «hanno abbandonato le case e stanno cercando di passare la frontiera». È facile immaginare che i profughi cercheranno di riversarsi dai parenti. La comunità di ucraini più forte è in provincia di Napoli, anche se la prima regione per presenza è la Lombardia. La Campania è seconda e al terzo posto c’è l’Emilia Romagna. Regioni che potrebbero subire un impatto maggiore per l’arrivo dei profughi.