2023-05-26
L’Ema sbugiarda Magrini sui farmaci
Nicola Magrini (Imagoeconomica)
L’Agenzia: «Cresce la carenza di medicinali». Il problema, denunciato dalla «Verità», fu bollato come allarmismo dall’ex dg Aifa. Intanto, anche Berna si ritrova senza scorte.«La carenza di medicinali è un problema sanitario globale e colpisce sempre più i Paesi europei. Le carenze possono portare al razionamento dei medicinali e a ritardi nei trattamenti critici, con un impatto significativo sulla cura dei pazienti. Inoltre, i pazienti potrebbero dover utilizzare alternative meno efficaci e affrontare un rischio maggiore di errori terapeutici». Questa volta non è La Verità a scriverlo, ma l’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Tanto che ha pubblicato un documento con dieci raccomandazioni rivolte all’industria per garantire la continuità nelle forniture, prevenire carenze e ridurne l’impatto. Peccato che in Italia si perde tempo e qualcuno nei mesi scorsi ha anche pensato di dare la colpa ai giornalisti, accusati di creare loro stessi le carenze grazie ai titoli di giornale. Nicola Magrini, al tempo direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, lo scorso dicembre ha addirittura fatto produrre un podcast con puntata dedicata. Una speaker legge queste parole: «Quante volte abbiamo letto titoli come “migliaia i farmaci mancanti”. Ecco, questo genere di informazione rischia di generare confusione, perché spesso i pazienti nel timore di non trovare più disponibile un prodotto, ne fanno scorta, generando la cosiddetta “carenza di rimbalzo”». Curioso, perché il termine fatto utilizzare da Magrini è stato riproposto praticamente nello stesso modo dal ministro della Salute Orazio Schillaci, che in un’audizione alla commissione Affari sociali della Camera a gennaio leggeva: «La comunicazione allarmistica sulle carenze di questi giorni sta generando quella che tecnicamente si chiama “carenza di rimbalzo”: l’accaparramento del farmaco da parte dei pazienti, preoccupati di avere a disposizione una scorta di un prodotto che sembrerebbe a rischio, rafforza il picco di domanda, e crea ulteriori tensioni nell’approvvigionamento». Quasi un copia incolla dunque. Inoltre, il ministro sbagliava due volte, perché le carenze non erano «di questi giorni», anzi. Quello dei farmaci carenti è un problema sistemico e serissimo che va avanti almeno da novembre 2021, quando La Verità ha cominciato a scriverne. Da allora la lista dei farmaci carenti non ha fatto che allungarsi: a novembre 2021 erano poco più di 700 sulla lista pubblicata da Aifa. Un anno dopo, nel novembre 2022 erano diventati 2.500. Nel gennaio di quest’anno si è toccata quota 3.200 e purtroppo sono continuati ad aumentare: oggi sono più di 3.400. Oltre ai soliti motivi che riguardano soprattutto la delocalizzazione dei principi attivi nei paesi asiatici come Cina e India c’è il tema del rincaro dell’energia e della scarsità di materie prime. Una combinazione di fattori alla quale si aggiunge l’incremento dei casi di faringiti e di scarlattina, anche questo negato fino all’evidenza dagli esperti, fino a quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha lanciato l’allarme. E infatti è di nuovo l’amoxicillina a scarseggiare nelle farmacie. Un farmaco prodotto con principio attivo made in China, un antibiotico ad ampio spettro che serve a curare i malanni più comuni, con cui, evidentemente, non si fanno grandissimi profitti. Ovviamente sono moltissime le medicine che scarseggiano sugli scaffali: dagli antinfiammatori agli antipiretici e ai mucolitici. Non solo, perché mancano anche alcuni antitumorali, farmaci per l’ipertensione e per l’epilessia. La Svizzera ha classificato l’approvvigionamento di alcuni farmaci come «problematico». Secondo le autorità, le carenze riguardano soprattutto le medicine per i bambini, proprio come in Italia. La soluzione? Berna vuole estendere le riserve obbligatorie di farmaci e l’obbligo di dichiarare le scorte. In Italia lo scorso gennaio il ministero ha messo in piedi un tavolo di lavoro sull’approvvigionamento dei farmaci promosso dal sottosegretario Marcello Gemmato che però, finora, non ha ancora portato i risultati sperati. In ogni caso è più di quanto non fosse mai stato fatto dal governo precedente. Pier Paolo Sileri, sottosegretario alla Salute con Mario Draghi premier, a domanda rispose che non gli risultava ci fosse un problema di carenza di farmaci e che il problema si sarebbe risolto importandoli dall’estero. Liquidò poi la questione con un «non è di competenza del ministero della Salute, ma di Aifa». Ema, però, nel documento in cui sono state emesse le dieci raccomandazioni per garantire la continuità delle forniture scrive: «Il ministero della Salute nazionale ha una politica generale e un ruolo di direzione nel raggiungimento di una sostenibilità e un sistema sanitario responsabile e nel promuovere e proteggere la salute dei pazienti nel paese. Fornisce leadership al settore sanitario per migliorare i risultati sanitari. Ciò include lo sviluppo e la revisione della legislazione, rappresentare gli interessi delle parti interessate in un contesto internazionale e contribuire a iniziative per mitigare i rischi e i disagi causati dalla carenza di farmaci».Insomma, Sileri, naturalmente, sbagliava. Lo scrive Ema nero su bianco.