2024-11-29
Musk demolisce l’Ursula-bis. Solo la Meloni può mediare tra Bruxelles e Washington
Mr «X» boccia la nuova Commissione («Antidemocratica») mentre il premier s’intesta la nomina di Fitto. Ora è Roma che può mettere d’accordo le due sponde dell’Atlantico.Il Pierino più danaroso e potente del pianeta ne ha detta un’altra. Bella grossa, pure. Del resto: poteva lo «zio Elon», come ormai lo chiamano quelli del clan Trump, esimersi dal commentare la tormentata nascita della nuova Commissione Ue, guidata ancora da Ursula von der Leyen? Dopo il via libera di Bruxelles, Musk scrive dunque sul suo X: «Questo è antidemocratico. Il Parlamento europeo dovrebbe votare direttamente sulle questioni, non cedere l’autorità alla Commissione europea». Insomma: che se ne farebbe il Vecchio continente di un esecutivo bolso e azzoppato, eletto perfino con la maggioranza più risicata della storia? Appena 370 voti, appunto. Un’anatra zoppissima.La baronessa teutonica non commenta il dileggio. La risposta arriva, invece, dal portavoce, Eric Mamer: «Mi sembra che la legittimità democratica della Commissione europea, sulla base dei trattati esistenti, sia ampiamente chiara a chiunque si preoccupi di farci un pensiero». E, quantomai piccato, aggiunge: «Abbiamo avuto le elezioni, un dibattito e il voto di conferma a luglio». Infine, le «audizioni di 26 commissari, che sono state ampiamente rese pubbliche».Elon, quindi, faccia un ripassino di diritto comunitario. Anzi, si dedichi a temi che conosce meglio. Impossibile. L’incontenibile tycoon ha deciso di imbracciare il politicamente scorrettissimo. Come ha già dimostrato, in Italia, con l’urticante tweet sulla magistratura: «Questi giudici se ne devono andare». Il riferimento era alla disfida tra il governo e i tribunali sui centri per il rimpatrio in Albania. Risposta del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «L’Italia sa badare a sé stessa». Controreplica del miliardario: «Decide un’autocrazia non eletta?».Ecco, ci risiamo. Solo che, stavolta, il bersaglio è l’Europa. Eppure, resta un indiretto problemino per Giorgia Meloni. Nemmeno il tempo di esultare e, zac, arriva l’irriverente accusa. Il premier, difatti, ha stravinto la sua scommessa a Bruxelles. Raffaele Fitto è diventato vicepresidente esecutivo della Commissione, nonostante i Conservatori non abbiano votato in estate per la rielezione di Von der Leyen. Il coretto progressista, all’epoca, non aveva dubbi: l’Italia, per colpa dell’avventata Giorgia, sarebbe rimasta ai margini del continente per il prossimo quinquennio. Invece, alla fine, Fitto è stato eletto. Ed Ecr, il gruppo guidato da Meloni, è sempre più decisivo. Solo che poi, a guastare la festa, arriva lo sprezzante commento dell’amico Elon: la Commissione è un orpello «antidemocratico».A ben vedere, però, non tutti i post vengono per nuocere. Chi potrà mai provare a ricomporre? L’amica italiana, magari. Il legame tra i due, suggellato dalla visita di Musk a Roma, resta ottimo. Così il premier si trova in una posizione unica e quantomai strategica. Guida un governo stabile, a differenza di quanto accade in Francia e Germania. Ursula ha una maggioranza striminzita, poi. Non può fare a meno di Giorgia. E il premier italiano è destinata a diventare determinante. A questo s’aggiungono gli splendidi rapporti con Elon: «Ormai siamo amici», ammette lei. «Ha fatto cose straordinarie», aggiunge. Lui ricambia, usando parole quasi identiche: «Giorgia Meloni ha fatto cose incredibili». È «ancora più bella dentro che fuori». I soliti sinistroni temevano che le pacche con il vecchio presidente americano, Joe Biden, facessero incarognire il suo successore, Donald Trump? Macché. Adesso Meloni, grazie agli strettissimi rapporti con Musk, punta a diventare la mediatrice tra le sponde atlantiche. Tanto da voler organizzare l’anno prossimo, tramite lo «zio Elon», una chiamata chiarificatrice tra Von der Leyen e Trump, che ha già minacciato sostanziosi dazi: «L’Europa dovrà pagare un prezzo molto grande».Meloni, viste le avvisaglie, sarebbe una pontiera rispettata sia a Bruxelles sia a Washington. L’intesa personale, intanto, viene cementata da quella economica. Dietro l’attivismo dell’imprenditore sudafricano non c’è solo la passione per l’Antica Roma, confermata dal video del Colosseo su X e l’evocativo tweet «America is New Rome». Palazzo Chigi dialoga da tempo con Starlink, la rete Internet satellitare creata da SpaceX. La compagnia di Musk garantirebbe connessioni sicure alle istituzioni italiane: un possibile accordo da 1,5 miliardi di euro per cinque anni. E poi c’è l’ancor più sostanzioso progetto per integrare la banda larga, che prevede uno stanziamento di 3,8 miliardi del Pnrr. Ora il governo ha aperto proprio alla sperimentazione con Starlink. Nei piani c’è, però, anche una Tesla low cost a guida autonoma, destinata al nostro mercato.Per arrivare alle stelle, bisogna superare le difficoltà. Musk tenta di fiaccare gli avversari, come l’«antidemocratica» Commissione europea, anche a suon di svillaneggianti post. Non vuole solo arrivare su Marte, ma anche conquistare la sua Gallia. Il motto latino è un proponimento. L’ha persino riscritto sul biglietto inviato al tempio di Giulio Cesare: «Per aspera ad astra. Elon».