2023-07-30
Ormai quella green non è più religione ma puro paganesimo
Ipotesi come l’oscuramento del Sole equivalgono a un sacrificio agli dei. E chi critica deve essere zittito, perché ne provoca l’ira. Il fatto di rivendicare come libertà di pensiero l’accettazione obbediente della narrazione ufficiale riporta la sinistra occidentale alla fase del comunismo sovietico. Il Sessantotto è finito, lo dice anche Daniel Cohn-Bendit, le rivendicazioni antisistema, i movimenti dal basso, le spinte anticonvenzionali che tanto hanno influito sui costumi e sulla cultura della seconda parte del Novecento, hanno esaurito il loro compito.Oggi non servono più ribelli, servono consumatori ideali. E così, benedetti dal Papa, sostenuti da tutti i governi dell’Occidente, spalleggiati dal Wef (World economic forum), da tutte le istituzioni internazionali, dall’Onu, dalla Fao, dall’Unicef, dalle multinazionali, dalle Ong, da Soros, da Bill Gates, da Mark Zuckerberg, da Hollywood, dalla quasi totalità del sistema mediatico internazionale, i nuovi «ribelli» vanno a imbrattare le impalcature dalle quali si stava ripulendo una statua che avevano già imbrattato.E mentre le attrici fanno piangere i ministri e gli alti moniti ci informano che le commissioni parlamentari d’inchiesta sono tutte uguali ma alcune sono meno uguali delle altre, un’esigenza appare imprescindibile più di ogni altra: quella del consenso. Governare le masse ha delle regole e, come dice Klaus Schwab, visto che col Covid queste regole hanno funzionato, si può replicare lo stesso schema con l’apocalisse climatica. Come col Covid i «negazionisti» non esistevano - esistevano, semmai, i medici eroi che, rischiando la radiazione, curavano la gente con farmaci veri ed efficaci -, anche adesso, con il cambiamento climatico, non esiste alcun «negazionista».Il punto non è se ha ragione il premio Nobel per la fisica John Clauser o qualche climatologo inventato, come per i virologi, dai media; la questione non è se vale di più l’appello firmato da Giorgio Parisi o quello «contro l’ecologismo irrazionale» firmato da Rita Levi Montalcini nel 1992; la questione è quali siano le concrete soluzioni proposte e, soprattutto, per ottenere quali risultati, quando e con che costi. Non c’è da essere «negazionisti» per far notare che la strategia di eliminazione dei combustibili fossili, imposta sostanzialmente soltanto agli abitanti di Europa e Stati Uniti, non solo si basa su soluzioni non coordinate su scala planetaria e non riconosciute da Cina e India, i veri produttori di emissioni, ma che queste soluzioni non indicano precisi obiettivi, precisi risultati e chiari costi in termini di tasse, spese e ricadute economiche. Così come la prof antifascista ti dice: «Compro l’auto elettrica e metto il cappotto termico alla casa perché voglio dare un segnale», anche le istituzioni internazionali si basano sull’idea che certe cose siano da fare «perché è giusto», oppure perché «qualcuno deve iniziare» o ancora perché «non si può stare fermi e non fare niente».Istituzioni internazionali in preda all’ecoansia probabilmente non otterranno niente dal punto di vista climatico, visto che abbassare di mezzo grado la temperatura del pianeta in cinquant’anni non solo serve a poco ma, probabilmente, non è una cosa che si possa ottenere a forza di auto elettriche o di pannelli fotovoltaici installati dal 20% meno inquinante del pianeta, ma sicuramente otterranno un generale, indiscriminato indebitamento delle persone, uno scenario punitivo per l’agricoltura, un aumento generalizzato di tasse e prezzi e una crisi occupazionale di grandi proporzioni. Il tutto per non sapere esattamente cosa si vuole ottenere, quando e come.E mentre dall’Onu si dichiarava l’inizio di una comica «Global boiling era», «l’ebollizione globale», qualche settimana fa il senatore americano John Kennedy ha chiesto, in un’audizione ufficiale al viceministro per l’Energia, David Turk, di quanti gradi, si presume, possa abbassare la temperatura il previsto investimento di 50 miliardi di miliardi di dollari per gli interventi sul clima: il viceministro non è stato in grado di rispondere. Pare evidente che non si stia più parlando di economia, né di politica e nemmeno di ideologia, ormai: con ipotesi come quella dell’oscuramento del Sole stiamo ragionando in termini chiaramente apocalittico-religiosi. Compiere azioni dissolutive di vite umane o animali o di beni preziosi per ottenere benevolenza dal cosmo è, infatti, lo schema tipico del sacrificio pagano.Il sacrificio agli dei ha un duplice significato: ottenere qualcosa ed espiare le proprie colpe; quand’anche non si ottenesse ciò che si chiede, rimarrebbe comunque il senso di sollievo per un’espiazione compiuta. Celebrati gli atti sacrificali, si sarà sollevati dal senso di colpa e, quindi, dall’ecoansia; il problema dello smaltimento delle batterie, del polistirolo per i cappotti termici, dei pannelli fotovoltaici esausti e, più in generale, i problemi connessi all’estrazione delle terre rare, svaniranno con il sacrificio.Ecco perché bisogna sanzionare e zittire gli eretici, perché chi nutre dubbi provoca l’ira degli dei. Ed ecco perché politica e sistema scientifico-mediatico hanno ormai assunto le sembianze del più pagano dei marketing religiosi.