2024-04-21
Ecco come la Rai è cascata nel trappolone antifascista
Lo scrittore s’accorda con Rai 3 per un monologo gratuito sul 25 aprile, poi vuole soldi per insultare il premier. La trattativa salta, il Pd ne fa un martire. Giorgia Meloni chiude i conti pubblicando il «discorsetto» su Facebook.Il breve monologo dello scrittore Antonio Scurati sul 25 aprile, previsto ieri sera nella puntata del programma Chesarà di Rai Tre non è andato in onda scatenando la più classica delle bufere politiche organizzate e cavalcate dalla sinistra. È la stessa conduttrice della trasmissione Rai Serena Bortone a dare la notizia in mattinata con un post su Instagram: «Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili». La polemica si gonfia a ritmi velocissimi. Le risposte arrivano dal direttore dell’approfondimento Paolo Corsini: «Nessuna censura. La partecipazione di Antonio Scurati alla trasmissione Chesarà, condotta da Serena Bortone, non è mai stata messa in discussione, come dimostrano i comunicati stampa e gli elenchi ospiti ad uso interno». I componenti della commissione Vigilanza Rai di Fdi chiedono ulteriori chiarimenti, ma di natura diversa: «Si deve accertare se corrisponde al vero che per leggere un monologo di circa un minuto sul 25 aprile la Rai avrebbe dovuto pagare circa 2.000 euro. Riteniamo che sia importante accertare se la mancata messa in onda sia da addebitare a una scelta editoriale o piuttosto economica». Poco dopo Repubblica pubblica l’immagine di una nota interna Rai in cui si legge che la partecipazione di Scurati «in qualità di autore di testi creativi per il programma, viene annullata per motivi editoriali». Insomma secondo il clan Scurati, la Rai, o TeleMeloni, come la chiamano, avrebbe censurato il monologo dello scrittore. Eppure non è andata proprio così. Il vero motivo per cui Scurati non ha partecipato alla trasmissione della Bortone è perché non accettava di parlare per un minuto per meno di 1.800 euro, dopo aver inizialmente accettato di farlo gratuitamente. È a questo che si riferisce il documento pubblicato da Repubblica in cui si legge che il contratto era stato annullato per «motivi editoriali», perifrasi dietro cui si cela il mercanteggiamento non andato a buon fine. Per la Rai, questo sì, 1.800 erano troppi per parlare poco più di sessanta secondi. Ne è seguita una trattativa, con la Rai non disposta a sborsare più di 1.500 euro. Del resto, in una mail che La Verità ha potuto visionare e che pubblichiamo, nell’elenco degli ospiti si legge «Antonio Scurati TG» che sta per titolo gratuito, al contrario di «TO» che sta per titolo oneroso. Dal che dobbiamo dedurre che lo scrittore avesse inizialmente accettato di non prendere nulla. Non solo: la sua presenza era prevista anche nel comunicato stampa diffuso venerdì 19 aprile alle 19.30 anche se la Bortone sostiene di aver saputo la stessa sera che il contratto era stato annullato. Insomma lo scrittore era previsto eccome, ma senza compenso così come altri ospiti del programma. Intanto il testo del monologo è stato diffuso su numerose testate e in pochi minuti è diventato virale sui social network. Contiene un attacco diretto al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che recita così: «Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022 aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neofascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via. Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale la presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023)». Secondo Scurati «finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana». Meloni ricondivide a sua volta il monologo con un post sui social pubblicato di suo pugno cui aggiunge ironica «spero di non dover pagare»: «In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso e grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo», aggiunge, osservando che «chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini». E, conclude, «perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto. Buona lettura».Interviene poi anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «La verità è che Scurati non è mai stato censurato, la possibilità di parlare a titolo gratuito non ci risulta che sia mai stata messa in discussione dalla Rai. Pare che ci sia chi onora la resistenza ed i martiri della libertà e chi nel contempo ha un problema di compensi. Non è la Rai che non riconosce il valore della Liberazione, come dicono, mentendo, esponenti del Pd. Sono i loro amichetti che sembrano quotare qualche migliaio di euro la difesa della libertà». Vien da dire che non ci sono più i compagni di una volta. La lotta per la libertà è diventata prezzolata.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.