«La tragedia in Marmolada? Colpa dell’uomo parassita della Terra». È la versione ufficiale e chi la contesta, chi pone dubbi sulle politiche verdi, chi fa la doccia spesso, è un criminale. Proprio come i no vax e i putiniani.
«La tragedia in Marmolada? Colpa dell’uomo parassita della Terra». È la versione ufficiale e chi la contesta, chi pone dubbi sulle politiche verdi, chi fa la doccia spesso, è un criminale. Proprio come i no vax e i putiniani.Ci manca solo la lista del Copasir. Ma non è escluso che arrivi tra poco. Anzi: forse i solerti 007 sono già al lavoro per dare la caccia ai negazionisti del clima, i famigerati no sic(cità), che dopo no vax e filo putiniani vengono denunciati dalla stampa chic come il nuovo e evidente pericolo nazionale. Vi siete lavati le ascelle una volta di troppo? Non avete chiuso il rubinetto mentre vi spazzolavate i denti? Tirate regolarmente lo sciacquone? Vi cambiate le mutande ogni giorno? Ecco: state attenti perché potreste finire immediatamente nella black list che i servizi segreti stanno compilando, a quanto pare, con la solita accuratezza, box doccia dopo box doccia, lavandino dopo lavandino. Nessun risciacquo resterà impunito. Lo schema è sempre lo stesso: c’è la tragedia, ci sono le vittime, c’è la versione ufficiale. E chi dissente è un traditore. Cioè un nemico della patria. In fondo un assassino. Se, per dire, stamattina avete innaffiato i fiori dovete sentirvi un po’ colpevoli di quei morti sulla Marmolada, esattamente come chi portava a passeggio il cane doveva sentirsi responsabile dei morti di Covid e chi accendeva il condizionatore in pratica stava lanciando un missile sulla testa degli ucraini. Ormai il meccanismo è consolidato: i cadaveri vengono usati come predellino per enunciare le nuove verità assolute che non ammettono repliche né discussioni. E che alla fine hanno un unico scopo: colpevolizzare i cittadini. E scaricare così su di loro ogni prezzo da pagare. Sono stati i cittadini a subire il lockdown. Sono i cittadini a pagare le bollette della luce stellari. E sono i cittadini a pagare i prezzi delle rivoluzioni verdi che dovrebbero (si fa per dire) salvare il pianeta. Vi opponete? Siete no vax, putiniani o no sic. Quindi gente della peggior specie. Meritevole di ogni biasimo. Amici del virus, dell’orco russo e, ora, del riscaldamento globale. Basta guardare quel che è successo sulle montagne venete e leggere un paio di commenti come si deve per capire che voi non siete altro che un’emissione di Co2 mascherata, un idrocarburo sparso, un protossido di azoto, ovviamente per ciò stesso responsabili dell’effetto serra. Dovete essere eliminati o, in alternativa, chiusi in casa come sorci allo stesso modo dei no vax. Nel frattempo preparatevi a mettere mano al portafoglio che si sgonfierà rapidamente, come annuncia il nuovo Burioni dell’emergenza climatica, il geologo Mario Tozzi, nel suo articolo sulla Stampa titolato: «C’è un solo colpevole: noi Sapiens». Chiaro no? Colpa nostra. Dunque pagheremo caro e pagheremo tutto. Dietro al nuovo Burioni, come al solito (anche questo è uno schema ormai consolidato), avanza la schiera dei sedicenti esperti: climatologi, meteorologi, glaciologi, geologi. I nuovi Pregliasco, le nuove Capua, i nuovi Bassetti, insomma, che in virtù del noto dogma dell’infallibilità scientifica sono pronti a rilanciare il vangelo dell’ortodossia: tutta colpa dell’uomo, per l’appunto. E basterà nulla per essere bollati come eretici: basterà ricordare, per esempio, che la Groenlandia era verde anche quando non c’erano diesel e centrali a carbone. O basterà dire che sulla Terra le oscillazioni climatiche ci sono sempre state (come fa il professor Franco Prodi, fratello di Romano). O che le politiche green dell’Europa potrebbero dare qualche effetto avverso (come fa il professor Nicola Scafetta). Basterà nulla per finire stritolati dalla nuova Inquisizione a caccia di no sic. Perché, ovvio, il solco è già tracciato dall’aratro mainstream: le politiche green sono il dio, come il vaccino; gli effetti avversi non esistono. E la colpa di ogni sciagura, Marmolada compresa, è di noi poveri tapini: i droni si scateneranno a inseguire chi si fa una doccia esattamente come mesi fa inseguivano chi correva sulla spiaggia. Multa assicurata se lo shampoo dura più di due minuti. Che poi dove sono questi pericolosi no sic? A fronte di una messe copiosa di articoli (Il Giornale, Domani, Open, etc) che hanno denunciato la preoccupante crescita dei negazionisti, di negazionisti per la verità se ne vedono assai pochi. Qualche post strampalato preso in rete (dove a cercare bene si trova di tutto), un paio di messaggi di Enrico Montesano debitamente tagliuzzati, e poco altro. Si può temere tutto ciò? Macché. Pensate che qualcuno sia davvero preoccupato dai no sic? Macché. Anche qui funziona però lo stesso schema già visto con pandemia e emergenza bellica: prima si crea la categoria e la si demonizza, così poi si è liberi infilarci dentro ogni persona che non si assoggetta in tutto e per tutto alla versione ufficiale, anche se questa persona si chiama Prodi o se è uno scienziato riconosciuto come Scafetta. Dissenti da Mario Tozzi? Anche solo di un po’? Hai un dubbio? Ti fai una domanda? Non prendi come oro colato le verità «somministrate» dall’alto (copyright Mario Monti)? Pensi che i decaloghi per risparmiare acqua siano una scemenza? Dubiti dell’infallibilità delle politiche green di Bruxelles? Dubiti soprattutto del fatto di doverle pagare tutte di tasca tua? Ovvio: sei un no sic. Un cattivo maestro. Praticamente un Orsini. O, peggio, un De Donno o un Montagnier da mettere a tacere. E quei segugi degli 007, con l’aiuto dei Copasir e la sempre attenta vigilanza del sottosegretario Franco Gabrielli (governo dei migliori), potranno finalmente partire per la loro nuova missione: dopo la caccia alle spie russe in redazione, la caccia al no sic dentro lo sciacquone. E guai a chi dice che la cosa puzza.
Gianfranco Lande durante un’udienza del processo che l’ha coinvolto (Ansa)
I parenti del consigliere hanno investito una fortuna con Gianfranco Lande. Che per prendere tempo li spingeva a fare «condoni» sui capitali.
Francesco Saverio Garofani in questi giorni viene raccontato come il gentiluomo delle istituzioni, il cattolico democratico che ha attraversato mezzo secolo di politica italiana con la felpa della responsabilità cucita addosso. Quello che nessuno racconta è che lui, insieme a una fetta consistente della sua famiglia, è stato per anni nel giro di Gianfranco Lande, il «Madoff dei Parioli». E che il suo nome, con quello dei tre fratelli, Carlo, Giorgio e Giovanna (che negli atti della Guardia di finanza vengono indicati in una voce cumulativa anche come fratelli Garofani), riempie la lista Garofani nell’elenco delle vittime allegato alla sentenza che ha raccontato, numeri alla mano, la più grande stangata finanziaria della Roma bene, insieme a quello di un certo Lorenzo (deceduto nel 1999) e di Michele, suo figlio, del cui grado di eventuale parentela però non ci sono informazioni.
Getty Images
Travaglio: «Garofani deve dimettersi». Foa: «Non è super partes, lasci». Porro: «È una cosa pazzesca e tentano di silenziarla». Padellaro: «Una fior di notizia che andava pubblicata, ma farlo pare una scelta stravagante». Giarrusso: «Reazioni assurde a una storia vera». L’ex ambasciatore Vecchioni: «Presidente, cacci il consigliere».
Sergio Mattarella (Getty Images)
Il commento più sapido al «Garofani-gate» lo ha fatto Salvatore Merlo, del Foglio. Sotto il titolo «Anche le cene hanno orecchie. Il Quirinale non rischia a Palazzo, ma nei salotti satolli di vino e lasagnette», il giornalista del quotidiano romano ha scritto che «per difendere il presidente basta una mossa eroica: restarsene zitti con un bicchiere d’acqua in mano». Ecco, il nocciolo della questione che ha coinvolto il consigliere di Sergio Mattarella si può sintetizzare così: se sei un collaboratore importante del capo dello Stato non vai a cena in un ristorante e ti metti a parlare di come sconfiggere il centrodestra e di come evitare che il presidente del Consiglio faccia il bis.
Lo puoi fare, e dire ciò che vuoi, se sei un privato cittadino o un esponente politico. Se sei un ex parlamentare del Pd puoi parlare di listoni civici nazionali da schierare contro la Meloni e anche di come modificare la legge elettorale per impedire che rivinca. Puoi invocare provvidenziali scossoni che la facciano cadere e, se ti va, perfino dire che non vedi l’ora che se ne vada a casa. E addirittura come si debba organizzare il centrosinistra per raggiungere lo scopo. Ma se sei il rappresentante di un’istituzione che deve essere al di sopra delle parti devi essere e apparire imparziale.
L’amministratore delegato di Terna Giuseppina Di Foggia
- In vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 circa 300 milioni di euro di investimenti per potenziare le infrastrutture in Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Il progetto include 130 chilometri di elettrodotti completamente «invisibili».
- Sono oltre 300 i cantieri attualmente in corso per sviluppare la rete di trasmissione.






