2022-03-18
Draghi nega scostamenti di bilancio. Le aziende energetiche sono in ansia
L’idea è comunicare l’esito del cdm a Borse chiuse. Nel decreto la norma che consentirà allo Stato di rilevare gli extra profitti delle imprese del settore. Fino magari a seguire l’esempio francese della nazionalizzazione.Durante la conferenza stampa nella quale ha confermato nei fatti la proroga del green pass, Mario Draghi ha anticipato una notizia relativa al Consiglio dei ministri di oggi. «C’è una necessità, bisogna affrontarla e prendere dei provvedimenti, che devono essere adeguati. Chiedere uno scostamento?», ha detto Draghi rivolgendosi chiaramente all’alleato di governo Matteo Salvini. «In realtà bisognerebbe chiedersi se i provvedimenti del governo sono adeguati e appropriati. Poi come ci si arriva è un altro discorso. Quindi non è previsto uno scostamento di bilancio». Il sillogismo va preso così come è. Evidentemente la scelta di Draghi non può essere messa in discussione.Apre però a una serie di interrogativi sull’efficacia degli interventi che saranno partoriti stasera. Perché l’idea, a quanto risulta alla Verità, è comunicare l’esito del Cdm soltanto a Borse chiuse. Uno dei due pilastri del decreto sarà infatti una norma che consentirà allo Stato di appropriarsi dei cosiddetti extra profitti delle aziende energetiche. I toni e le modalità spiegheranno le eventuali perdite dei titoli azionari il prossimo lunedì. Comunicare a gamba tesa mentre i listini sono in negoziazione sarebbe un problema aggiuntivo. In pratica il nostro governo vuole seguire l’impronta francese. L’ipotesi di Emmanuel Macron è nazionalizzare alcune società del settore energetico nell’ambito di un piano per sostenere l’indipendenza energetica. Parigi ha spiegato che una mossa di questo tipo rientrerebbe nel più ampio piano per rivedere il mercato energetico, separando i prezzi di luce e gas. «Lo Stato dovrà prendere in mano diversi aspetti del settore energetico. Dovremo prendere in mano diversi attori industriali», ha aggiunto, spiegando la sua strategia energetica in vista delle elezioni presidenziali del 10 aprile. Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, il governo francese, che possiede l’84% di Edf, starebbe valutando se rilanciare un piano per nazionalizzare l’utility altamente indebitata e riorganizzare il suo business con un focus sulla produzione nucleare. Macron, sempre ieri, ha ribadito che spingerà per la costruzione di nuove centrali nucleari e punterà sulle energie rinnovabili nell’ambito dell’impegno per sostituire i combustibili fossili e rendere la Francia carbon neutral entro il 2050.L’esempio di Edf va preso in considerazione con attenzione. I francesi sono stati i primi a sottrarre gli extra profitti, salvo poi essere costretti a fare un aumento di capitale e ora preparano la nazionalizzazione. Per Roma si prospetta la stessa strada. E non sappiamo dire se sia un male in assoluto. Certo, i francesi sono abituati a gestire gli asset pubblici. Da noi invece non è la stessa cosa. Basti pensare a Ilva. Speriamo che la norma del Cdm di stasera non sia troppo invasiva o mobile come l’accisa annunciata ieri dal ministro Roberto Cingolani. Il secondo pilastro del decreto odierno riguarderà la possibilità di utilizzare l’extra gettito dei mesi di gennaio, febbraio e delle prime due settimane di marzo per abbassare di almeno 15 centesimi il prezzo finale della benzina alla pompa. Bene ricordare che il 55% del costo che ricade sugli automobilisti deriva da imposte e accise. È un po’ un gioco delle tre carte. Evidentemente la sola strategia adesso è sperare che termini la guerra e si sciolgano i nodi logistici che stanno facendo impazzire i prezzi delle materie prime, in primis quelle energetiche. nel complesso potrebbe comunque arrivare qualche beneficio nella riorganizzazione del comparto fiscale. Nei prossimi giorni l’Aula tornerà a occuparsi della legge delega che comprende anche la riforma del catasto. Ieri è stata presentata una prima bozza di interventi proposti dal governo. Dentro anche un impegno generico di «non incremento della pressione tributaria». Si tratta di un «punto di partenza positivo, ma Forza Italia ha l’ambizione di fare molto di più», spiega l’azzurro Alessandro Cattaneo. «Abbiamo annunciato questa riforma come una grande rivisitazione del fisco, servono fatti e anche coperture. Continuiamo il nostro impegno sul taglio delle tasse : via l’Irap, giù Irpef, flat tax fino a 100.000 euro e fattore famiglia». Vedremo che succederà sul tema del mattone. È il punto su cui il governo ha deciso si andare avanti a testa bassa nonostante sia nel 2021 che recentemente il Parlamento, in merito alle tasse sugli immobili, si sia detto contrario allo spostamento dal calcolo reddituale a quello patrimoniale. Il rischio è che il governo metta la fiducia per evitare che il Def, documento di finanza pubblica, previsto per la fine del mese, subisca contraccolpi indesiderati. Certo, resta sempre il fatto che per l’ennesima volta il Parlamento non potrà esercitare le proprie funzioni.
Jose Mourinho (Getty Images)