2022-02-24
Draghi mena Speranza: «È ora di cambiare»
Il premier annuncia l’addio tardivo all’emergenza (colori, quarantene e mascherine fuori) dopo il 31 marzo. Il pass rafforzato però resta: inizierà a sparire solo all’aperto. La Lega esulta e nasce la fronda aperturista nel M5s. Oggi fiducia sull’obbligo agli over 50.«Voglio annunciare che è intenzione del governo non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo»: Mario Draghi, in visita al teatro del Maggio musicale fiorentino, annuncia la tanto attesa primavera italiana, mette a tacere i pasdaran delle chiusure guidati da Roberto Speranza e si schiera dalla parte di chi ormai da mesi chiede che, di fronte al drastico calo dei contagi, il nostro Paese possa tornare alla normalità: «Da allora», aggiunge il premier, «non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate. Le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto, e quello delle mascherine Ffp2 in classe. Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo della carta verde rafforzata, a partire dalle attività all’aperto», aggiunge Draghi, «tra cui fiere, sport, feste e spettacoli. Continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze. Ma il nostro obiettivo è riaprire del tutto, al più presto». Nonno Mario torna a fare Draghi, finalmente, e con poche semplici parole archivia zone gialle e rosse, libera i volti dei bambini dalle mascherine in classe, traccia il solco dell’abolizione dell’obbligo del green pass rafforzato, ovviamente a partire dalle attività che si svolgono all’aperto. Le parole del premier vengono accolte da un applauso lunghissimo, sono circa 500 i presenti, tra sindaci, imprenditori, rappresentanti di categorie economiche e sociali, esponenti del mondo della cultura. Esulta la Lega: «Grazie al presidente Mario Draghi», commenta Matteo Salvini, «per aver confermato che lo stato di emergenza non sarà prorogato. È un’altra buona notizia per l’Italia, fortemente auspicata dalla Lega, che si aggiunge ad altre scelte concrete come il recente decreto Energia. La Lega è al governo anche per suggerire decisioni di buonsenso come queste». «Molto bene la fine dello stato di emergenza a partire da aprile», argomentano i capigruppo del Carroccio alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, «così come chiesto da Matteo Salvini e dalla Lega. Ringraziamo il presidente Draghi che ha compreso perfettamente la situazione degli italiani, che hanno voglia di tornare alla normalità. Ora, però, occorre fare l’ultimo passo», aggiungono, «e togliere anche il green pass, che con questi numeri della pandemia non ha più alcun senso». Sembra l’annuncio della fine di una guerra, o almeno dell’imminente fine di una guerra. Anche mentre lascia il teatro, Draghi continua a essere applaudito, risponde ai saluti della folla, una liberazione. Ha voluto essere lui in prima persona, in una location di enorme significato culturale, a annunciare l’imminente fine delle restrizioni: il presidente del Consiglio può ora guardare con maggiore fiducia al proseguimento dell’attività del suo governo, considerato che le fibrillazioni più pericolose nella maggioranza erano legate proprio alle restrizioni. Fiducia, così come quella posta dal governo alla Camera sul decreto sull’obbligo vaccinale per gli over 50, la cui votazione è prevista per la mattinata di oggi. Fiducia posta per evitare che le tensioni interne ai partiti di maggioranza, la voglia di lasciarsi alle spalle queste restrizioni così dure, le più dure d’Europa, potessero creare incidenti in Parlamento. Nel M5s, del resto, gli argini della «disciplina di partito» sono già crollati. Lo dimostra la presentazione di un ordine del giorno da parte del deputato pentastellato Davide Serritella, che impegna il governo «a valutare l’opportunità di prevedere, con un prossimo provvedimento normativo, nel rispetto della curva epidemiologica, l’abolizione al termine dello stato di emergenza, dell’obbligo di certificazioni verdi da Covid, in qualsiasi forma, nonché delle sanzioni amministrative e le restrizioni a esso connesse, fatta eccezione per l’obbligo vaccinale previsto per gli over 50 e dell’utilizzo obbligatorio delle mascherine al chiuso e nei luoghi all’aperto laddove si configurino assembramenti o affollamenti». L’ordine del giorno reca, oltre a quella di Serritella, le firme di altri 22 deputati pentastellati. Già la scorsa settimana, Serritella, nel corso di un’assemblea da remoto dei parlamentari grillini alla presenza di Giuseppe Conte, aveva annunciato l’intenzione di proporre un ordine del giorno più o meno identico, ma Giuseppi aveva stoppato la sua iniziativa. Anche stavolta, a quanto risulta alla Verità, il direttivo del gruppo ha tentato di far riformulare l’ordine del giorno a Serritella, di annacquarlo, ma il parlamentare si è rifiutato ed è andato avanti per la sua strada, forte del consenso che la sua posizione fa registrare tra la stragrande maggioranza dei suoi colleghi, che non sono più disposti a seguire pedissequamente le indicazioni «chiusuriste». «Sono molto soddisfatto per le parole di Draghi», dice Serritella, «insieme a tanti colleghi abbiamo portato avanti la battaglia per il ritorno alla normalità».