2021-05-13
Draghi lascia ancora l’Italia in catene. L’unica piccola svolta riguarda il turismo
Mario Draghi (Rita Franca/NurPhoto via Getty Images)
Super Mario frena e parla di «gradualità». Nessuna novità sul coprifuoco fino a lunedì. Il mondo dei matrimoni si ribella.Mariastella Gelmini, Giancarlo Giorgetti (ma anche la renziana Elena Bonetti) volevano anticipare la cabina di regia.Lo speciale contiene due articoli. «Dobbiamo essere attenti a bilanciare le ragioni dell'economia con quelle della salute». Una frenata sulle riaperture, poi un piccolo colpo di acceleratore sul turismo. In Aula alla Camera, nel corso del question time, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, fa l'equilibrista, e non potrebbe essere altrimenti, considerata la natura della maggioranza che sostiene il suo governo. Tra un centrodestra che vorrebbe aprire il più possibile al più presto (con il sostegno di Italia viva) e una sinistra molto più cauta (con l'appoggio dell'ala del M5s che fa riferimento a Giuseppe Conte), Draghi sceglie la via di mezzo: sì a qualche segnale di ritorno alla normalità, ma solo tenendo d'occhio l'evoluzione della curva pandemica. La richiesta di Lega e Forza Italia di esaminare, in cabina di regia, il nodo riaperture e la questione dello spostamento del coprifuoco questa settimana, viene respinta, ma senza traumi: se ne discuterà già lunedì prossimo. Del resto, il governo attende i dati del monitoraggio sul Covid di venerdì prossimo: se il miglioramento sarà confermato, già martedì prossimo, in Consiglio dei ministri, il coprifuoco verrà spostato dalle 22 alle 23. Probabile pure la possibilità per i centri commerciali di aprire durante i fine settimana. Per il resto (ristoranti al chiuso, consumo al bancone dei bar) tocca aspettare. Così come per i matrimoni: Draghi risponde a una interrogazione di Forza Italia legata al wedding, e delinea la road map del governo: «La questione del settore delle cerimonie», dice Draghi, «sarà all'attenzione della prossima cabina di regia a Palazzo Chigi, che si terrà lunedì 17 maggio. Quella sarà l'occasione per dare maggiori certezze a tutto il comparto che ha subito danni economici significativi. Dobbiamo però essere attenti», avverte il presidente del Consiglio, «a bilanciare le ragioni dell'economia con quelle della salute. I matrimoni sono un'occasione di socialità che può favorire la diffusione del contagio. Come in altri casi, il governo intende adottare un approccio graduale e allentare le restrizioni a seconda dell'andamento epidemiologico e della campagna vaccinale». «Come in altri casi»: Draghi parla di cerimonie ma in realtà illustra la linea che ha intenzione di seguire in relazione a tutte le attività economiche, ovvero quella della prudenza. Il motivo? Semplice, e sintetizzato alla perfezione da quanto spiega alla Verità una fonte di governo: «Il presidente Draghi vuole riaprire per non chiudere più». La preoccupazione del premier è esattamente questa: correre troppo in fretta ed essere poi costretti a innestare la retromarcia, danneggiando ancora di più l'economia italiana e rischiando di rovinare la stagione turistica. «Il governo», aggiunge Draghi in relazione ai matrimoni, «resta comunque vicino agli operatori del settore. Permettetemi poi di rivolgere un pensiero alle tante coppie che stanno programmando i loro matrimoni. Capisco la loro preoccupazione: il festeggiamento di una circostanza così importante», sottolinea Draghi, «è un desiderio che abbiamo avuto tutti. È fondamentale però avere ancora un po' di pazienza, per evitare che quella che deve essere un'occasione di gioia e spensieratezza si trasformi in un potenziale rischio per i partecipanti». Arriva a stretto giro la dura protesta delle aziende del settore: «No, caro presidente», sottolinea Serena Ranieri, presidente di Federmep (Feder matrimoni ed eventi privati), «a questo gioco al massacro noi non ci stiamo. Ci siamo permessi l'impegnativa citazione per evidenziare la delusione nell'ascoltare le parole che ha pronunciato alla Camera. Parole che offendono la verità e che rischiano di massacrare un settore che, oltre che realizzare i sogni di decine di migliaia di coppie ogni anno, rappresenta un fiore all'occhiello del Paese nei mercati internazionali e un volano per altre filiere economiche. Dalle sue parole», aggiunge la Ranieri, rivolgendosi a Draghi, «emerge un'equazione: feste uguale contagi. Ha prova che i nostri eventi rappresentino dei focolai? Se sì ce le porti, altrimenti respingiamo l'accusa. Crediamo di poter affermare, per limitarci a un esempio, che il virus preferisca gli autobus angusti e affollati alle nostre feste all'aria aperta. No, caro presidente, non siamo gli untori. Le ultime ondate di contagi sono avvenute durante il fermo forzato delle cerimonie: questi sono i fatti. Per il precedente governo siamo stati fantasmi», conclude la Ranieri, «oggi non ci stiamo a passare per capri espiatori». Sul turismo, rispondendo a una interrogazione del Pd, Draghi è più ottimista: «Il nostro obiettivo», dice il presidente del Consiglio, «è riaprire al più presto l'Italia al turismo nostro e a quello straniero. Secondo il calendario del commissario straordinario», argomenta Draghi, «tra fine giugno e inizio luglio avremo vaccinato almeno con una dose le persone fragili e quelle maggiori di 60 anni, che rappresentano quelle più a rischio. Per quanto riguarda i flussi turistici, prevediamo di ampliare la sperimentazione dei voli Covid tested, che includa più linee, più rotte e più aeroporti. È poi in corso una revisione delle misure esistenti per i Paesi Schengen per permettere accessi a fronte della presentazione di un tampone negativo e senza quarantena. Per quanto riguarda i Paesi del G7 (specialmente Usa, Canada e Giappone)», conclude Draghi, «saranno favoriti gli ingressi senza quarantena in caso di certificazione vaccinale».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/draghi-lascia-ancora-litalia-in-catene-lunica-piccola-svolta-riguarda-il-turismo-2652964616.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="spiazzati-i-ministri-di-centrodestra-che-avevano-esultato-troppo-presto" data-post-id="2652964616" data-published-at="1620844672" data-use-pagination="False"> Spiazzati i ministri di centrodestra che avevano esultato troppo presto Il giallo della frenata di Mario Draghi sulle riaperture, alla fine, non è un giallo, almeno a quanto riferiscono alla Verità fonti di governo molto bene informate sul dossier. L'idea di riunire già questa settimana la cabina di regia, che poi altro non è che una riunione tra il premier e i capidelegazione dei partiti di maggioranza, è sempre rimasta tale: un'idea, o meglio una proposta, o meglio ancora una richiesta di Lega, Forza Italia e Italia viva. Una richiesta che l'altro ieri è stata ufficializzata, nel corso della cabina di regia sul decreto Sostegni bis, da Mariastella Gelmini di Forza Italia, Giancarlo Giorgetti della Lega ed Elena Bonetti di Italia viva. Ufficializzata, tra l'altro, in maniera abbastanza irrituale, quando il presidente del Consiglio, Mario Draghi, aveva già lasciato il vertice: a essere sottoposto al pressing del centrodestra di governo e dei renziani è rimasto così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, che altro non ha potuto fare che riferire a Draghi quanto era accaduto. La risposta del premier la conosciamo: niente da fare, se ne parla lunedì. Del resto, fanno notare le nostre fonti, è tecnicamente impossibile svolgere una cabina di regia sulle riaperture prima dell'analisi dei dati sul monitoraggio dell'epidemia, monitoraggio che avviene il venerdì. Sulla base dei dati, infatti, si può procedere alla discussione sulle riaperture e sul coprifuoco, come ha sempre detto Draghi. Non solo: domani, venerdì 14 maggio, saranno passati 18 giorni dalle riaperture dello scorso 26 aprile, dalle scuole ai locali all'aperto ai luoghi di cultura. C'è attesa per verificare se questi primi allargamenti delle maglie anti Covid abbiano sortito effetti negativi, anche se i dati giornalieri inducono tutti all'ottimismo. Lunedì quindi la cabina di regia convocata da Draghi sulle riaperture avrà a disposizione elementi fattuali per prendere le decisioni, a partire dallo spostamento alle 23 del coprifuoco e dalla riapertura dei centri commerciali nei fine settimana. L'impressione che si ricava dalle indiscrezioni è che all'interno dei gruppi parlamentari di Lega e Forza Italia in particolare ci sia un po' di preoccupazione riguardo all'effettiva coincidenza tra gli indirizzi dati ai ministri dai vertici di partito e l'azione effettiva dei ministri stessi. In sostanza, c'è chi ritiene che le compagini ministeriali del Carroccio e di Forza Italia abbiano in Consiglio dei ministri un atteggiamento più «morbido» rispetto a quanto viene concordato in sede di pre Consiglio, ovvero nelle riunioni che si tengono (o dovrebbero tenersi) regolarmente tra i leader dei partiti e i rispettivi esponenti al governo. Naturalmente, va anche sottolineato che la composizione stessa della maggioranza che sostiene Draghi, che va da Leu alla Lega, rende molto difficile tradurre in atti di governo gli indirizzi politici elaborati dai singoli partiti: quando si tratta di riaperture, per fare un esempio, la Gelmini e Giorgetti si trovano con Forza Italia e Lega che spingono per ottenere il massimo, ma poi in Cdm c'è da fare i conti con Speranza, Franceschini e compagnia chiudente che tirano il freno a mano. A quel punto, a Draghi spetta il compito di fare la sintesi e decidere. Tra l'altro, chiedere una cabina di regia sulle riaperture quando il presidente del Consiglio ha lasciato la riunione e poi correre a comunicarlo alle agenzie di stampa non è esattamente il modo migliore per ottenere risultati. Ma questa è un'altra storia.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)