2021-09-08
Draghi disarma il Pd e non mette la fiducia. Così la Lega può dire qualche «no» a parole
Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Ansa)
L'Aula boccia gli emendamenti contro l'obbligo di carta verde. Il Carroccio vota con Fdi ed Enrico Letta strepita: «Gravissimo».Sul decreto legge green pass si consuma l'ennesima giornata di polemiche alla Camera. Ieri mattina la maggioranza ritira tutti gli emendamenti, evitando il voto di fiducia, e la Lega può concedere al suo elettorato la soddisfazione di astenersi su un emendamento chiave di Fratelli d'Italia e l'Alternativa c'è, teso a sopprimere l'articolo 3, ovvero quello che introduce l'obbligo della certificazione verde per accedere tra l'altro ai ristoranti al chiuso, ai cinema e ai teatri, e di votare a favore di altri tre, che prevedono l'esenzione dei soli ristoranti. Inevitabili le polemiche di Partito democratico, Movimento 5 stelle e sinistre varie, ma in questo modo, considerato che i numeri consentono alla maggioranza di non rischiare nulla, Matteo Salvini può scongiurare il rischio di lasciare campo libero a Giorgia Meloni, la quale, stando all'opposizione, non deve assumersi responsabilità e può continuare a cavalcare il malcontento contro il green pass. Un colpo al cerchio e uno alla Meloni: la Lega non può permettersi di sacrificare sull'altare della stabilità di governo tutte le sue battaglie di bandiera, lasciando la leader di Fratelli d'Italia libera di rosicchiare consensi. E del resto al premier, Mario Draghi, l'unica cosa che interessa è che i provvedimenti vadano in porto senza problemi: troppo esperto, il presidente del Consiglio, per non sapere che un partito come il Carroccio è sostanzialmente costretto, in alcuni casi, a differenziarsi da sinistre e M5s.La giornata di ieri inizia dunque con la notizia del ritiro degli emendamenti al decreto green pass presentati dalla maggioranza, Lega compresa, che da sola ne aveva presentati 900, una decisione che scongiura l'ipotesi di un voto di fiducia. «È un passo avanti: qualcuno», commenta Salvini, «voleva mettere la fiducia eliminando qualsiasi discussione in Parlamento e fortunatamente non è stato così. Noi abbiamo dimostrato buona volontà trasformando gli emendamenti in ordini del giorno. Ora è chiaro che se ci bocciano le proposte in Aula voteremo di conseguenza». Proposte, quelle del Carroccio, che riguardano «i tamponi gratuiti soprattutto per i minori», argomenta il leader della Lega, «disabili e famiglie numerose e per garantire il diritto alla scuola e anche all'università. Non è mai stata in discussione la fiducia in Mario Draghi e nel governo, però visto che per molti il vaccino è sostanzialmente obbligatorio altrimenti non lavori, perché non è lo Stato a farsi carico degli eventuali risarcimenti di eventuali danni come in altri casi? Vediamo come ci risponderanno su questi temi, come sui tamponi gratuiti. Se ci sono emendamenti che noi condividiamo», aggiunge Salvini, «da chiunque arrivino noi li sosteniamo».Sull'obbligo vaccinale, ipotesi ancora in campo nonostante gli ottimi risultati della campagna di vaccinazione, Salvini è determinato: «Ribadiamo il no a qualsiasi tipo di obbligo», conferma il leader del Carroccio, «visto che gli italiani, in 40 milioni, hanno già scelto liberamente. Noi stiamo lavorando per garantire salute, lavoro e libertà senza parlare di chiusure e lockdown come fa il ministro Roberto Speranza, gettando tutti nello sconforto. Se uno vuole imporre un obbligo vaccinale, dovrebbe prevedere dei risarcimenti per eventuali danni causati. Se mi obblighi a fare una cosa», precisa Salvini, «che poi, Dio non voglia, mi crea problemi, allora mi risarcisci».Tornando alla certificazione verde e alla seduta di ieri alla Camera, è Claudio Borghi ad annunciare l'astensione della Lega sull'emendamento di Fdi e Ac soppressivo del green pass: «Vogliamo cercare di procedere in un clima costruttivo», spiega Borghi, «sono già stati ottenuti dei miglioramenti e altri suppongo siano in via di ottenimento attraverso ordini del giorno mirati. Inoltre, invece di esautorare l'Aula da questo sacrosanto dibattito il fatto di arrivare a un dialogo e a compromessi reciproci è quello che un Parlamento dovrebbe fare, invece che muro contro muro e schieramenti ideologici. Sarebbe offensivo in questo clima chiudere la porta», aggiunge Borghi, «confidiamo che il governo accoglierà alcune modifiche di buon senso che ci sono negli emendamenti presentati dai colleghi». L'emendamento viene bocciato in scioltezza, con 59 voti a favore, 260 contrari e 82 le astensioni.Bocciati, ma questa volta con il voto favorevole della Lega, gli emendamenti che puntano a eliminare l'obbligo del green pass per i ristoranti al chiuso (uno di Fratelli d'Italia, uno della deputata di Forza Italia Veronica Giannone e uno da parte di l'Alternativa c'è). I voti a favore sono 134, i contrari 270 e 4 gli astenuti. La votazione si svolge a scrutinio segreto, il Carroccio può permettersi serenamente di votare in maniera differente dal resto della maggioranza perché i numeri sono comunque blindati. Rischi per il governo? «Zero», argomenta Matteo Salvini, poco prima del voto, «non penso che il governo dipenda dal fatto che uno voglia andare al ristorante a mangiarsi la pizza con o senza il green pass. Penso che il governo abbia altre sfide ben più ambiziose rispetto a queste». Puntuali le polemiche da parte di grillini e sinistre, a cominciare dal segretario dem, Enrico Letta («Gravissimo, sono inaffidabili!»), mentre Giorgia Meloni, da parte sua, esprime soddisfazione per la scelta della Lega: «Ne sono contenta», commenta la Meloni, «perché continuo a ritenere il green pass una misura irragionevole, che non risolve molto sul tema del contenimento del contagio e in compenso aiuta a distogliere l'attenzione su tutto quello che manca da parte di questo esecutivo come ad esempio il potenziamento dei mezzi pubblici. Sono contenta», aggiunge la Meloni, «se quella parte del centrodestra che ha scelto di sostenere Mario Draghi non si piega alla volontà della sinistra».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
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