2019-10-11
Dopo l’attacco di Parigi la polizia sommersa da minacce di stampo Isis
Da quando l'islamista Mickaël Harpon ha ucciso 4 persone nella questura della capitale, nei commissariati cresce il timore di nuovi assalti armati.Il terrorismo islamico ora minaccia direttamente i commissariati di polizia francesi. Dopo l'attacco mortale del 3 ottobre al cuore della polizia francese - sferrato da Mickaël Harpon, un informatico radicalizzato - alcuni sindacati di categoria hanno denunciato dei messaggi pieni di minacce, registrati sulle segreterie telefoniche di almeno sei commissariati dell'Ile-de-France. In totale, secondo la radio France Bleue Ile-de-France, le telefonate contenenti minacce e propaganda islamista, sarebbero settantaquattro. Il contenuto delle registrazioni - realizzate tra il 6 e l'8 ottobre scorsi - non lascia spazio a fraintendimenti. Come scrive sul proprio sito, il sindacato Vigi Police le chiamate ricevute in uno dei commissariati, contenevano estratti del brano La mia vendetta, pubblicato il 5 luglio 2016 dall'Al-Hayat Media Center, l'organo di propaganda di Daesh. Il testo della canzone contiene questi due passaggi: «Il mio kalashnikov è armato, i civili disarmati, elimino dei francesi" e “dopo questi anni di lotta senza sosta, il califfato rinasce, la vendetta risuona". I comunicatori del califfato islamico avevano aggiunto alla canzone un video girato il 14 luglio 2016, durante l'attentato di Nizza, quando il tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhlel aveva ammazzato più di 80 persone, travolgendole con un camion. Le telefonate islamiste ai commissariati, hanno fatto crescere ancora di più l'inquietudine tra i poliziotti che temono episodi come quello accaduto nella cittadina di Magnanville, alle porte di Parigi. Lì vivevano Jean-Baptiste Salvaing e sua moglie Jessica Schneider che la sera del 13 giuno 2016 sono stati ammazzati, davanti al loro bambino di 3 anni, da Larossi Aballa. Questo terrorista islamico aveva ottenuto l'indirizzo della coppia grazie a degli islamisti infiltrati nelle forze dell'ordine. I timori dei poliziotti è giustificato dal fatto che l'inchiesta aperta dopo la carneficina alla prefettura parigina, ha permesso di scoprire che Harpon possedeva una chiavetta Usb piena di dati sensibili su molti poliziotti. Ma non sono solo gli agenti a rischiare. Secondo un comandante citato dal settimanale Le Canard Enchainé se l'attentatore «ha potuto accedere alle lista delle nostre fonti infiltrate nelle moschee salafite, rischiamo di dover piangere presto altri morti». Il problema è che, secondo un altro «alto graduato» citato sempre dal settimanale, Harpon aveva accesso a tantissimi dossier, anche «a quello in cui figurano le identità delle talpe». La delicatezza delle informazioni contenute nella chiavetta è confermata dal fatto che 160 investigatori stanno lavorando sulla sua analisi. In particolare si sta cercando di capire se e come siano state diffuse contenute nel supporto informatico. Nel frattempo deputati e senatori francesi vogliono vederci più chiaro sul perché le informazioni sulla radicalizzazione in possesso di funzionari della prefettura non abbiano portato al licenziamento di Harpon. Anche se ricopre l'incarico di ministro dell'interno solo da circa un anno, Christophe Castaner è ritenuto uno dei principali responsabili di questo enorme malfunzionamento dell'intelligence. Per tale ragione, da martedì a ieri, è stato convocato già tre volte dalla delegazione parlamentare sui servizi - una specie di Copasir composto da 8 tra deputati e senatori - nonché dalla commissione delle leggi dell'Assemblea nazionale e da quella del Senato. Le opposizioni hanno chiesto nuovamente le dimissioni di Castaner, ma nonostante questo suo ennesimo fallimento - che arriva dopo le ombre rimaste sull'affaire Benalla e la gestione disastrosa della crisi dei gilet gialli - il ministro continua a beneficiare delle protezioni di Edouard Philippe e, soprattutto, di Emmanuel Macron. Quel che è certo è che il responsabile del Viminale francese, ha perso molta della fiducia che riponevano in lui i poliziotti.Nel Paese, intanto, si misura una tensione crescente. Da un lato sono sempre più numerose le voci di cittadini, media indipendenti e amministratori locali che chiedono di smetterla con i discorsi politicamente corretti nei confronti degli islamisti. Dall'altro però si registra una tendenza alla vittimizzazione da parte di quella nebulosa di movimenti e individui legati al mondo musulmano d'Oltralpe, che in passato potevano essere considerati come moderati. Da qui la difficoltà per le autorità di prendere delle decisioni che potrebbero essere considerate islamofobiche. Per esempio, ci sono voluti due giorni prima che venisse vietata una manifestazione, prevista per ieri a Gonesse, per riabilitare la figura di Mickaël Harpon. L'iniziativa era stata organizzata da un ex candidato «delle banlieue» alle europee, Hadama Traoré, che poi è stato fermato dalla polizia. Tuttavia interventi sui processi di segnalazione della radicalizzazione e sulle norme che autorizzino il loro licenziamento dalla pubblica amministrazione sono estremamente urgenti. Secondo il settimanale L'Obs, Françoise Bilancini, capo dei servizi d'informazione alla prefettura di Parigi, l'11 dicembre 2018 è stata sentita a porte chiuse dalla missione dell'Assemblea nazionale che indaga sulla radicalizzazione nei servizi pubblici. Nell'audizione la funzionaria avrebbe confermato tre radicalizzazioni nella prefettura della capitale francese. Avrebbe però anche lamentato le difficoltà a denunciare e allontanare i soggetti. Il problema è che dopo l'attentato del 3 ottobre si è scoperto che qualche tentativo di alleggerire il profilo del terrorista c'è stato. Secondo Noam Anouar, delegato generale del sindacato di polizia Vigi Police «la prefettura ha tentato di occultare la radicalizzazione» di Harpon. In ogni caso, in Francia ci sarebbero almeno altri 19 poliziotti radicalizzati, attualmente seguiti dai servizi della polizia stessa. Il dato è stato diffuso da Le Parisien, ma secondo altre stime, i poliziotti con simpatie terroriste sarebbero molti di più. Poi, come ha scritto più volte La Verità, in altri servizi pubblici francesi la situazione è ancora più preoccupante. È il caso di alcune società di trasporti o aeroportuali. Ma la presenza di radicalizzati nella polizia cambia tutto e, tra l'altro, azzera la fiducia riposta nei servizi segreti francesi dai loro omologhi stranieri.