2020-12-30
Dopo i flop spaziali ora il nipote di Prodi fa l'allarmista sulla pandemia
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In questi anni Roberto Battiston ha cercato di ritagliarsi un nome nell'industria aerospaziale nonostante i non brillanti risultati lasciati in eredità dalla sua gestione dell'Asi. Dalla fine dell'estate ha iniziato a intervenire sul coronavirusIn un Paese dove sono tutti allenatori di calcio, dove i virologi parlano di politica e dove i politici fanno i virologi, non poteva mancare la figura dei fisici che decidono di parlare di epidemie. E' il caso di Roberto Battiston, ex presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, noto soprattutto per aver sposato una nipote dell'ex presidente del Consiglio Romano Prodi. In tutti questi anni Battiston ha cercato di ritagliarsi un nome nell'industria aerospaziale nonostante i non brillanti risultati lasciati in eredità dalla sua gestione dell'Asi. Ma dalla fine dell'estate ha iniziato a intervenire sulla pandemia. Lo fa con interviste, editoriali e ricerche dai toni sempre allarmistici. Il 10 dicembre, per esempio, annotava nell'ennesima articolessa sul Corriere della sera l'andamento anomalo dell'indice di contagio in Lombardia. Nell'ultima settimana ha già concesso ben due interviste a Repubblica, e sempre al Corriere, sul fatto del rischio di una terza ondata a gennaio. Le sue analisi sono sferzanti. Domanda della giornalista: «Come vede la riapertura delle scuole?» Risposta: «Penso che il governo e le regioni abbiano ben presente l'importanza della gestione delle scuole». Insomma, non si poteva proprio fare a meno dell'opinione di Battiston anche in ambito epidemiologico. Del resto nello spazio il «Nipoton» di Prodi non sembra abbia più molto altro da dire. Negli ultimi anni si calcolano più insuccessi che successi. Basti pensare alla recente sfida per la direzione generale dell'Esa, l'agenzia spaziale europea. Già il governo non aveva di certo brillato candidando Simonetta Di Pippo, ma Battiston è riuscito a fare di peggio. Si è autocandidato, con l'Italia unico paese rappresentato da due candidati, e ha perso doppiando la sconfitta alla presidenza del Cnr dello scorso febbraio dove il suo nome non è stato considerato tra i cinque di altissimo livello scelti dalla Commissione di selezione. La Di Pippo avrebbe perso lo stesso, ma in questo modo i 5 Stelle hanno iniziato a accusare solo lui della debacle italiana. I flop non finiscono qui. La Fondazione Amaldi, da lui lanciata durante la presidenza di Asi, si ritrova sempre più in difficoltà economiche come già denunciato dal nostro giornale. E se entro pochi giorni non presenterà un piano realistico di rientro di almeno 130.000 euro (quota utenze 2020 non ancora pagate) scadrà l'accordo di comodato d'uso con l'Agenzia spaziale Italiana. Ma i problemi non finiscono su questo problema. Come non ricordare nel curriculum «spaziale» di Battiston la vicenda legata al rivelatore Ams-02, ovvero lo Spettrometro Magnetico Alfa, da ormai 10 anni in orbita per misurare particelle di raggi cosmici e catturare isotopi di elio. Al nostro paese costa quasi 300.000 euro all'anno e in teoria, nel 2010, era nato, con un gran battage pubblicitario del nostro, per trovare l'antimateria. Peccato che al momento non l'abbia ancora trovata. E resteremo legati all'operazione fino al 2028. A confermarlo è stato lo stesso Battiston che lo scorso anno spiegò in un'intervista dove veniva definito "Cacciatore di antimateria", ma dove in realtà forniva assist proprio ai suoi critici. «Quella dell'elio cosmico – trovato in misura del 20% - era una misura attesa da tempo perché è sempre stata considerata il punto di riferimento per capire un possibile componente dell'antimateria», spiegava Battiston. Ma come spiegò un esperto fisico di fama mondiale a Panorama. «L'anti-elio è vera materia oscura, ma in nove anni non è stato ancora mai visto e a questo punto temo che non ci riusciranno, tenendo conto dei limiti oggettivi tecnologici dell'attuale rivelatore montato sulla ISS. Infatti pochi sanno che lo strumento che, forse, avrebbe potuto vedere qualcosa, ideato dal premio Nobel Ting a cui il nostro si era associato, si è rotto prima del suo trasporto sulla ISS ed è stato montato il "muletto" con una sensibilità significativamente inferiore di quanto necessario. Per salvare la faccia nulla è trapelato al momento ed ecco perché nulla di significativo è stato rivelato. Gli anti-protoni che vedono "potrebbero" essere della stessa origine, ma in realtà possono essere prodotti da varie sorgenti e non garantiscono un bel nulla». Oltre alla ricerca dell'antimateria, Battiston in questi anni si è anche dato da fare sviluppando con i suoi colleghi sensori satellitari che sarebbero dovuto servire a cercare di prevenire i terremoti. E così nel 2014 da presidente dell'Asi ha stretto un accordo con la Cina su cui il nostro Paese ha investito svariati milioni di euro. Stiamo parlando del programma Cses che punta a realizzare un sistema di monitoraggio delle perturbazioni dei campi elettromagnetici, del plasma e delle particelle nella ionosfera. I cinesi avevano provato a venderlo in tutto il mondo, ma nessuno aveva voluto dare loro corda, giustamente, verrebbe da dire. Il primo satellite è stato lanciato nel febbraio 2018, mentre il secondo dovrebbe andare in orbita nel 2021. Il costo della nostra partecipazione è di 8,5 milioni per il triennio 2019-2021, sostenuti dall'Asi e altri centri di ricerca. In una relazione tecnica di qualche anno fa sul Cses, esperti spiegarono che cercare di prevenire i terremoti tramite i satelliti era praticamente impossibile. Anche perché alcune precipitazioni di particelle delle fasce di Van Allen segnalano terremoti solo oltre i cinque gradi della scala Richter e spesso si manifestano «alcune ore dopo» l'evento; peraltro soltanto se fortuitamente il satellite sta passando in quei minuti in prossimità del luogo oggetto del terremoto. Insomma, prima non è possibile prevedere alcunché. Speriamo che le previsioni sull'emergenza sanitaria siano un po' più calibrate ma, in fin dei conti, queste elucubrazioni vanno a sommarsi al chiacchiericcio che da più parti si accavalla annullandosi e creando ulteriori perplessità sulla serietà dei cosiddetti esperti o autoqualificatisi come tali.
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