2022-12-31
Dl Rave, Fontana usa la ghigliottina inventata da Violante e amata dalla Boldrini
Sì all’ultimo, 13 deputati di Fi disertano il voto. Opposizioni in rivolta, ma il meccanismo è una creatura di sinistra.Chi di ghigliottina ferisce, di ghigliottina perisce. È difficile resistere alla tentazione di appellarsi all’ironia della sorte di fronte all’esito movimentato dell’iter del dl Rave, che ha visto ieri l’approvazione definitiva a Montecitorio sul filo di lana, dopo una maratona dell’Aula con tanto di seduta notturna e reciproche intemperanze tra opposte fazioni. Per contenere l’ostruzionismo selvaggio dell’opposizione, che si era iscritta in massa a parlare durante la discussione generale, aveva presentato più di 150 ordini del giorno, aveva rallentato le operazioni del voto di fiducia e infine stava partecipando compatta alle dichiarazioni di voto, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, seppure obtorto collo (come ammesso nel corso della seduta di mercoledì) è stato costretto a dare ragione al ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Quest’ultimo, infatti, aveva prefigurato l’uso della cosiddetta «ghigliottina», qualora vi fosse stato il rischio concreto della decadenza del provvedimento, che scadendo il 30 doveva obbligatoriamente essere convertito in legge entro la giornata di ieri. Dopo aver convocato una riunione dei capigruppo nel primo pomeriggio e aver nuovamente verificato che non c’era via d’uscita all’ostruzionismo, Fontana ha indetto immediatamente il voto finale sul dl, che ha visto il prevalere dei sì con 183 voti favorevoli, 116 contrari e un astenuto. L’ok è arrivato nonostante la freddezza di Fi, tanto che 13 deputati non hanno partecipato al voto. Ma l’aspetto più beffardo, in tutta questa storia, è che la protesta rumorosa e plateale dell’opposizione (che a un certo punto ha sventolato in Aula la Costituzione repubblicana) si è levata contro uno strumento parlamentare teorizzato e utilizzato da due personalità della sinistra: fu per primo Luciano Violante, nel 2000, che da presidente della Camera ragionò in punto di diritto sulla necessità di uno strumento regolamentare che impedisse di far decadere dei decreti per opera dell’ostruzionismo. In quell’occasione disse che non era tollerabile che «a legiferare fosse la minoranza, e non la maggioranza». Poi la ghigliottina (che al Senato è regolarmente codificata dal regolamento) a Montecitorio rimase nel novero delle possibilità, fin quando fu concretamente utilizzata per la prima e (fino a ieri) ultima volta nel gennaio del 2014 dall’allora presidente pasionaria Laura Boldrini, che troncò la discussione e passò direttamente al voto finale del decreto legge Imu-Bankitalia, suscitando la collera dei deputati grillini, che addirittura invasero il banco della presidenza per protestare.Tornando ai contenuti principali del provvedimento, che da ieri dunque è legge dello Stato (Sergio Mattarella ha promulgato poche ore dopo la conversione), c’è da ricordare che i campi di intervento sono principalmente tre: il contrasto dei rave e in generale degli eventi illegali che comportino occupazioni di spazi o terreni, la messa a punto dell’utilizzo del cosiddetto ergastolo ostativo e, infine, la fine delle restrizioni post Covid.Per quanto riguarda il primo punto, la stretta anti raduni illegali è stata rimodulata nel corso del passaggio al Senato rispetto alla versione licenziata dal cdm, a seguito di alcuni rilievi maturati nelle fila della stessa maggioranza, tra cui quelli del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Viene introdotta una nuova fattispecie di reato all’articolo 633 bis del codice penale, che punisce con il carcere da tre a sei anni e con una multa da 1.000 a 10.000 euro l’invasione «arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati», con lo scopo di «realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento» che comporti «un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica». È previsto inoltre il sequestro delle attrezzature utilizzate per realizzare il rave.Sull’ergastolo ostativo, vengono tolti dalla lista dei reati per cui non è possibile accedere ai benefici penitenziari quelli contro la Pa, mentre diventare collaboratori di giustizia non sarà l’unica strada per accedere a una detenzione meno severa. Capitolo Covid: niente più obbligo di green pass per entrare in ospedali o in Rsa, anticipo al 1° novembre della scadenza dell’obbligo vaccinale e reintegro per i lavoratori sospesi e rinvio al 30 giugno della scadenza di pagamento delle multe per i non vaccinati. Viene infine abolito il tampone obbligatorio per accedere al Pronto soccorso.