2022-12-07
Distribuisce poltrone da 8.000 euro. Zingaretti frantuma i dem nel Lazio
La giunta regionale ha accelerato sulle nomine dei vertici degli Egato, gli enti che gestiranno l’immondizia nelle Province. Il sospetto di un pezzo del Pd: si tratta di ricchi incarichi di fine mandato per piazzare «amici».L’operazione è talmente smaccata che potrebbe avere delle ripercussioni elettorali negative, nei confronti di un Pd già martoriato dalla recente sconfitta elettorale e dai lunghi coltelli già affilati, in vista del congresso. Stiamo parlando di un’infornata di nomine che, grazie a un meccanismo complesso e raffinato allo stesso tempo, la giunta regionale di Nicola Zingaretti rischia di portare a termine in maniera postuma e con la fase elettorale nel Lazio già avviata. I posti da assegnare sono diverse decine, per completare gli organigrammi degli Enti deputati a gestire il ciclo dei rifiuti (Egato) in ogni Provincia della Regione del dimissionario Zingaretti.Quelli che fanno maggiormente gola, però, sono quelli di amministratore, per il quale è previsto uno stipendio da 8.000 euro al mese, fissato dalla maggioranza in Consiglio regionale grazie a un emendamento.Ebbene, proprio nel momento in cui la giunta guidata dall’ex segretario dem rassegnava le proprie dimissioni, questa metteva a punto una nuova legge per l’individuazione per le nuove ambite cariche che sembra fatta apposta per piazzare una serie di referenti politici o di capibastone/consiglieri non ricandidati o rieletti, accelerando la procedura per l’assegnazione dei posti, in una fase che normalmente dovrebbe essere di ordinaria amministrazione.Un blitz così brutale da far sobbalzare sulla sua sedia da sindaco di Fiumicino un big del Pd romano come Esterino Montino, ex-presidente di Regione facente funzione ai tempi dello scandalo Marrazzo e uomo molto vicino al candidato dem Alessio D’Amato, assessore dimissionario alla Sanità. Fiutando le intenzioni dei suoi compagni di partito e intuendone il potenziale dannoso per la campagna elettorale di D’Amato, Montino ha protestato vivacemente, intrecciando la contesa per il Lazio con quella più generale per la leadership del partito, che si sta avvicinando nel modo più conflittuale possibile alla stagione congressuale. Dalle parti della Capitale, infatti, è notorio come il rinnovo degli organi dirigenti sia un processo - per usare un eufemismo - raramente accompagnato da fair play e gesti cavallereschi, e Montino, la cui coniuge Monica Cirinnà, tra l’altro, ha masticato amaro per la decisione dei piani alti del Nazareno di candidarla in un collegio impossibile estromettendola di fatto dal Parlamento, non si è fatto pregare e ne ha cantate quattro a «Zinga» e compagni: «Apprendo con stupore», ha dichiarato, «che i sindaci saranno chiamati a scegliere i vertici delle Egato, i nuovi enti che gestiscono il sistema integrato dei rifiuti dei singoli ambiti provinciali, tranne Roma che sarà gestita direttamente da Ama. La legge è stata votata a luglio, voluta fortemente da Zingaretti e contro di essa mi ero già espresso. Sono tuttora convinto», ha aggiunto, «che la legge, così fatta, sia sbagliata e rimango ancora stupito dall’accelerazione improvvisa di queste ore, dopo anni di attesa, per far partire le Egato e, quindi, procedere alle relative nomine, questo in piena campagna elettorale durante la quale il buon senso consiglierebbe di procedere solo ed esclusivamente con la ordinaria amministrazione».Montino, per disinnescare qualsiasi replica zingarettiana, fa una controproposta: «Qualcuno potrà dire che i tempi sono fissati per legge e bisogna procedere. Bene, si proceda. Si nominino sei commissari scelti tra dirigenti e funzionari pubblici della Regione, con mandato a scadenza di pochi mesi che serva ad avviare la gestione degli enti. Alle nomine definitive», ha concluso, «si arriverà dopo».E quando una nota firmata «Regione Lazio» ha tentato ieri pomeriggio una timida replica, precisando che la scelta finale spetterà ai sindaci, Montino ha rincarato la dose, definendo «incomprensibile il tentativo di scaricare sui sindaci una questione che si sarebbe potuta risolvere molto prima, dati i dieci anni di amministrazione. Non vorrei che tutta questa fretta nascondesse in realtà un accordo tra tutti, incluso il Movimento 5 stelle che, con un suo consigliere, ha presentato proprio la legge in questione». E che gli argomenti di Montino colgano nel segno lo testimonia il fatto che questi siano sostanzialmente gli stessi opposti dagli esponenti di Fratelli d’Italia, che ieri mattina hanno protestato con un sit-in davanti la sede della giunta regionale del Lazio.Con toni ovviamente più duri, il coordinatore regionale del Lazio di Fdi, Paolo Trancassini, aveva accusato il Pd regionale di calpestare «qualsiasi forma di decenza». «Hanno ridotto le nostre città», ha proseguito, «in vere e proprie discariche a cielo aperto e adesso che si apprestano a subire una sonora sconfitta cercano di piazzare i loro esponenti politici non ricandidati negli enti che dovranno gestire le politiche ambientali nei prossimi anni».