2020-07-15
Disprezzano la destra, però la sfruttano
Carlo De Benedetti (Ansa)
Carlo De Benedetti, dopo aver passato una vita a battagliare col Cavaliere, arriva a dire che pur di fermare i sovranisti adesso è disposto a «trangugiare» persino lui. E a Michele Serra, a corto di argomenti, non resta che offendere i rivali: «Non avete intellettuali».All'inferno il diavolo è un eroe positivo e non si parla che di lui. Pur di tenere in piedi le sinistre di lotta e di governo nella commedia degli equivoci italiani, va bene anche la stampella di Silvio Berlusconi. E ad ammetterlo è il suo rivale principale, la tessera numero uno del Pd, colui che vedeva il Cavaliere come il male assoluto, vale a dire quel Carlo De Benedetti che ha attraversato l'ultimo mezzo secolo di vita pubblica demonizzando il «diavolo di Arcore». «Se si tratta di isolare Matteo Salvini e Giorgia Meloni, trangugio anche Berlusconi al governo con la sinistra», ha dichiarato in un'intervista al Foglio. E ha aggiunto per non essere frainteso: «Si all'ingresso del Cavaliere nell'esecutivo, ma accompagnato dal benservito a Giuseppe Conte, che rappresenta il vuoto pneumatico». L'Ingegnere si rende conto di avere pronunciato parole blasfeme e le spiega: «Mai avrei immaginato di dire che al mondo esiste qualcosa di peggiore di Berlusconi. E sia chiaro, continuo a pensare che il livello di corruzione morale che lui ha introdotto nel Paese abbia costituito un periodo nero della nostra storia. Eppure sono pronto a trangugiare il rospo». È la consueta ipocrisia gauchiste; non valgono i principi ma le convenienze del momento. E adesso viene buono anche mister B, pur di tenere in piedi il governo più sgangherato del terzo millennio, pur di neutralizzare «la Meloni figlia del fascismo, Salvini che è un selvaggio e Conte che è una nullità. Basta il caso Autostrade per qualificarlo, è l'unico che ha beneficiato del Covid. È ridicolo pensare che sia lui a programmare il futuro dell'Italia». Così Berlusconi diventa il Rieccolo di montanelliana memoria per la sinistra dall'apparato digestivo che tutto metabolizza. L'importante è la roba, il tornaconto, unico principio inalienabile della melassa progressista. L'uscita di De Benedetti conferma un altro assunto: da sinistra, la destra viene vista come un mostriciattolo privo di significato, ma se serve per mantenere il potere si può anche impanarla e farsela piacere con un buon vino.In questi giorni un'altra vicenda dal tratto solo apparentemente diverso conferma la tendenza. La sinistra in monopattino ha scoperto che esiste Harper's Magazine e non smette più di sfogliarlo. Dev'essere stato uno shock per Ezio Mauro leggere l'appello dei 150 intellettuali contro la dittatura del politicamente corretto, che i lettori (per esempio) di Michel Houellebecq, di Philip Roth, di Tom Wolfe conoscevano da 20 anni. Dev'essere stata una sorpresa senza pari, una rivelazione da miracolo mariano. Destato come da uno sparo in un accampamento addormentato all'alba, Mauro ha messo a fuoco l'argomento e ha sottolineato che la «cancel culture» - vale a dire la tendenza barbara e bigotta di cancellare la storia scomoda da parte dei fuori corso di una gauche ignorante e pervasiva - è effettivamente sbagliata perché bavagli e censure preventive non sono indici di civiltà. Benvenuto tra i vivi; i ragazzi che a Milano un mese fa hanno ripulito la statua di Indro Montanelli non hanno avuto bisogno di leggere l'elenco dei firmatari dell'appello su Harper's Magazine per sapere di essere nel giusto. Picconare la Storia decontestualizzandola è un'idiozia.Ezio Mauro ha scoperto che Salman Rushdie, Joanne Rowling, Martin Amis ci hanno messo la faccia, hanno guardato negli occhi i violenti di Black lives matter e sono stati meno timidi di lui. Allora si è domandato: «È giusto chiedere alla sinistra di rivedere il suo canone della parola corretta, ma intanto nel silenzio degli intellettuali chi pensa alla destra e alle sue parole come pietre?». Forse dimentica che su questi temi il pensiero conservatore è arrivato prima e senza infingimenti dorotei. Era al fianco di Rushdie quando rischiò in prima persona con la fatwa musulmana; era critico con la dittatura delle minoranze Lgbt prima che lady Rowling uscisse dal bosco di Harry Potter; era accanto a Martin Amis nel denunciare l'antisemitismo mentre la sinistra cara a Mauro bruciava le bandiere di Israele in piazza.La lista dei firmatari di Harper's Magazine ha ferito così tanto il progressismo culturale da risvegliare anche Michele Serra sull'amaca. Non sapendo con quali maniglie sollevare il tema, l'umorista-sociologo ha preso a sberle l'alibi storico della cattiva coscienza di sinistra: la destra. «Che dice le peggio porcherie e rivendica la propria grossolanità di pensiero e di parola senza che alcun tribunale etico si mobiliti. E ha il vantaggio impagabile di non disporre di intellettuali quanti ne bastano a firmare un appello». Traduzione: se i nostri figli culturali sono impresentabili è colpa vostra. Il suo intellettuale di riferimento non può essere che De Benedetti.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco