2025-02-18
Vance predica libertà e democrazia. Prodi capisce l’esatto contrario
L’ex premier ribalta la realtà: per lui il discorso del vicepresidente americano a Monaco è «autoritarismo». Il cui vero fautore non è la Casa Bianca. Semmai, quella élite rosso-verde che non ascolta il popolo.«Il governo americano sostanzialmente appoggia l’autoritarismo». Così ha sentenziato ieri, senza troppi giri di parole, Romano Prodi, facendo riferimento all’intervento del vice di Donald Trump, J.D. Vance, al vertice per la sicurezza tenutosi venerdì in Baviera. Per l’ex premier, a Monaco è successo l’impensabile. Anzi: quelle registrate nella città tedesca sono state ore drammatiche.I toni catastrofici vorrebbero rappresentare la fine di un’epoca: gli Stati Uniti, che per decenni sono stati un baluardo di democrazia, con il nuovo corso alla Casa Bianca ora non sarebbero più un presidio di libertà. «Siamo al capovolgimento del mondo, non ho mai visto una cosa del genere», ha commentato infine l’ex presidente della Commissione Ue, lasciando ovviamente intendere che mai l’avrebbe voluta vedere questa terribile «cosa».Peccato che il capovolgimento, non del mondo ma della realtà, sia quello compiuto proprio da Prodi a proposito delle parole del vicepresidente americano. Il quale, a mio parere, ha pronunciato uno dei più bei discorsi sentiti negli ultimi anni, un intervento degno di passare alla storia ma che, tuttavia, il cosiddetto padre nobile della sinistra italiana o non ha capito o ha intenzionalmente travisato per evitare che in Europa qualcuno riflettesse su quello che ha tutta l’aria di essere un appello in difesa della fragile democrazia del Vecchio continente. Invece di parlare di Russia e di Cina, come a quanto pare si attendevano Prodi e compagni, Vance ha detto che a preoccuparlo più di Mosca e Pechino è la ritirata dell’Europa da alcuni dei suoi valori fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti. «Mi ha colpito il fatto che un ex commissario europeo sia andato in televisione di recente e sia sembrato felice del fatto che la Corte costituzionale rumena avesse appena annullato un’elezione. E ha avvertito che, se le cose non vanno come previsto (se cioè il partito di destra, Afd, non dovesse essere battuto, ndr), la stessa cosa potrebbe accadere in Germania. Dichiarazioni sprezzanti che sono scioccanti per le orecchie americane».Embè, dove sta il sostanziale appoggio americano all’autoritarismo? Semmai quello di Vance è un discorso contro la tirannide degli alti papaveri di Bruxelles i quali - come ha notato il vicepresidente degli Stati Uniti - si dicono pronti a cancellare le elezioni quando gli elettori votano per il candidato o il partito che a loro non piace. «Tutto è pubblicizzato come una difesa della democrazia. Ma quando vediamo le Corti europee annullare le elezioni e alti funzionari minacciare di annullarne altre, dovrcattoemmo chiederci se stiamo mantenendo uno standard elevato di democrazia», ha insistito Vance. «Dico noi perché, fondamentalmente, credo che siamo nella stessa squadra».Vi sembra un attacco ai principi liberali? È forse una minaccia ai valori democratici, come sostiene Prodi? No, a me pare l’esatto contrario. Quando Vance spiega che, invece di parlare di democrazia, la si deve praticare e vivere, semmai ci invita a tener fede alle promesse di combattere ogni dittatura, anche quella del pensiero unico. Parlando di regimi che, durante la Guerra fredda, censuravano i dissidenti, chiudevano le chiese e annullavano le elezioni, Vance si è retoricamente chiesto se quei Paesi fossero buoni, rispondendosi che, grazie a Dio, hanno perso perché non hanno né apprezzato né rispettato la libertà.Ma, dopo aver riflettuto sul passato, il vicepresidente americano osserva il presente e aggiunge che l’Europa sembra aver perduto di vista i principi che l’hanno portata a prevalere sull’Unione sovietica. «Guardo alla Svezia, dove due settimane fa è stato condannato un attivista cristiano per aver partecipato ai roghi del Corano che hanno portato all’omicidio del suo amico. Ma, forse, la cosa più preoccupante è quanto accaduto nel Regno Unito, dove un uomo è stato accusato di un atroce crimine: aver pregato in silenzio per tre minuti a 50 metri da una clinica per l’aborto. E per questo è stato condannato a pagare migliaia di sterline». Chiedersi se non si stia violando il diritto di manifestare e di pregare, di esprimere una critica, all’aborto o al Corano, significa appoggiare l’autoritarismo, come dice Prodi? A me pare che, semmai, si provi a combatterlo. Se il governo scozzese distribuisce una guida ai cittadini che abitano nella Safe access zone vicina a una clinica specializzata nell’interruzione di gravidanza, per spiegare che anche la preghiera privata nelle loro case potrebbe violare la legge, mi sembra che il mondo capovolto del generale Roberto Vannacci sia assai più vicino di quel che immaginavamo, soprattutto se il governo inglese invita alla delazione verso quei cattolici che recitano il rosario contro l’aborto.Dove sono la libertà di culto e di critica se un’Ave Maria o un Padre nostro sono proibiti e ritenuti una minaccia alla democrazia? «In Gran Bretagna e in tutta Europa», ha commentato Vance, «temo che la libertà di parola sia in ritirata». Sostenere queste tesi in una conferenza pubblica rappresenta l’inizio di una dittatura? Semmai, la dittatura del pensiero unico è di quanti intendono perseguire i reati di opinione, proprio come in Urss.Non siamo ancora ai gulag e nemmeno alla deportazione, ma il bavaglio che i burocrati del politicamente corretto vorrebbero imporre si fa sempre più stretto. È per questo che, facendo riferimento alle elezioni in Romania (ma anche a quelle in Georgia) e alla minaccia di annullarne altre in Germania, Vance ha messo i governi europei sull’avviso: «Se stai scappando per paura dei tuoi elettori, non c’è nulla che l’America possa fare per te. Né, per questo, c’è nulla che tu possa fare per il popolo americano che mi ha eletto e ha eletto il presidente Trump. […] Non puoi ottenere un mandato democratico censurando i tuoi oppositori o mettendoli in prigione. Che si tratti del leader dell’opposizione, di un umile cristiano che prega nella sua casa o di un giornalista che cerca di riportare le notizie. Né puoi vincere ignorando il tuo elettorato di base su questioni come chi può far parte della nostra società». Il riferimento di Vance è chiaro e riguarda il problema più urgente: le migrazioni di massa. «Nessun elettore in questo continente è andato alle urne per aprire le porte a milioni di immigrati non controllati».È un attentato alla democrazia dire ciò che la maggioranza degli europei pensa, ma che una minoranza di politici, burocrati e giornalisti non vuole sentirsi dire? La risposta del vicepresidente di quella che era - e per noi, a differenza di Prodi, è ancora - la nazione baluardo della libertà, è semplice e non mi pare un appoggio all’autoritarismo: «Ma ciò a cui nessuna democrazia - americana, tedesca o europea - sopravviverà è dire a milioni di elettori che i loro pensieri e preoccupazioni, le loro aspirazioni, le loro richieste di sollievo non sono valide o non sono degne di essere prese in considerazione. La democrazia si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta».A questo punto, dopo aver riletto le parole di Vance che tanto sconcerto hanno prodotto in Prodi ma anche nella sinistra europea (Olaf Scholz e compagni hanno commentato come l’ex presidente della Ue) viene normale una riflessione. Oggi non è il governo americano ad appoggiare l’autoritarismo, ma un’élite europea composta da socialisti e verdi che, di fronte alla voce del popolo, non soltanto non vuole sentire, ma vuole impedire che opinioni come quelle di Vance trovino ascolto.
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri (Ansa)
Federico Marchetti, fondatore di Yoox (Ansa)
Pier Silvio Berlusconi (Ansa)