2022-04-17
Mentre i premier appiccano incendi i diplomatici di Dio lavorano alla pace
Da un lato Roma chiude i porti alle navi russe e Mosca vieta l’ingresso di Boris Johnson nel Paese. Dall’altro il Consiglio panucraino delle Chiese invoca una «tregua per le feste» di cristiani, ebrei e musulmani.C’è chi chiede più armi, come Volodymyr Zelensky. E chi implora almeno una tregua pasquale, come il consiglio delle Chiese ucraine. Invece, anche i giorni di pace saranno di guerra. La politica non trova alternative ai fucili. E la Chiesa sembra rimasta l’unica ad adoperarsi per la fine del conflitto. Insomma: mentre la diplomazia non fa nulla per abbassare la tensione, il clero continua a battersi per far cessare le ostilità. Le novità belliche però sono sempre più scoranti. Il dialogo tra Mosca e Occidente pare azzerato. Nel suo ultimo videodiscorso, il presidente ucraino ha nuovamente reclamato sostegno: «Se otterremo tutte le armi che abbiamo richiesto, più forte sarà la nostra posizione e prima ci sarà la pace». Così gli Stati Uniti stanno inviando a Kiev nuovi elicotteri, droni, cannoni e munizioni. Altri 800 milioni di dollari. Più armi, quindi. Ma nessun dialogo. Anzi. Zelensky, dopo l’attacco a Mariupol, è pronto a interrompere anche quel che resta del negoziato. E continua a invocare nuove sanzioni contro Mosca: «Prima il mondo democratico riconoscerà che l’embargo petrolifero e il blocco totale del settore bancario sono passi necessari verso la pace, prima la guerra finirà». Intanto, le misure adottate dalla Gran Bretagna spingono il Cremlino a vietare l’ingresso nel Paese al premier britannico, Boris Johnson, e a vari membri chiave del suo gabinetto, tra cui il segretario alla Giustizia, Dominic Raab, i segretari degli Esteri e della Difesa, Liz Truss e Ben Wallace, e l’ex premier, Theresa May. Una mossa, fa sapere il ministero degli Esteri russo, adottata viste le «azioni ostili senza precedenti del governo britannico». In particolare, «l’imposizione di sanzioni contro alti funzionari della Federazione». Una risposta, insomma, «alla sfrenata campagna informativa e politica di Londra volta a isolare la Russia a livello internazionale, creare le condizioni per contenere il nostro Paese e strangolare l’economia interna». Mosca anticipa pure che l’elenco dei notabili invisi verrà presto ampliato con i nomi di altri politici e parlamentari inglesi, che «contribuiscono a fomentare l’isteria». Anche l’Italia prosegue con le sanzioni: da oggi tutti i nostri porti saranno chiusi alle navi russe. Il divieto varrà anche per le imbarcazioni che hanno furbescamente cambiato bandiera dopo lo scorso 24 febbraio. La circolare del Comando generale delle Capitanerie di Porto recepisce dunque una direttiva dell’Unione europea, adottata lo scorso 8 aprile. E le navi che si trovano adesso in Italia dovranno abbandonare i porti dopo «il completamento delle proprie attività commerciali». Mentre i governi appiccano incendi, i diplomatici di Dio lavorano però alla pace. Arriva un accorato appello a fermare i bombardamenti anche del Consiglio panucraino delle Chiese, «per il tempo dei giorni sacri per tutte le religioni». Almeno quest’anno, scrivono gli ecclesiastici. Cristiani, ebrei, musulmani. «Come rappresentanti delle comunità religiose dell’Ucraina, esortiamo a fermare i bombardamenti di città e villaggi e ridurre le ostilità offensive almeno per il tempo dei giorni sacri per le tre religioni», scrive il Consiglio delle Chiese. «Siamo convinti che se c’è un desiderio e una buona volontà, la parte russa insieme ai rappresentanti competenti dell’Ucraina, nel quadro del processo negoziale in corso, potrebbero raggiungere accordi che fornirebbero ai civili l’opportunità di incontrarsi e celebrare i prossimi giorni sacri senza bombardamenti e rischi per la vita». Ai governanti, quindi, «possa l’Altissimo infondere saggezza».In un’intervista a Repubblica anche Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, già ministro e storico, ha lanciato dall’Italia la stessa idea: «Ogni giorno che passa allontana la pace. Una tregua nella Pasqua ortodossa, tra una settimana, ci permetterebbe di assaporare il silenzio delle armi e potrebbe essere il principio di una stagione negoziale». Riccardi in definitiva riprende l’appello, lanciato una settimana fa, da papa Francesco, all’Angelus in Piazza San Pietro: «Si ripongano le armi, si inizi una tregua pasquale. Ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no. Una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?». E proprio come messaggero di pace, Francesco ha inviato Konrad Krajewski, l’Elemosiniere del Papa, nelle città martiri dell’Ucraina. Una Via crucis nel dolore della guerra: per celebrare il rito che anticipa la Pasqua. Con il cardinale che prega davanti ai corpi trucidati, nelle fosse comuni. Il porporato si china su ogni salma, per accarezzarla. E i cadaveri abbandonati diventano le stazioni di Cristo. Un gesto simbolico, come quello del Colosseo. Con la croce portata insieme da due donne: una ucraina e l’altra russa. «Un’idea inopportuna» secondo Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica di Kiev. Posizione però adesso contraddetta dall’appello del Consiglio panucraino a fermare i bombardamenti. E anche in Russia il fronte pacifista dei religiosi s’ingrossa. Quattrocento sacerdoti accusano il Patriarca Kirill di posizioni guerrafondaie ed «eretiche». E adesso lo citano in giudizio, appellandosi alla più alta corte dell’ortodossia mondiale. Poco importa. Il Vaticano non smette di adoperarsi per la pace. Continua a lavorare a un incontro tra il Papa e il Patriarca a giugno, a Gerusalemme. Cerca di far rinsavire questa «testarda umanità», Francesco. Ancora «innamorata delle guerre».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.