2020-01-01
Dietro il crac di Banca Base, finti investitori giordani e crediti (a Ciancio) senza garanzia
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Nelle 76 pagine di ordinanza di custodia cautelare per il presidente Piero Bottino e il dg Gaetano Sannolo la Gdf ha ricostruito l'ennesimo schema di prestiti facili e zone grigie del falso mito degli istituti del territorio.Prestiti da milioni di euro senza garanzie, tentativi di aggirare i controlli della Banca d'Italia e finti investitori giordani per far credere che l'istituto di credito non era in difficoltà finanziarie. C'è di tutto nelle 76 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare dell'inchiesta Fake Bank, che a fine dicembre ha portato agli arresti domiciliari Piero Bottino e Gaetano Sannolo, il primo presidente del consiglio di amministrazione, il secondo direttore generale della Banca Sviluppo Economico Spa, meglio conosciuta appunto come Banca Base di Catania. I due banchieri sono indagati in concorso con altre 18 persone per bancarotta fraudolenta, falso in prospetto, ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza e aggiotaggio. Nel dicembre dello scorso anno il tribunale di Catania aveva certificato lo stato di insolvenza della banca, giudizio confermato nell'aprile del 2019 in appello, con l'accertamento di un passivo di 39 milioni di euro. Le indagini della Guardia di finanza hanno permesso di riscontrare una certa leggerezza nel concedere prestiti in questi 10 anni di vita della banca, che è stata fondata nel 2007. Tra i più assidui c'è Mario Ciancio, imprenditore catanese sotto processo in altri procedimenti nonché già editore del quotidiano La Sicilia, che aveva ottenuto un'apertura di credito di 1 milione di euro senza alcuna garanzia nel 2015. Il responsabile dell'operazione era proprio Bottino che, si legge nell'ordinanza, «ometteva di svalutare la quota parte del portafoglio crediti dell'istituto, annoverante, tra le altre, la posizione del cliente Mario Ciancio, priva di garanzie e perciò deteriorata». Ma tra i super clienti che avevano accesso al credito ce n'erano molti altri. Come la Esmeralda Immobiliare di Giuseppe D'Urso per 600.000 euro, o la Puma Logistica, che in un'altra indagine a Caltanissetta era risultata vicina al clan dei Madonia. Non solo. Bottino, proprio nel 2015, aveva ostacolato la Consob, perché, scrivono i magistrati, «comunicava falsamente all'interno dei predetti documenti un ammontare dei fondi propri della banca non corrispondente al vero, ciò in ragione dell'omessa svalutazione di quota parte del portafoglio crediti dell'istituto». E sempre intorno alla posizione di Ciancio, proprio Bottino avrebbe ostacolato Bankitalia tanto che nella trimestrale del 2015, approvata dal consiglio di amministrazione il 6 agosto del 2015 e trasmessa l'11, aveva dato un ammontare di fondi della banca non veritiero.Banca Base nacque nel 2007, con la sottoscrizione del capitale da parte di 226 soci fondatori, provenienti per la maggior parte da società e imprenditori del settore farmaceutico. Sin dall'avvio dell'operatività, però, scrivono i magistrati «ha mostrato difficoltà nella realizzazione del progetto industriale e non è riuscita a sviluppare volumi operativi adeguati a sostenere la redditività, incisa anche da perdite su crediti». Non a caso la banca è stata sottoposta, nel suo primo decennio di vita, a quattro attività ispettive di Bankitalia. Una prima ispezione è stata fatta da parte dell'Autorità di Vigilanza a poco più di un anno dall'avvio della sua operatività, nell'estate del 2010: il giudizio complessivo è stato parzialmente sfavorevole.Le altre tre ispezioni dell'Autorità di vigilanza (nel 2013, 2015/2016, 2017/2018), si sono concluse con giudizi progressivamente sempre più sfavorevoli. Erano state comminate sanzioni amministrative a carico degli organi direttivi ed erano state imposte prescrizioni di salvaguardia puntualmente disattese. Si legge in una delle ordinanze del 2015, che «significative sono già le carenze manifestate dal processo creditizio specie in fase istruttoria, con emersione di numerose posizioni che cominciano a evidenziare caratteristiche di immobilizzo finanziario, ma che, attesa la loro ridotta vita media (sei mesi circa), non è ancora possibile classificare con maggiore puntualità. Elevata, in tale ambito, l'aliquota dei crediti non assistiti da garanzie».