2023-03-27
«Dieta sana, niente fumo e un occhio alla bilancia. Così si può sconfiggere il colesterolo in eccesso»
iStock. Nel riquadro, Furio Colivicchi
Parla il cardiologo Furio Colivicchi : «La sostanza grassa è necessaria al nostro organismo, ma quando supera certi livelli diventa un pericolo per il cuore. Ecco quali sono i valori ottimali».Furio Colivicchi è presidente della Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e direttore della Cardiologica clinica a riabilitative dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma. Con lui abbiamo parlato di un tema fondamentale per la salute: il controllo del colesterolo. Professore, partiamo dalle basi: può spiegare che cosa sia il colesterolo?«Il colesterolo è una particolare sostanza grassa necessaria per il corretto funzionamento del nostro organismo. Il colesterolo è infatti uno dei costituenti delle membrane cellulari e concorre alla sintesi di diversi ormoni. Il colesterolo presente nel nostro organismo viene in larga parte prodotto dal fegato e in misura minore è introdotto con alcuni alimenti di origine animale. Quando il colesterolo è presente in eccesso nel sangue produce danni di rilievo a carico della parete dei vasi sanguigni».Perché si parla di colesterolo buono e colesterolo cattivo e cosa accade quando si ha un colesterolo elevato?«Il trasporto del colesterolo nel sangue è affidato alle lipoproteine. Sono molecole complesse, formate da un involucro proteico che racchiude molecole grasse, tra cui il colesterolo. Le più importanti sono le lipoproteine a bassa densità o Ldl, che trasportano il colesterolo sintetizzato dal fegato in tutto il corpo. E le lipoproteine ad alta densità o Hdl, che rimuovono il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti periferici e lo trasportano nuovamente al fegato, che poi provvede alla sua eliminazione».Quali differenze presentano queste lipoproteine, e quali portano colesterolo cattivo? «Le Ldl sono conosciute come le trasportatrici di “colesterolo cattivo”. Quando sono presenti in eccesso, infatti, le Ldl tendono a infiltrare e depositarsi nella parete delle arterie, provocando un danno progressivo dei vasi. Questo processo, chiamato aterosclerosi, porta nel tempo alla formazione di accumuli di colesterolo, le placche, che ostacolano il flusso sanguigno e che possono ulcerarsi e favorire fenomeni di trombosi. In definitiva, elevati livelli di Ldl danneggiano progressivamente le arterie e sono tra le cause principali di infarto miocardico e ictus cerebrale».Quali sono le soglie di rischio?«Abitualmente le persone guardano i livelli di colesterolo totale nel sangue. È tuttavia molto meglio considerare il colesterolo Ldl. Questo parametro è ormai divenuto il riferimento principale per valutare il rischio cardiovascolare di ogni singolo individuo. Nella popolazione generale, in apparente buona salute e senza alcuna storia di malattia cardiovascolare, il colesterolo Ldl, quello “cattivo”, dovrebbe essere inferiore a 116 mg/dl. Questo parametro può essere misurato direttamente nel sangue. In alternativa, il colesterolo Ldl può essere calcolato in modo indiretto, prendendo in considerazione i livelli di colesterolo totale, di colesterolo Hdl e di trigliceridi. Abitualmente, infatti, viene applicata la formula di Friedwald: colesterolo Ldl = colesterolo totale - colesterolo Hdl - Trigliceridi/5».Quali persone devono prestare particolare attenzione ai livelli di colesterolo?«Elevati livelli di colesterolo nel sangue predispongono allo sviluppo di gravi patologie cardiache e vascolari. Pertanto, tutti dovrebbero conoscere il propri valori di colesterolo nel sangue, facendo attenzione al colesterolo Ldl. Per alcune persone questo parametro è di particolare importanza, come nel caso di pazienti con diabete mellito e per tutti coloro che abbiano già avuto un qualche problema con il cuore o i vasi sanguigni. Per questi pazienti i livelli di colesterolo Ldl devono, infatti, essere più contenti e controllati. Ad esempio, un paziente che abbia avuto un infarto miocardico deve mantenere il colesterolo Ldl al di sotto di 55 mg/dl». Quali esami conviene fare e in quali circostanze?«Gli esami devono essere personalizzati sulla base del profilo di rischio del singolo individuo. Nella popolazione generale il rischio di infarto miocardico o di ictus può essere valutato sulla base dell’età, dell’eventuale abitudine al fumo, dei livelli di pressione arteriosa e di colesterolo. In effetti, uguali livelli di colesterolo hanno significato diverso a seconda delle caratteristiche individuali. In persone con elevati valori di pressione, oppure nei fumatori, anche una modesta elevazione del colesterolo può avere effetti moto negativi. In pratica, il colesterolo è più pericoloso in chi fuma, in chi è diabetico e in chi soffre di ipertensione arteriosa. In tutti i casi dovremmo comunque controllare il cosiddetto “profilo lipidico”, che include colesterolo totale, colesterolo Hdl, colesterolo Ldl e trigliceridi. Questi parametri sono utili per definire al meglio il rischio cardiovascolare individuale».Esistono persone predisposte ad avere elevati livelli di colesterolo?«Ci sono persone geneticamente predisposte a sviluppare elevati livelli di colesterolo e che possono quindi presentare problemi cardiaci fin da giovani. Questa condizione è nota come ipercolesterolemia familiare ed è associata a una serie di mutazioni a carico dei geni che controllano i recettori epatici per le lipoproteine Ldl. La malattia genetica è pertanto caratterizzata da livelli ematici di colesterolo Ldl molto alti. La forma omozigote si manifesta in modo grave fin dall’infanzia. In questi casi sono evidenti raccolte di colesterolo nella pelle, nei tendini e intorno alla cornea dell’occhio. I valori di colesterolo Ldl superano i 400 mg/dl e la patologia cardiaca si manifesta molto presto nella giovane età. I soggetti eterozigoti hanno invece livelli di colesterolo Ldl più contenuti, ma generalmente superiori a 200 mg/dl, con manifestazioni cliniche più lievi, spesso poco evidenti durante l’infanzia. In questo caso, i problemi a carico dell’apparato cardiovascolare cominciano in genere verso i 35-40 anni negli uomini e verso i 45-55 anni fra le donne».Può fornire ai lettori qualche consiglio, anche semplice, sulla condotta di vita che conviene mantenere per mettersi al riparo da eventuali rischi per la salute? «Adottare uno stile di vita sano riduce il rischio cardiovascolare. Un’alimentazione ricca di frutta e verdura, che escluda i grassi animali, favorisce una riduzione del 10-20% dei livelli di colesterolo nel sangue. Molto importante è anche limitare la quantità complessiva di alimenti e quindi di calorie, evitando un incremento del peso corporeo. Si deve poi sottolineare che non fumare e svolgere una costante attività fisica (almeno 150 minuti a settimana di esercizio fisico di tipo aerobico ad impegno “moderato”, come il camminare con passo “svelto”) favorisce un incremento del colesterolo Hdl, il colesterolo “buono”, e riduce il colesterolo Ldl, il colesterolo “cattivo”».Quali farmaci si possono utilizzare per tenere sotto controllo il colesterolo? «Quando il colesterolo Ldl è superiore alle soglie di “pericolo” in relazione al profilo individuale di rischio si deve intervenire con una terapia personalizzata. Ogni singola persona richiede, infatti, una valutazione attenta dei diversi fattori che possono concorrere alla comparsa di una malattia cardiovascolare. Il colesterolo andrà quindi valutato unitamente a tutte le caratteristiche cliniche presenti nel singolo caso in esame e il trattamento verrà deciso in ragione del profilo individuale di rischio cardiovascolare. Ad esempio, i pazienti che hanno già sofferto un infarto miocardico, ovvero che sono già stati sottoposti ad interventi di angioplastica o by-pass aorto-coronarico, richiedono sempre una significativa terapia farmacologica e devono raggiungere e mantenere livelli molto contenuti di colesterolo Ldl, almeno inferiori a 55 mg/dl. In questi pazienti si ricorre abitualmente a farmaci come le statine. Le statine riducono la sintesi epatica di colesterolo e possono dimezzare le concentrazioni di colesterolo Ldl nel sangue. Quando le statine non sono sufficienti la terapia prevede l’impiego in combinazione di ezetimibe, un farmaco che riduce l’assorbimento intestinale del colesterolo. In casi selezionati si potranno poi utilizzare i nuovi farmaci biologici, anticorpi monoclonali (evolucumab e alirocumab) e inclisiran. Si tratta di farmaci molto efficaci, somministrati per via iniettiva sottocutanea». Visto che se ne sente spesso parlare, le chiediamo: esistono integratori naturali efficaci che si possano utilizzare per mantenere una condizione più sana?«Vengono frequentemente proposti degli integratori alimentari per ridurre i livelli di colesterolo. Si tratta di prodotti di varia natura, generalmente estratti da vegetali o prodotti per fermentazione di cereali (berberina, riso rosso fermentato, policosanoli, estratti di bergamotto). Questi prodotti hanno tuttavia un’efficacia molto limitata nel controllo dei livelli plasmatici di colesterolo, anche quando utilizzati in combinazione tra loro. In generale, ci si può attendere una riduzione di non più del 5-10% del colesterolo Ldl. Ne consegue che non possano essere impiegati efficacemente nei casi in cui si richiede un significativo abbassamento dei livelli di colesterolo nel sangue».