2021-11-08
Lorenzo Fontana: «Dico no alla Lega centrista. E finora Draghi mi ha deluso»
Giancarlo Giorgetti, Matteo Salvini e Lorenzo Fontana (Ansa)
Il vicesegretario del Carroccio: «A volte stare a Roma fa dimenticare i propri elettori. Ma Giancarlo Giorgetti è di provincia e lo sa. Dialogo col Ppe, niente sudditanza verso la sinistra»Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega, è reduce da uno storico Consiglio federale: quello che dovrebbe aver frenato la svolta «moderata», invocata dalle spiazzanti sortite pubbliche di Giancarlo Giorgetti, ribadendo la leadership di Matteo Salvini.Giorgetti ha chiesto scusa, eh?«Al di là di questo passaggio, è stato un bel Federale, perché si è parlato tanto di politica e di come vogliamo la Lega del futuro».Come la volete?«Non possiamo pensare a una Lega di centro. Sì, senza il centro non vinci le elezioni, ma la Lega è un partito identitario».Niente Ppe, insomma.«È troppo subordinato alla sinistra, sul piano culturale e sul piano dell'agenda politica. Dobbiamo creare, in Italia e in Europa, un centrodestra alternativo al socialismo. Se no i tuoi elettori ti puniscono: se n'è accorta la Cdu in Germania».Quando biasima un centrodestra «asservito alla sinistra», Salvini ce l'ha sempre con Giorgetti, o con Forza Italia?«Non credo si riferisse al contesto italiano. Stava parlando del Ppe, appunto».Il gruppone conservatore e identitario all'Europarlamento, però, è un'utopia: perché Giorgia Meloni dovrebbe mollare l'Ecr, di cui è presidente, per unirsi a voi senza poter essere leader?«Distinguiamo tra tattica e strategia».Si spieghi.«Tatticamente si può entrare nel Ppe, diventando subalterni ai socialisti, o restare nell'Ecr, oppure formare il nuovo gruppo. La strategia, invece, è la visione del futuro: creare una coalizione che sia forza di governo».E la Meloni?«Appunto, può pure decidere di rimanere nell'Ecr, ma è evidente che deve unire a noi le sue forze, se no resta all'opposizione per tutta la vita».L'agenda politica «non subordinata» qual è?«Meno tasse, meno burocrazia, no a uno Stato assistenzialista, difesa dei valori cristiani, della famiglia, della piccola e media impresa e non delle multinazionali stile Amazon, protezione dei cittadini che abitano nelle province, dove sopravvivono identità e tradizione. Quello è l'elettorato che dobbiamo ascoltare. Ma anche ai migliori, se vanno al governo a Roma, può capitare di dimenticarselo».Giorgetti se l'è dimenticato?«No, non credo, anche perché vive in provincia».Mmm...«Guardi che Giorgetti dice una cosa che io condivido».Sarebbe?«Che con questa configurazione identitaria siamo forti, ma non riusciamo ad avere la maggioranza per governare, se non teniamo conto dell'area centrista».E allora?«Be', io non dico che non bisogna parlare con il Ppe. Non posso però entrarci, se il Ppe guarda a sinistra. Quelli che hanno fatto questo ragionamento, che si sono messi ad ammiccare alla sinistra, poi sono tutti “morti"...».Il paradigma è Gianfranco Fini, no?«Eh. E perché succede questo? Perché si confonde l'opinione pubblica con l'opinione mediatica: le tv iniziano a parlare bene di te, dicono che tu sei buono e l'altro più a destra è cattivo... Non bisogna farsi fregare».Ci hanno provato anche con Giorgetti.«Ci proveranno sempre. Ma ora abbiamo un'esperienza pressoché trentennale: non facciamoci più prendere in giro dai media. Anzi, creiamo un'alternativa mediatica, visto che ormai ci sono argomenti di cui è vietato parlare, tipo la difesa della famiglia. C'è una dignità anche nelle idee dei conservatori».Si parla di una spaccatura tra governatori del Nord e segreteria centrale. Forse è perché la Lega del Sud non è decollata. Siete riusciti a costruire una classe dirigente all'altezza?«Essendo identitari ma non nazionalisti, dobbiamo far capire che le identità territoriali, per noi, sono la ricchezza dell'Italia. Per creare una classe dirigente servono tanti anni, non mi aspettavo che ne realizzassimo una come quella che abbiamo al Nord immediatamente. Ma possiamo sicuramente valorizzare la differenze e le specificità locali».In che modo?«Voglio dire: non puoi governare in Sicilia e Campania allo stesso modo che in Veneto. Ma persino la nostra classe dirigente del Veneto è diversa, ad esempio, da quella del Piemonte, che è altrettanto di qualità. E tra Nord e Sud ci sono differenze anche di natura geopolitica».Quali?«Per il Sud è centrale la questione del Mediterraneo e del Nord Africa. Al Nord, è fondamentale il rapporto con la Germania, per via delle relazioni industriali».Un governo di destra, con Lega e Fdi, sarebbe schiacciato dai veti dell'Europa. Come li superereste?«Non è semplice. Però mi chiedo: l'Europa è in buona fede o in malafede? È un organismo democratico, che crede nel motto: “Uniti nella diversità", o sta diventando un organismo totalitario, in cui si sta uniti solo in virtù dell'agenda globalista?». Dove vuole arrivare?«La Lega, entrando nel governo Draghi, ha già dimostrato di essere una forza responsabile. Non siamo una tribù di barbari, siamo capaci di governare. Se l'élite europea è in buona fede, di questo dovrebbe tenere conto».Non vi conviene allentare i rapporti con Visegrád? Meno Orbán e Morawiecki, più Biden.«Però sia Viktor Orbán sia Mateusz Morawiecki sono vicinissimi agli Stati Uniti. E non bisogna vergognarsi di parlare con loro, solo perché i soliti giornali li screditano e li trattano da mostri».Le sirene mediatiche di cui parlava prima.«Sì: mica dobbiamo accomodarci su quello che decidono per noi le élite di sinistra. Noi dobbiamo piacere ai cittadini, non a loro. Ciò premesso, comunque, è necessario dialogare con il Ppe e fare in modo che venga verso di noi, piuttosto che verso i socialisti. L'obiettivo non è essere noi alternativi al Ppe, ma essere, insieme al Ppe, tutti alternativi alla sinistra».L'ultimo esempio sono le diverse accortezze riservate a quota 100 e reddito di cittadinanza. Mario Draghi tende a fare più sgarbi a voi che ai 5 stelle. Qualcuno cerca di spingervi fuori dal governo?«Non lo so. Ma devo ammettere che sono un po' deluso. Sembra che tutte le nostre proposte debbano essere smontate. Spero che le cose possano cambiare, anche perché Draghi non può perdere il contatto con i settori produttivi del Nord». Ed è vero che Salvini vorrebbe mollare Draghi?«Non mi risulta. Ma sicuramente vorremmo che si desse più credito alle istanze della Lega».Elettoralmente, siete penalizzati.«Ma certo: se la nostra gente vede che non incidiamo, giustamente, non ci vota».Come potrete appoggiare il rinnovo dello stato d'emergenza e del green pass?«Posso dirle solo che spero vivamente che, anche grazie ai vaccini, vengano meno i presupposti utili a giustificare queste decisioni. Non se ne può più».L'amicizia tra Luigi Di Maio e Giorgetti la infastidisce?«Ma no... Sono due ministri, ci sta che si vedano. Dopodiché, io, di sera, me ne sto a casa a studiare. Ognuno ha le sue preferenze...».Lei ha bocciato il Mattarella bis: naturalmente, gradirebbe di più una personalità vicina alla vostra area politica. Chi?«Qualunque nome pronunciassi...».Sì, sì, lo sappiamo: lo brucerebbe. Però ci dia qualcosa: sa che dovrete proporre una personalità gradita, oltre che a tutto il centrodestra, almeno anche a Italia viva?«Certo. Il mio auspicio, per ora, è che, dopo decenni, ci sia un esponente non ostile al centrodestra. Sarà una partita decisiva».Indubbiamente.«Il capo dello Stato potrebbe offrirci, quando andremo a governare, la giusta copertura con l'Europa».Appunto: lo stesso Draghi non sarebbe un compromesso accettabile?«Molto dipende da lui: che vorrà fare?».Tenerlo a Palazzo Chigi non è pericoloso? Dopo le politiche 2023, Forza Italia potrebbe essere tentata dalla conventio ad excludendum contro i sovranisti, con Draghi premier. «Proprio per questo dobbiamo far capire ai centristi che non possono andare a fare da stampelle alla sinistra. I loro elettori vorrebbero una cosa del genere?».Forse, i dirigenti sono convinti di restare comunque a galla.«Ad ogni modo, non auguro a Draghi di farsi l'anno prima della campagna elettorale al governo... Sarebbe una roba da emicrania».
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)