2022-08-04
Di Battista va all’attacco di Di Maio: «È un arrivista disposto a tutto»
Alessandro Di Battista (Imagoeconomica)
Parlamentarie fra il 5 e l’8 agosto: Giuseppe Conte riesce a imporre le sue regole a Beppe Grillo e Virginia Raggi.Dopo aver rischiato di non toccare palla nemmeno nella partita per la formazione delle liste, Giuseppe Conte resiste - per ora - alle spallate di Beppe Grillo per riprendersi definitivamente il Movimento. All’imposizione a brutto muso, da parte del garante, della regola dei due mandati, per la quale il presidente pentastellato aveva pensato a una manciata di deroghe ad hoc per salvare il proprio cerchio magico, l’ex premier è riuscito a far seguire l’introduzione nel regolamento per le cosiddette parlamentarie il diritto di avere l’ultima parola sui capilista e sulla distribuzione delle candidature nelle circoscrizioni. Senza questa prerogativa, infatti, la leadership di Conte sarebbe stata poco più che una carica onoraria, ma nonostante ciò è stata in dubbio fino all’ultimo momento, visto che l’ala dura dei militanti e l’ex sindaco di Roma Virginia Raggi avevano appoggiato l’Elevato nel tentativo di fare tabula rasa. Se il volere di quest’ultimo fosse stato soddisfatto anche in questo caso, il Movimento sarebbe tornato all’anno zero, con la cancellazione definitiva di ogni residua traccia di gruppo dirigente e la necessità che ogni aspirante parlamentare del M5s facesse la stessa trafila, sia che fosse già in carica sia che fosse un perfetto sconosciuto. Invece, stando alle regole pubblicate sul sito del Movimento per le parlamentarie che si svolgeranno dal 5 all’8 agosto, servirà come nel 2018 una video presentazione che sottoponga i candidati al giudizio degli iscritti in vista della consultazione online, ma «fatta salva la facoltà del presidente di indicare modalità e i criteri per la formazione delle liste di candidati». L’altro compromesso, Conte e Grillo lo hanno raggiunto sul principio della territorialità delle candidature, laddove il garante avrebbe desiderato «piallare» il Movimento imponendo a chi volesse correre per essere messo in lista di farlo per una circoscrizione elettorale che coincidesse con quella di residenza. Chi documenterà di avere il «centro dei propri interessi» o delle proprie attività professionali in una circoscrizione diversa da quella di residenza, potrà autocandidarsi lì. In questo modo, Conte potrà «piazzare» i profili a lui maggiormente graditi, ma a questo punto a essere private della loro importanza saranno le consultazioni online, come non mancano di far notare i militanti più intransigenti, che tra l’altro avevano trovato una sponda nella Raggi. Secondo le indiscrezioni che sono circolate l’ex sindaco avrebbe voluto che le liste venissero composte in base ai voti presi online dai candidati e in ossequio alla territorialità, ma gli altri due componenti del comitato sulle regole, e cioè il presidente della Camera Roberto Fico e la senatrice Laura Bottici, hanno fatto pendere la bilancia a favore di Conte, a dispetto della «moral suasion» di Grillo. Quanto alla partita politica, a tenere banco è la questione del possibile rientro di Alessandro Di Battista. Conte si mostra prudente: dopo aver fatto sapere di essersi sentito con lui al telefono martedì scorso, ha aggiunto che «con lui ci confronteremo, ma lo faremo in modo leale, sincero e autentico». Nel frattempo, l’ex deputato romano infiamma gli animi dei militanti attaccando Luigi Di Maio, definendolo «disposto a tutto, arrivista, incline al più turpe compromesso pur di stare nei palazzi». Nel frattempo, Conte monitora le evoluzioni a sinistra: dopo il rinvio dell’incontro tra i «rossoverdi» ed Enrico Letta, a causa del protagonismo di Carlo Calenda, non tramonta l’idea di un’alleanza con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, coi quali, ha detto, «c’è sempre la possibilità di dialogare».