2019-05-20
Stefano Candiani: «Di Maio ci infanga. Ormai è peggio della peggior sinistra»
Il sottosegretario all'Interno: «Attacca noi per compattare i suoi, ma così la fiducia s'incrina. Il decreto Sicurezza? Oggi va in Consiglio dei ministri».Militante della Lega da sempre, Stefano Candiani, varesotto, è senatore dal 2013. Matteo Salvini lo ha voluto sottosegretario nel suo ministero. «Un'intervista con La Verità?», scherza quando lo raggiungiamo al telefono. «Va bene: allora prometto di dire tutta la verità, nient'altro che la verità».Sottosegretario, visto che la formula da processo l'ha usata lei, partiamo dalle inchieste contro la Lega alla vigilia delle europee. È giustizia a orologeria?«Sono anni che certe coincidenze sollevano gli stessi interrogativi. Diciamo che bisogna sforzarsi di prendere ogni caso singolarmente, evitando strumentalizzazioni».Tipo quelle di Luigi Di Maio? Lui parla di una nuova Tangentopoli.«Bah, i 5 stelle hanno un atteggiamento da opposizione, più che da alleati di governo».Vi remano contro?«Ovviamente accertare se ci sono singoli esponenti che hanno commesso degli illeciti è anche nel nostro interesse. Ma utilizzare questi episodi per gettare fango sull'intera Lega è da sinistra antagonista».Addirittura?«Temo di sì: quella che ha dato la peggior prova di sé durante la stagione dell'antiberlusconismo».Con i loro indagati, i 5 stelle non sono stati severi come con Armando Siri.«Che ci sia una forte dose di opportunismo è oggettivo. E questo mi dispiace, perché il presupposto per stare al governo invece è il pragmatismo».Ovvero?«Guardare ai contenuti, al merito. Invece qui c'è un continuo martellamento che può incrinare la fiducia».Potrebbe rompersi l'alchimia tra i gialloblù?«Be', è difficile pensare che non restino strascichi. Il nostro è un matrimonio non d'amore, ma d'interesse. E si fonda su un contratto. Certi interventi a gamba tesa mi fanno pensare che qualcuno non abbia capito quale statura politica è necessaria per governare».Se Edoardo Rixi venisse condannato per i rimborsi in Liguria, scoppierebbe un caso Siri bis?«Tenuto conto del modo in cui i 5 stelle stanno usando con opportunismo ogni episodio…».Loro però dicono: siamo il governo del cambiamento, non possiamo permetterci scandali.«Ma infatti, come le ho detto, è anche nel nostro interesse che singole mele marce, se ce ne sono, siano individuate. Ma non credo che la Lega abbia bisogno di prendere lezioni su come fare pulizia».No?«No. E lo abbiamo dimostrato, dopo il passaggio doloroso delle vicende che coinvolsero l'ex tesoriere, Francesco Belsito. Quindi, le critiche di Di Maio a Matteo Salvini sono ingenerose».Ingenerose?«Opportunisticamente ingenerose».Ma secondo lei i 5 stelle stanno strizzando l'occhio al Pd?«Questo deve chiederlo a loro… Secondo me, al loro interno hanno una frammentazione culturale, di esperienza, peraltro poca a livello amministrativo, oltre che ideologica, che spinge Di Maio ad approfittare di certe circostanze per tenere unite le truppe».Di Maio sfrutta i guai della Lega per compattare i suoi?«Sì. Forse vuole dimostrare di avercelo più duro…».Di Maio «celodurista» come Umberto Bossi? «Con rispetto per Bossi…».Non è che tutti questi litigi sono solo una boutade pre elettorale?«Però attenzione. Così i grillini fanno come quello che, per farsi notare, alza la fiamma e getta nel fuoco i mobili buoni del nonno insieme alle fascine… Ma se si bruciano le cose di valore, poi non si recuperano più. Non vedo l'ora che finisca la campagna elettorale».Ah sì?«Per me, in Italia si vota troppo spesso». Siamo in democrazia…«E io non voglio certo apparire un antidemocratico. Però non si governa bene rimanendo continuamente in campagna elettorale».Veniamo all'attività di governo, allora. Quando portate il decreto Sicurezza in Consiglio dei ministri?«Oggi».Oggi stesso?«Mentre chi ha comprato La Verità legge quest'intervista».Il decreto trasferisce al Viminale competenze che sono del ministero dei Trasporti, cioè del grillino Danilo Toninelli. I 5 stelle non protesteranno?«Be', ma c'è una situazione d'emergenza che rende necessario un coordinamento unico. Altrimenti s'infila la Sea Watch di turno, che magari ne approfitta per creare conflitti tra istituzioni».Tipo quelli con la Difesa. Come va tra Salvini e il ministro Elisabetta Trenta? Non le pare che nell'esercito serpeggi il malcontento verso quest'ultima?«Non mi occupo di quello che succede in casa d'altri. Dico solo che un certo protagonismo della Trenta s'addice di più a un Paese sudamericano».Perché un decreto Sicurezza «bis»? Il primo non bastava?«Il primo ha sconquassato il business illegale dell'immigrazione. Ma poi sono ricomparse le Ong, che hanno cercato di forzare la mano e sovvertire la legge».E voi reagite punendo chi salva i migranti. Non è un'esagerazione?«No, perché le vite dei migranti si salvano non facendoli partire».Secondo lei la Sea Watch usa i disperati per il suo braccio di ferro con Salvini?«È evidente, lo ha fatto anche Luca Casarini. Quelli delle Ong si vendono come salvatori dei migranti, invece sfruttano queste occasioni proprio a loro discapito». I rimpatri ancora non decollano. Come risolvete?«Pragmatismo e onestà intellettuale».Cioè? Si spieghi.«Noi stiamo affrontando una situazione che ci è stata lasciata dai governi di sinistra. Sarebbe stato molto più facile se, insieme ai clandestini, avessimo trovato gli accordi internazionali con i Paesi d'origine per i rimpatri».E non li può fare Salvini?«Il ministro dell'Interno non può mica fare la parte del ministro degli Esteri…».Dice che la Farnesina dorme?«Ha parecchio terreno arretrato da coprire».Intanto, la Corte europea ha stabilito che non si possono rimpatriare i richiedenti asilo che rischiano la vita nei loro Paesi, anche se hanno commesso crimini nelle nazioni che li ospitano.«Posso rispondere con un esempio?».Sentiamo.«Entra in casa mia uno che non ho invitato; comincia a fare pipì ovunque, a sfasciare tutto e a picchiare i miei. E mi viene detto: “Te lo devi tenere lo stesso"».Assurdo?«Assurdo. La sentenza della Corte Ue è contraria al buon senso. Ecco perché è pericolosa».Che intende?«Sono queste le cose che screditano ancora di più l'Unione europea agli occhi dei cittadini».Napoli: prima il ferimento della piccola Noemi, poi gli spari in pronto soccorso. Non state facendo poco contro le mafie?«I numeri dicono esattamente il contrario».Che misure avete introdotto?«Con il primo decreto Sicurezza abbiamo rafforzato l'agenzia per la gestione dei beni confiscati alla mafia. Abbiamo fornito uomini e mezzi. Nel decreto Sicurezza bis abbiamo inserito risorse per nuovi agenti sotto copertura».I tribunali lamentano la penuria di personale.«E nel decreto Sicurezza bis ci sono gli stanziamenti per sopperire alle carenze. È inaccettabile che, come nel caso di Napoli, ci siano decreti penali non notificati che impediscono la conclusione dei processi».Veramente volete far chiudere i negozi di cannabis light?«Sì».Possibile siano così pericolosi?«Il male ha sempre radici banali. Negli anni c'è stata una preoccupante proliferazione di sale slot. Non vogliamo succeda lo stesso con i negozietti di cannabis light».Ve la prenderete pure con le sale slot?«Oggettivamente sono un problema. Ci siamo trasformati non in una Las Vegas per miliardari che si divertono, ma in un Paese di poveracci messi sul lastrico dalle macchinette».Il gioco d'azzardo è un bersaglio pure dei 5 stelle. Ma la cannabis light?«Carlo Sibilia ha detto che il governo deve stare dalla parte delle imprese e non farle chiudere. Confonde chi fa impresa in maniera sana con chi è in una situazione border line con lo spaccio di stupefacenti».Lei è durissimo.«Perché non voglio biscazzieri con il sigillo di Stato. E non voglio spacciatori con il sigillo di Stato».Una domanda sulle europee. Angela Merkel ha chiuso a ogni dialogo del Ppe con la Lega. Salvini spera ancora di spostare a destra i popolari facendo leva su Viktor Orbán?«Non andiamo in Europa per elaborare schemini da Risiko».Si sbilanci di più.«Posso dire che la Lega sta dettando l'agenda politica non soltanto sul suolo nazionale. Perciò gli italiani devono sapere che mandare in Europa una Lega forte è fondamentale per cambiare ciò che non va».Lei è commissario del partito in Sicilia. Come mai le amministrative sono andate male?«Perché siamo stati alle regole…».Che vuol dire?«Non abbiamo accettato sotterfugi o accordi sottobanco. Altri hanno agito diversamente».Quali altri?«Forza Italia e Pd, che si sono accordati in Comuni come Gela e hanno vinto così. Auguri!».Nazareno redivivo. Il centrodestra lo riavremo mai?«E che le devo dire… Chi vivrà vedrà».
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.