2021-10-30
«Dexter» è tornato e uccide come avesse dieci anni di meno
Dexter «New blood» (Showtime)
«New blood» rimette in pista il serial killer più famoso della tv. È fuggito nel grande Nord, ma non dai suoi istinti e dal passato. «Posso essere un mostro, ma sono un mostro destinato all'evoluzione». L'essenza di Dexter potrebbe essere tutta qui, nell'introspezione di Michael C. Hall, nel pensiero consapevole che l'ex ematologo forense indirizza a sé stesso fra la neve dello stato di New York. Ed è sufficiente quel suo «Ciao, Dexter Morgan», mugugnato ad uno specchio, perché gli otto anni intercorsi fra la fine dell'ottava stagione e la prima puntata del revival spariscano, portati via da una scia di sangue che sembra non aver smesso di scorrere. Dexter, la serie televisiva che per prima ha saputo reggersi su un quesito etico, chiedendo allo spettatore se la giustizia possa avere confini più ampi di quelli che il solo perimetro della legge sarebbe legittimato a garantirle, ha avuto la sua appendice: una fine diversa da quella andata in onda nel 2013, una fine in grado di dare degna soluzione alle domande che lo show ha lasciato irrisolte. Dexter-New blood, al debutto su Sky Atlantic nella prima serata di mercoledì 10 novembre, ha promesso di spiegare cosa fosse successo a Morgan una volta inscenata la propria morte. Dove fosse finito, se avesse raggiunto il figlio, Harrison, e la compagna, Anna, in Sud America. Se quell'immagine veloce di una vita fra i boschi, l'immagine che ha messo fine all'ottava stagione dello show, fosse un escamotage temporaneo o la scelta ponderata di un assassino. E a vederle, le prime due puntate del revival, pare che la parola con il suo corredo di buone intenzioni sia stata mantenuta. Gary Levine, copresidente dell'intrattenimento di Showtime, network americano sul quale la serie è andata in onda, ne aveva fatto un punto d'onore. «Avremmo rivisitato questo personaggio solo se avessimo trovato un'idea per la quale fosse valsa la pena rimettersi al lavoro», aveva spiegato nell'ottobre scorso, annunciando che il momento era infine arrivato. «Clyde Phillips (showrunner della serie originale, ndr) e Michael C. Hall (interprete di Dexter Morgan, ndr) hanno trovato un'idea giusta e non vediamo l'ora di poter girare e fare vedere al mondo questa nuova serie»: New blood, come hanno deciso di chiamarla, così da mantenere un punto di contatto fra il vecchio e il nuovo. Il sangue, vizio e virtù di Dexter Morgan, è il comune denominatore fra quel che è stato e quel che ancora deve essere. Ed è più forte di un'identità anagrafica. Colui che nella serie madre era Dexter Morgan, nel revival ha assunto l'identità di Jim Lindsay, placido lavoratore di provincia migrato ad Iron Lake - cittadina fittizia a nord di New York - per riconciliarsi con la natura. Jim ha una vita ordinaria, all'apparenza: una casetta fra i boschi, un lavoro all'interno di un'armeria, una fidanzata, Angela Bishop, capo della polizia. Ha tanti sorrisi e poche parole. Sembra timido, di quella timidezza che nei piccoli paesi si crede essere riflesso di un animo candido. Perciò, nessuno fra i compaesani di Jim si è mai dato la pena di chiedergli chi fosse prima di trasferirsi lì, e nessuno, tra quella gente di montagna, ha mai pensato che dietro quel viso da buono potesse nascondersi il Macellaio di Bay Harbor, Dexter Morgan, serial killer di Miami. Per chi non lo sapesse, Morgan, ematologo forense della omicidi di Miami, agì indisturbato per anni. Poi un giorno l'Oceano ha restituito tutto quel che lui vi aveva gettato: pezzi di corpi, mani, piedi, toraci scrupolosamente avvolti in sacchi neri. La stampa lo ha chiamato «Macellaio». Miami lo ha difeso. Morgan non ha mai ucciso innocenti, solo criminali, persone pericolose. Era il «codice di Henry», suo padre adottivo, il primo che abbia visto negli occhi di Dexter un «Passeggero Oscuro». Henry Morgan insegnò al figlio come canalizzare il proprio istinto omicida. Gli ha dato un'etica che gli consentisse di vivere all'interno della società. E per anni ha funzionato. Per anni, Dexter Morgan è stato solo l'ematologo strano della polizia di Miami, un introverso senza grande vita privata le cui scorribande notturne erano sconosciute ad anima viva. Poi la bolla è scoppiata, Dexter è stato scoperto, ha inscenato la propria morte ed è fuggito per palesarsi otto anni più tardi ad Iron Lake, protetto dai panni di Jim Lindsay. Un'identità «in fase evolutiva», come detto sul finire del primo fra i nuovi episodi. Jim Lindsay, diversamente da Dexter Morgan, ha smesso di uccidere e coltivato una dimensione personale che non susciti domande. Casa, fidanzata, lavoro. Un'esistenza ordinaria, la cui calma è, però, sconvolta dall'arrivo improvviso di Harrison, il figlio abbandonato. Poi dal ritorno alle vecchie abitudini. «Ciao, Dexter Morgan», dice a sé stesso Jim Lindsay, la faccia sporca del sangue della prima, nuova vittima.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)