2024-07-11
I «buoni» europeisti hanno acceso il rogo: la destra è cattiva e non può governare
In Francia il Rn, i Patrioti in Ue: i sovranisti sono esclusi a priori. I democratici usano i cordoni sanitari. Ma le idee non si fermano.Nella sua sgradevole negatività, l’espressione «cordone sanitario» è semplicemente perfetta. Perché è clamorosamente rivelatoria di un tratto fondamentale della politica occidentale contemporanea: la patologizzazione dell’avversario, e delle destre in particolare. Manfred Weber, capogruppo del Partito popolare europeo a Bruxelles, ha dichiarato martedì che il gruppo dei Patrioti per l’Europa, benché sia il terzo più numeroso del Parlamento, deve restare fuori dalla spartizione delle cariche. In pratica si tratta di una conventio ad excludendum, la stessa che aveva isolato il gruppo Identità e democrazia nella passata legislatura. In questo modo, di fatto, si sancisce che partiti come Fidesz di Viktor Orbán, il Rassemblement national di Jordan Bardella (presidente del gruppo), la Lega (che esprime il vicepresidente Roberto Vannacci) e ancora gli spagnoli di Vox e i partiti della libertà austriaco e olandese sono impresentabili, inaccettabili, deplorevoli. Non importa che in alcune nazioni questi schieramenti siano al governo, non importa che siano stati regolarmente votati dalla popolazione, in alcuni casi anche in massa: devono rimanere esclusi dagli incarichi istituzionali a Bruxelles.«È chiaro che chi è stato eletto dal popolo europeo deve avere l’opportunità di lavorare qui al Parlamento europeo», ha detto a Manfred Weber. «Un’altra questione è chi rappresenta o non rappresenta le istituzioni e chi è palesemente contrario al progetto europeo e alle istituzioni europee. Come ha detto pubblicamente, Viktor Orbán vuole smantellare il Parlamento europeo. Penso che queste persone non possano rappresentare il Parlamento europeo come istituzione».Curioso. Perché mai chi si propone di modificare la macchina europea e di renderla più vicina ai cittadini dopo averne denunciato le storture dovrebbe essere emarginato? Chi dice che le cose non vanno, non merita un pulpito? A quanto pare in Europa i presunti liberali e moderati la pensano così. Intendiamoci: non stupisce, sappiamo come la pensino i sinceri europeisti e quanto siano abituati a tollerare le opinioni altrui. Sorprende un po’ di più l’esultanza delle nostre sinistre, eredi di un partito - quello comunista - che l’esclusione la sperimentò eccome. Fu Alberto Ronchey a scrivere nei primi anni Ottanta che «da noi il fattore K, la paura dei comunisti, ha escluso il Pci dal potere». Ebbene oggi succede la stessa cosa con le destre: esiste un fattore D e i progressisti approvano ed esultano. Lo prova quanto accaduto in Francia: il partito di Marine Le Pen è risultato il più votato dalla popolazione, ma gli altri schieramenti «liberali» e «progressisti» hanno decretato non ammissibile la possibilità che governi. L’estrema destra, hanno deciso, non deve arrivare al potere in alcun modo. Secondo quale metro si possa definire la Le Pen estrema, resta da capire. Così come sarebbe bello sapere chi sia a tracciare il perimetro morale e a sancire l’esclusione di questo o di quello.Vero, non sempre la cancellazione avviene esplicitamente e d’imperio come nel caso del cordone di Bruxelles. In Francia sono state le alchimie politiche e il complesso meccanismo elettorale del secondo turno a tenere fuori dai giochi il Rassemblement national. In Italia la destra ha potuto arrivare a Palazzo Chigi, nonostante la mostrificazione a cui è stata sottoposta per mesi. Ma il punto, qui, è il principio, l’esistenza di una nemmeno troppo misteriosa autorità morale che si arroga il diritto di appiccicare lettere scarlatte. Quando esistono i mezzi tecnici, come nel caso del Parlamento europeo, questa autorità non esita a fare calare la mannaia. In altri frangenti, dove la mordacchia è più sfumata, si manovra nei palazzi per ottenere le agognate esclusioni. E quando, almeno in teoria, di impedimenti reali non ve ne sono, ecco che l’azione cancellatoria si sposta sul piano propagandistico e sul terreno insidioso della pressione politica.Tradotto: se in qualche modo la destra vera, cioè quella più identitaria e sociale, giunge al potere, si tenta di costruirle intorno un cordone sanitario che non è esplicito ma non per questo è meno concreto. E solo se questa destra «si modera» o direttamente si snatura, allora viene accettata.Questo è il meccanismo della patologizzazione. Le idee alternative e il dissenso sono trattate come malattie pericolose, che vanno contenute affinché non si diffondano causando una epidemia. Non è un caso che spesso, a sinistra, vengano evocati gli «anticorpi» della democrazia: siamo al cospetto di un paradigma immunologico, in cui la propaganda fa le veci dei vaccini. Se i sieri, come spesso accade di recente, non garantiscono immunità, allora si passa alle maniere forti per addomesticare il gregge. Talvolta l’operazione ha successo, come no. C’è, però, un inconveniente di non poco conto: le idee non sono malattie. E se pure lo fossero, per arginarle non basterebbero isolamento e quarantena.Continuino pure a stringere cordoni sanitari: stiano certi che presto il malanno diventerà un bel focolaio.
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