2023-05-10
Se sei di destra la Sapienza è un campo minato
Siamo alle solite: un convegno di Azione Universitaria si è tenuto in un aula blindata, per impedire agli antifascisti di irrompere. Un altro, invece, lo si è dovuto spostare fuori dalla cittadella universitaria. Che gli estremisti di sinistra considerano «cosa loro».Non c’è due senza tre: ancora caos e prepotenza rossa all’università La Sapienza di Roma. La prima «puntata» - come i lettori ricorderanno - risale al 25 ottobre scorso, quando un convegno regolarmente autorizzato, convocato dai giovani di Azione Universitaria (l’organizzazione che fa riferimento a Fdi), fu letteralmente preso d’assalto dai collettivi di sinistra. Una delle pietre dello scandalo fu la partecipazione di chi scrive questo articolo, qualificato come «fascista» a cui precludere l’ingresso nell’ateneo. Alla fine la conferenza si tenne, ma in una condizione di assedio da parte dei collettivi di sinistra. Solo l’intervento della polizia scongiurò il peggio, e - in un crescendo surreale - nei giorni successivi si registrarono polemiche da sinistra contro le forze dell’ordine, a causa delle cariche di alleggerimento che si erano rese inevitabili per evitare che si passasse all’aggressione fisica. Il secondo episodio risale ai giorni più caldi del caso legato alla detenzione di Alfredo Cospito. Come raccontato dalla Verità, e come documentato dal programma Quarta Repubblica di Nicola Porro, i collettivi di sinistra occuparono la facoltà di Lettere trasformando la loro iniziativa in un momento di solidarietà verso l’anarchico. Non solo: proprio accanto all’ingresso della facoltà, comparvero striscioni che qualificavano come «assassini» le più alte cariche dello Stato (inclusi il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio, il ministro della Giustizia dell’attuale e del precedente governo, più le massime autorità della magistratura). Di più: un audio tratto da un’assemblea consentì di ascoltare voci che celebravano «i compagni delle Br che sono in carcere da 40 anni».La terza tappa di questo viaggio nella follia si è consumata tra l’altro ieri e ieri. Ancora una volta, i giovani di Azione Universitaria avevano organizzato due conferenze (regolarmente autorizzate anche in questo caso: anzi addirittura finanziate dalla Sapienza, in quanto promosse da rappresentanti elettivi degli studenti). E cosa è successo? Alla vigilia della prima (esattamente com’era accaduto a fine ottobre) i soliti collettivi di sinistra hanno preannunciato un’«assemblea antifascista» da tenere - guarda un po’ - in concomitanza con la conferenza di Azione Universitaria (tema: «Il mondo dopo l’Ucraina: l’internazionalismo liberale ai conti con la storia», con storici e giornalisti e senza politici). Morale: lunedì mattina il cortile di Scienze politiche era un inferno. E ancora una volta, proprio come a ottobre, il convegno si è sì potuto tenere, ma in modalità «asserragliata»: saracinesche abbassate, polizia schierata, e gruppuscoli dei collettivi di sinistra che per tutto il tempo hanno fatto il giro dell’edificio colpendo i muri, rumoreggiando, e tentando in ogni modo di aprirsi un varco per irrompere e impedire lo svolgimento dei lavori. Ma non finisce qui, perché un’ulteriore conferenza di Azione Universitaria era prevista per ieri (stavolta sul tema: «Re Artù e la Materia di Britannia: influenza sulla cultura europea», anche in questo caso senza ospiti politici). Nel pomeriggio precedente un’assemblea dei collettivi di sinistra ha deciso di impossessarsi della scalinata della facoltà di Lettere con l’obiettivo di impedire il nuovo convegno. Morale: ieri mattina i ragazzi di Azione Universitaria non potevano materialmente accedere (con soddisfazione dei casinisti di sinistra), e il pro rettore vicario si è attivato per garantire un’altra collocazione per il convegno (però fuori della città universitaria propriamente detta: presso l’Unitelma, l’università telematica) e con il presidio costante delle forze dell’ordine. Ovviamente, lo spostamento ha creato i disagi che ciascuno immagina, anche perché, vista la situazione, gli organizzatori non potevano certo annunciare sui social il nuovo appuntamento, a meno di ritrovarsi un’altra volta sotto assedio. Su tutto questo, conversando con la Verità, Damiano Vulpiani, rappresentante degli studenti e presidente uscente di Azione Universitaria, ha dichiarato: «Siamo stufi di essere continuamente immersi in un clima surreale. I collettivi di sinistra si svegliano solo in determinate occasioni e riposano in tutte le altre: dopotutto, come Azione Universitaria portiamo avanti decine di iniziative di cui i convegni sono una minima parte. Un esempio è la tessera che permette di ricevere uno sconto del 20% sul materiale stampato dagli studenti, disponibile ai nostri banchetti. Per non parlare delle continue iniziative che ci vedono coinvolti a livello dipartimentale. Dall’altra parte l’unica attività è infastidire: per fortuna gli studenti hanno capito da tempo chi lavora seriamente e chi no».Restano alcuni punti di fondo. È ammissibile che - nel disinteresse generale - i teppisti di sinistra considerino l’università «territorio loro»? È ammissibile che, dopo tutte le litanie «antifasciste» che abbiamo ascoltato prima, durante e dopo il 25 aprile, si consideri «normale» che gruppuscoli comunisti usino la violenza e la prevaricazione come metodo ordinario di iniziativa? È ammissibile che i giovani di destra, o chi sia interessato a partecipare ai loro eventi, o anche - il che è ancora più incredibile - gli studenti che siano solo dediti all’attività universitaria debbano trovarsi in mezzo a un simile caos? E soprattutto: cosa sarebbe successo a parti invertite, se cioè fossero stati dei giovani di destra ad aggredire i loro colleghi di sinistra? Le risposte le conosciamo tutti. I silenzi ipocriti che seguiranno, pure.
Il caffè di ricerca e qualità è diventato di gran moda. E talvolta suscita fanatismi in cui il comune mortale si imbatte suo malgrado. Ascoltare per credere.