2023-03-19
Il destino di Credit Suisse parla americano
Il «Financial Times» lancia l’indiscrezione (subito smentita) di una possibile offerta del fondo Blackrock. Altre voci puntano invece su un accordo con Ubs mediato dalle autorità statunitensi. Ma il tempo sta scadendo: entro domani serve il piano di salvataggio.L’unica certezza sul futuro del Credit Suisse, la seconda banca svizzera, è che entro domani andrà trovato un piano d’azione da mettere sul tavolo per avviare il cantiere del salvataggio. L’aiuto chiesto agli arabi – ai sauditi, che però non intendono superare l’attuale 9,8% mettendo sul piatto altro denaro, e ai qatarini – non è bastato. E dopo la disponibilità dichiarata dalla Banca Nazionale Svizzera a concedere un prestito fino 50 miliardi di franchi il governo di Berna sta chiamando al capezzale le altre big del Paese, a cominciare da Ubs, che potrebbe farsi carico principalmente delle gestioni patrimoniali di Credit Suisse, coinvolgendo nello «spezzatino» gli istituti più piccoli come Raiffeisen, le piccole casse di risparmio o la Zurich Cantonal Bank. Fino a qualche giorno fa Ubs aveva lasciato intendere di non voler farsi tirare per la giacca ma nelle ultime ore sia la banca centrale svizzera sia la Finma, l’autorità di regolamentazione dei mercati, avrebbero detto alle controparti internazionali che un accordo con il primo gruppo del Paese è l’unica opzione per fermare il calo della fiducia nel secondo. Secondo quanto riportato da Bloomberg, il gruppo guidato da Ralph Hamers avrebbe chiesto al governo svizzero una sorta di rete di protezione (il cosiddetto backstop) per l’acquisizione del Credit Suisse e anche di «assumersi alcune spese legali o di altre perdite specifiche». La fusione tra i due colossi bancari, le cui sedi si trovano l’una di fronte all’altra nella centrale Paradeplatz di Zurigo sarebbe, sottolinea l’agenzia, un «evento storico per la Svizzera e per la finanza globale». L’obiettivo sarebbe quello di annunciare un accordo tra le due banche al più tardi stasera anche se la situazione rimane molto fluida.Come sottolineava ieri La Verità, se anche la soluzione di sistema non passerà, gli svizzeri potrebbero bussare alla porta degli Usa dove la Federal Reserve, che mercoledì deciderà se e di quanto aumentare i tassi di interesse, ha già dichiarato di essere pronta ad affrontare ogni problema di liquidità che potrebbe emergere. I primi segnali di fumo si sono visti ieri mattina quando il Financial Times ha raccolto voci di interesse per il gruppo elvetico da parte del gigante americano Blackrock che starebbe lavorando a un’offerta con l’obiettivo di superare il piano di acquisizione di Ubs. Al vaglio, ha aggiunto l’FT, ci sarebbe una serie di opzioni tra cui quella di farsi avanti solo per alcune parti dell’azienda studiando comunque una combinazione con Ubs. Il quotidiano britannico ha però precisato che non c’è alcuna garanzia che la transazione venga concordata e qualsiasi accordo dovrebbe affrontare notevoli ostacoli normativi in Europa e negli Stati Uniti. Le indiscrezioni sono, però, state subito smentite: «BlackRock non sta partecipando ad alcun progetto di acquisizione totale o parziale del Credit Suisse e non ha alcun interesse a farlo», ha però subito smentito un portavoce della società di investimento guidata da Larry Fink (che in passato ha lavorato anche per First Boston, ovvero l’investment bank del Credit Suisse).Sicuramente i riflettori della finanza Usa non sono accesi solo sulle banche regionali dopo il crac di Svb e il paracadute aperto dalle big del credito per la First Republic Bank. L’allarme suonato a Zurigo riecheggia anche dall’altra parte dell’Atlantico anche perché, secondo le indicazioni di Morningstar, il Credit Suisse ha registrato più di 450 milioni di dollari di deflussi netti da suoi fondi in gestione negli Usa e in Europa tra il 14 e il 15 marzo. Gli oltre 20 fondi americani hanno registrato uscite nette per 20 milioni il 14 marzo e per 29 milioni il giorno successivo. La stessa BlackRock è da tempo uno dei maggiori clienti dell’investment banking del Credit Suisse; un accordo, in particolare per la sua filiale statunitense, sarebbe quindi un modo per portare la capacità di trading all’interno dell’azienda, ha dichiarato una delle fonti al Financial Times. Secondo altre indiscrezioni, le autorità americane stanno lavorando con le controparti svizzere su un possibile accordo fra Credit Suisse e Ubs considerando che entrambe le banche hanno attività negli Stati Uniti.Ci sarà un salvataggio di sistema in Svizzera o verrà chiamata in soccorso la cavalleria americana? O sarà una soluzione combinata? Vedremo. Il problema di questa operazione non è il prezzo. Dopo una settimana negativa in Borsa, alla chiusura di venerdì sera il suo valore superava di poco gli 8 miliardi di franchi svizzeri (8,1 miliardi di euro). Ma un’acquisizione di queste dimensioni è complessa, soprattutto se fatta in fretta. Sebbene le autorità di regolamentazione abbiano dichiarato, al culmine della tempesta, che «Credit Suisse soddisfa i requisiti di capitale e liquidità per le banche di importanza sistemica», l’impennata dei prezzi degli strumenti di copertura della banca, i credit default swap (CDS), è un segnale di mancanza di fiducia.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)