La Bce autorizza Delfin. Se le adesioni all’Ops su Mediobanca arrivano al 35%, l’assemblea per Banca Generali diventa inutile.
La Bce autorizza Delfin. Se le adesioni all’Ops su Mediobanca arrivano al 35%, l’assemblea per Banca Generali diventa inutile.Alla fine Mediobanca rischia di essere espugnata senza neppure un assalto frontale. Più che una battaglia campale, sembra una partita a Monopoli: si gira il tabellone, si scambia qualche carta, e d’un tratto ci si ritrova con il banco in mano. È quello che sta accadendo con l’Ops lanciata da Mps, che dopo settimane di schermaglie e mosse tattiche trova la svolta.Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio, ha ottenuto dalla Bce il permesso di salire fino al 19,9% in Mps. Una mossa che ridisegna la geografia del potere nel cuore del capitalismo italiano. L’autorizzazione, richiesta dagli eredi di Leonardo Del Vecchio, consentirà di aumentare l’attuale partecipazione del 9,86%, trasformando un’operazione tattica in un vero e proprio salto strategico. Delfin, già primo azionista di Mediobanca con il 19,8%, si trova così nella posizione di poter diventare anche il principale azionista di Rocca Salimbeni aderendo all’offerta pubblica di scambio di Siena.In pratica: un giro di valzer in cui le fiches finiscono tutte sul tavolo di Rocca Salimbeni. Così, l’assemblea di Mediobanca di domani – attesa come il gran ballo della verità, l’ultima trincea per dare l’ok all’operazione su Banca Generali – rischia di trasformarsi in un inutile rito. Perché se il vero gioco si sta consumando altrove, che senso ha votare per un’operazione difensiva già svuotata dall’avanzata di Mps? Con il rischio di consegnare al gruppo senese oltre al controllo di fatto di Mediobanca anche quello di Banca Generali?Alberto Nagel, il gran cerimoniere di Piazzetta Cuccia, può comunque sventolare un risultato non secondario: anche lui ha ottenuto il via libera della vigilanza europea su Banca Generali. Un sigillo che vale come promemoria: la Bce non fa sconti a nessuno, ma nemmeno si oppone per principio. Solo che il tempismo è stato spietato: il semaforo verde per Delfin è arrivato proprio mentre Mediobanca stava ancora lucidando le armi dell’ultima difesa. E qui entra in scena l’uomo che da anni regge le sorti di Piazzetta Cuccia. Nagel si è costruito l’immagine di stratega freddo, un banchiere capace di muoversi tra veleni e tranelli con passo felpato e un sorriso appena accennato. Un direttore d’orchestra molto autoreferenziato che ha gestito equilibri fragili tra Generali, Mediobanca e gli azionisti di peso. Ma adesso la sua figura somiglia sempre più a quella del custode di un museo: vigila sulle stanze di un potere che rischia di diventare archeologia, con i dipinti dei risultati passati e le sculture dei contratti storici che osservano impassibili il nuovo ordine che avanza. Per questo il suo ruolo – oggi più che mai – appare quello del guardiano di un fortino che scricchiola mentre fuori i rivali ridisegnano la mappa. È un paradosso quasi letterario: l’uomo che ha incarnato la continuità di Mediobanca si ritrova a impersonare l’ultima resistenza contro un cambio di paradigma già scritto.Il paradosso si amplifica se si considera che la stessa manovra che avrebbe dovuto blindare Mediobanca – l’Ops su Banca Generali attraverso l’assemblea di domani – oggi appare come un monumento all’inutilità. Il castello di carte, costruito con tanta cura e pazienza, sta franando proprio nel momento in cui si stava cercando di rafforzarlo. Siena è a un passo dalla vittoria, e con l’appoggio della cassaforte Del Vecchio e di Caltagirone, gran regista del blitz il trionfo sembra più che probabile: un duetto di potere che canta la stessa melodia in diverse tonalità, ma sempre con la stessa efficacia. Si potrebbe dire che Mediobanca non è stata sconfitta, ma semplicemente superata. Travolta da un cambio di scenario che ha reso le sue strategie difensive datate già prima di essere messe ai voti. Nagel potrà appellarsi all’orgoglio, all’astuzia tattica e alla solidità dei numeri. Ma la verità è che i giochi sembrano già fatti: l’assemblea di domani appare come un sipario che si apre su un palcoscenico dove i protagonisti sono ormai altri. Il destino di Mediobanca, del resto, è sempre stato quello di recitare nel teatro del potere italiano. Questa volta, però, il copione lo scrivono altri: Rocca Salimbeni e Delfin. E a Piazzetta Cuccia, più che una strategia, resta il compito di prendere atto che la partita si sta chiudendo altrove, con le fiches già sparse e il banco ormai nelle mani di chi ha saputo muovere i pezzi con tempismo chirurgico. In fondo, la morale della storia è chiara: nei giochi di potere, spesso non vince chi pianifica la difesa più impeccabile, ma chi sa piazzare la mossa giusta nel momento giusto. E questa volta, il grande movimento lo hanno fatto Delfin e Caltagirone , trasformando quella che sembrava una battaglia in un valzer elegante, ma letale. Mediobanca, la fortezza dai corridoi d’oro, resta lì a osservare, mentre il mondo intorno cambia passo, ritmo e, inevitabilmente, padrone.
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Varato in nome della «sovranità monetaria» (ora è un valore?), il nuovo sistema nasce già vecchio. E c’è l’incognita privacy.
Ad un portale dedicato alla fornitura di energia green era collegato uno schema Ponzi, che prometteva forniture da impianti fantasma collocati all'estero. Circa 6.000 i clienti truffati. 95 i conti correnti sequestrati oltre a criptovalute e beni di lusso.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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2025-10-31
«The Traitors Italia», il gioco del sospetto sbarca su Prime Video con Alessia Marcuzzi
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«The Traitors Italia» (Amazon Prime Video)
Dopo il successo internazionale, arriva anche in Italia The Traitors. Nel cast quattordici vip e Alessia Marcuzzi alla conduzione, per un reality che rinuncia al gossip e punta tutto su logica, tensione e inganni all’interno di un castello misterioso.






