2021-07-17
Davos inventa il marketing vaccinale ma lo spot migliore è diffondere i dati
Il World economic forum suggerisce di convincere i riottosi con telefonate, lotterie e minacce di esclusione dalla vita sociale. Basterebbe comunicare meglio i numeri: quasi tutti i malati gravi non sono immunizzati.La piattaforma dell'élite mondiale spiega come convincere a vaccinarsi usando tecniche pubblicitarie. Il World economic forum (Wef) che si occupa di tutto, dallo sviluppo economico alla salute, all'ambiente, ha pubblicato una guida per governi e funzionari di salute pubblica, dal titolo Tre tattiche per superare l'esitazione del vaccino contro il Covid-19. Nell'agenda del Wef, fondato da Klaus Schwab, preoccupato di diffondere un «capitalismo etico» attraverso la sua organizzazione, non poteva mancare la questione vaccino. Per affrontare al meglio la pandemia da Covid e per garantire miliardi di dollari di profitto alle Big pharma. Secondo gli esperti del Forum, superare l'esitazione di moltissime persone sarebbe «la più grande sfida di comunicazione di marketing della nostra vita». Per fare questo, dicono, occorre tener presente che «i clienti, o in questo caso i pazienti, prima pensano, poi sentono e infine agiscono». Quindi occorre informarli, devono diventare consapevoli dei benefici del vaccino anti Covid, devono «sentirsi» positivi, pronti a farselo iniettare e infine mettere in pratica le buone intenzioni andando negli hub. Se questo oggi non accade, osservano i guru del Forum, è perché «la maggior parte dei decisori politici ha enfatizzato la fase del “fare", concentrandosi su approvvigionamento e distribuzione vaccini», ma questo è utile solo per chi vuole immunizzarsi. Bisogna invece concentrarsi sul «pensare e sentire» di quella quota di popolazione che «crede che il processo di creazione e approvazione dei vaccini sia stato affrettato, con effetti collaterali sottostimati», convincendoli della bontà dei farmaci sperimentali perché poi passino al fare, all'azione, a prestare il braccio alla punturina. Suggeriscono di raggiungere gli scettici con telefonate a casa, lettere da infilare nella cassetta della posta, messaggi televisivi e pubblicitari. Un assedio sistematico, calpestando ogni privacy. Importantissima sarebbe l'azione sui social, raccomandano «formazione e finanziamenti per aiutare le organizzazioni mediche, di sanità pubblica a rispondere attivamente alla disinformazione con prove scientifiche». Vorrebbe dire che, se già da Facebook, Youtube e da altre piattaforme vengono tolti i pareri contrari ai vaccini, con solo l'informazione pro siero non esisterebbe una voce fuori dal coro. Ma non basta, per convincere quanti più possibili bisogna utilizzare le tecniche più scorrette, a detta dei sapientoni che ogni anno si ritrovano a Davos per discutere e predire il futuro. Insistono che «per migliorare i sentimenti degli scettici sui vaccini è importante agire sul Fomo, Fear of missing out, ovvero sulla paura di essere tagliati fuori, sia socialmente sia economicamente». Spingono a far leva sul bisogno di sicurezza, di non essere lasciati indietro in un mondo a due velocità: quella dei vaccinati che possono fare tutto e quella dei non immunizzati, tagliati fuori. Restare nel gruppo per sopravvivere: ecco la più grande paura sulla quale politici e sanitari dovrebbero far leva per convincere i riottosi, se ogni altro tentativo fallisse miseramente. Come sta accadendo pure da noi.La guida non tralascia altri aspetti pubblicitari, sempre convinta che i cittadini debbano essere trattati come «clienti» ai quali vendere qualunque cosa, in questo caso il vaccino. Spiega che occorre stimolarli con incentivi in denaro, lotterie, permessi retribuiti e che è necessario creare «squadre vaccinali» disposte ad andare ovunque, per presentarsi all'uscio delle abitazioni con la dose in una mano e la siringa nell'altra. Insomma, molestatori autorizzati. Quello che la guida non considera, è l'effetto positivo che potrebbero avere dati sui benefici dei vaccini Covid, rapportati al numero reale delle reazioni dopo che sono stati somministrati. Guardiamo quello che sta accadendo in Italia, con l'informazione terroristica sulla variante Delta che non sta aumentando le ospedalizzazioni e nemmeno gli ingressi in terapia intensiva, mentre non si fanno conoscere i «vantaggi» dell'essere immunizzati. La Verità aveva calcolato che in Alto Adige le 1.559 persone che al 16 giugno avevano contratto il Covid-19 dopo essere state vaccinate rappresentavano sì il 5,13% dei positivi al coronavirus da inizio anno, ma erano solo lo 0,6% rispetto ai 265.000 che a quella data avevano ricevuto la prima dose. Dopo il nostro articolo, che spiegava come l'Istituto superiore di sanità non fornisse il numero dei vaccinati risultati positivi al Covid, l'Iss ha finalmente pubblicato una tabella. Scopriamo così che tra il 21 giugno e il 4 luglio, i casi diagnosticati erano 8.047 tra i non vaccinati, 1.760 tra quelli con una sola dose e 790 tra i vaccinati con ciclo completo. Questi numeri, assieme a quelli su ospedalizzazioni e ingressi in terapia intensiva, dovrebbero essere fatti conoscere, comparire a raffica in spot televisivi, non finire relegati sulla piattaforma dell'Iss se si vuole raggiungere il cittadino indeciso.
Jose Mourinho (Getty Images)