
Fratelli d'Italia elabora nuove linee guida sull'assunzione della Ru486: niente pillola in consultorio né in day hospital.Niente somministrazione della pillola abortiva Ru 486 nei consultori; stop alla distribuzione in day hospital alla fine dell'emergenza Coronavirus; collaborazione delle istituzioni con le realtà pro vita. Tre punti, tre siluri indirizzati al ministro della Salute Roberto Speranza. Quelle che abbiamo sinteticamente elencato sono le nuove linee guida in materia di interruzione di gravidanza che la maggioranza di centrodestra della Regione Piemonte sta discutendo e si prepara a rendere operative per rispondere all'offensiva del governo giallorosso sui temi cosiddetti «etici». La storia è nota: ad agosto, Speranza ha annunciato festosamente che il Consiglio superiore di sanità aveva dato il via libera alla somministrazione in day hospital della pillola abortiva Ru486. Ovviamente era stato lo stesso ministro a richiedere un parere agli esperti, allo scopo di neutralizzare l'azione della governatrice dell'Umbria, Donatella Tesei, che aveva imposto nella sua regione un ricovero di tre giorni dopo l'assunzione della pillola. L'intero universo progressista ha presentato il parere del Css come una vittoria clamorosa, anche se è davvero curioso che si festeggi per un provvedimento che toglie alle donne supporto medico in un momento estremamente difficile. Quando il caso umbro è esploso, l'assessore agli Affari legali del Piemonte, Maurizio Marrone, si è rivolto all'Avvocatura regionale piemontese per capire se fosse possibile mettere in campo qualche contromisura. consigli tecniciE ora il responso è arrivato. «Abbiamo approfondito le nuove linee di indirizzo del ministro Speranza sull'aborto farmacologico con i legali dell'Avvocatura della Regione», spiega Marrone alla Verità. «Abbiamo riscontrato che diversi nodi critici di incompatibilità con la legge 194 sollevati dalla Cei e dal Family day avevano fondamento: dallo stravolgimento del ruolo di informazione per una scelta consapevole attribuito dalla legge ai consultori, trasformati in abortifici dove attuare direttamente l'interruzione di gravidanza, fino all'autorizzazione del day hospital in spregio dei rischi per la salute della donna, con il pericolo di emorragie e ostruzioni uterine».Parere legale alla mano, gli esponenti di Fratelli d'Italia hanno deciso di muoversi. «Al fine di rendere il servizio piemontese davvero rispettoso della 194 nella sua interezza», spiega ancora Marrone, «abbiamo elaborato con l'assistenza dell'Avvocatura una bozza di linee guida regionali da adottare con delibera di giunta, al fine di vietare la somministrazione del farmaco abortivo nei consultori, promuovere convenzioni con movimenti di volontariato pro vita per progetti di sostegno alle madri che decidono di proseguire la gravidanza, limitare la possibilità di day hospital al periodo di emergenza Covid-19 ripristinando i ricoveri, una volta terminata: siamo già al lavoro con l'assessore alla sanità per vederla insieme». Le forze di centrodestra, che in Piemonte sono maggioranza, stanno studiando gli ultimi dettagli e quando l'accordo sarà approvato con delibera di giunta, le linee guida proposte da Fratelli d'Italia diventeranno realtà. Da progetto politico si trasformeranno in indicazioni rivolte a tutti i dirigenti sanitari. «Sinistra e radicali hanno fatto di Torino la bandiera dell'aborto farmacologico, con il 50% di tutte le somministrazioni di Ru486 d'Italia proprio nella nostra regione», dice la parlamentare di Fdi Augusta Montaruli. «Con questa proposta di contro-linee guida, che stiamo sottoponendo ai nostri alleati Lega e Forza Italia, il Piemonte può diventare invece per l'intero centrodestra nazionale il laboratorio di contrasto alla banalizzazione dell'aborto».Al di là delle posizioni politiche, tuttavia, l'aspetto particolarmente interessante della questione riguarda il parere dei tecnici dell'Avvocatura. Gli esperti della Regione - che agiscono a prescindere dalle volontà dei singoli schieramenti - hanno trovato nelle linee guida di Speranza varie incongruenze con la legge 194. Le «contro linee guida» sono state sviluppate proprio a partire da questi rilievi, e ciò significa che sarebbe molto difficile, per il governo, impugnarle di fronte a un tribunale ed averla vinta. modifiche importantiCerto, il testo di Speranza non può essere smontato totalmente. Ad esempio la possibilità di assumere la pillola abortiva fino alla nona settimana di gravidanza (e non più alla settima) rimane. Ma almeno su due questioni il cambiamento può essere radicale. Se - come sostengono gli esperti piemontesi - si può impedire la somministrazione della Ru486 in consultorio e pure in day hospital una volta conclusa l'emergenza Covid, la battaglia giallorossa sull'aborto «fai da te» subirebbe una robusta battuta d'arresto. E se, dopo il Piemonte, anche altre Regioni guidate dalla destra adottassero provvedimenti simili, la difesa della vita potrebbe realmente tornare una priorità a livello nazionale. Non sarà un percorso semplice, quanto successo nei mesi scorsi in Umbria (basti ricordare gli attacchi subiti dalla Tesei) lo dimostra. Ma se perfino la legge 194 viene disattesa (e superata) in nome dell'ideologia, forse è ora di correre ai ripari.
Alessia Pifferi (Ansa)
Cancellata l’aggravante dei futili motivi e concesse le attenuanti generiche ad Alessia Pifferi: condanna ridotta a soli 24 anni.
L’ergastolo? È passato di moda. Anche se una madre lascia morire di stenti la sua bambina di un anno e mezzo per andare a divertirsi. Lo ha gridato alla lettura della sentenza d’appello Viviana Pifferi, la prima accusatrice della sorella, Alessia Pifferi, che ieri ha schivato il carcere a vita. Di certo l’afflizione più grave, e che non l’abbandonerà finché campa, per Alessia Pifferi è se si è resa conto di quello che ha fatto: ha abbandonato la figlia di 18 mesi - a vederla nelle foto pare una bambola e il pensiero di ciò che le ha fatto la madre diventa insostenibile - lasciandola morire di fame e di sete straziata dalle piaghe del pannolino. Nel corso dei due processi - in quello di primo grado che si è svolto un anno fa la donna era stata condannata al carcere a vita - si è appurato che la bambina ha cercato di mangiare il pannolino prima di spirare.
Toga (iStock). Nel riquadro, Roberto Crepaldi
La toga progressista: «Voterò no, ma sono in disaccordo con il Comitato e i suoi slogan. Separare le carriere non mi scandalizza. Il rischio sono i pubblici ministeri fuori controllo. Serviva un Csm diviso in due sezioni».
È un giudice, lo anticipiamo ai lettori, contrario alla riforma della giustizia approvata definitivamente dal Parlamento e voluta dal governo, ma lo è per motivi diametralmente opposti rispetto ai numerosi pm che in questo periodo stanno gridando al golpe. Roberto Crepaldi ritiene, infatti, che l’unico rischio della legge sia quello di dare troppo potere ai pubblici ministeri.
Magistrato dal 2014 (è nato nel 1985), è giudice per le indagini preliminari a Milano dal 2019. Professore a contratto all’Università degli studi di Milano e docente in numerosi master, è stato componente della Giunta di Milano dell’Associazione nazionale magistrati dal 2023 al 2025, dove è stato eletto come indipendente nella lista delle toghe progressiste di Area.
Antonella Sberna (Totaleu)
Lo ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento Ue Antonella Sberna, in un'intervista a margine dell'evento «Facing the Talent Gap, creating the conditions for every talent to shine», in occasione della Gender Equality Week svoltasi al Parlamento europeo di Bruxelles.
Ansa
Mirko Mussetti («Limes»): «Trump ha smosso le acque, ma lo status quo conviene a tutti».
Le parole del presidente statunitense su un possibile intervento militare in Nigeria in difesa dei cristiani perseguitati, convertiti a forza, rapiti e uccisi dai gruppi fondamentalisti islamici che agiscono nel Paese africano hanno riportato l’attenzione del mondo su un problema spesso dimenticato. Le persecuzioni dei cristiani In Nigeria e negli Stati del Sahel vanno avanti ormai da molti anni e, stando ai dati raccolti dall’Associazione Open Doors, tra ottobre 2023 e settembre 2024 sono stati uccisi 3.300 cristiani nelle province settentrionali e centrali nigeriane a causa della loro fede. Tra il 2011 e il 2021 ben 41.152 cristiani hanno perso la vita per motivi legati alla fede, in Africa centrale un cristiano ha una probabilità 6,5 volte maggiore di essere ucciso e 5,1 volte maggiore di essere rapito rispetto a un musulmano.






