2020-08-18
Dal 20 agosto cala la mannaia: in scadenza 246 tasse in dieci giorni
Ernesto Maria Ruffini (Ansa)
Entro il 30 attesi versamenti per 8,4 miliardi. Inascoltato l'appello dei commercialisti.Tobin tax, terza rata Irap, Irpef, Ivie, Ivafe. E ancora, il versamento del saldo 2019 e il primo acconto del 2020 della cedolare secca, le ritenute sui bonifici per gli oneri deducibili di banche e Poste e il versamento Iva secondo trimestre. Questi sono solo alcuni degli adempimenti nei quali i contribuenti italiani saranno impegnati dal 20 al 30 agosto. Un rientro delle vacanze che sarà dunque costellato dai versamenti e dalle dichiarazioni fiscali. Se si prendono in considerazione le scadenze previste tra il 20 e il 30 agosto i contribuenti italiani si troveranno di fronte a ben 239 versamenti, a una dichiarazione (saldo del ravvedimento operoso dei tributi che dovevano essere pagati entro il 31 luglio 2020), a tre comunicazioni fiscali, a tre adempimenti contabili e a una comunicazione (l'obbligo di presentazione dell'Intrastat). Un totale, secondo i calcoli fatti dal Sole 24 Ore, di ben 246 scadenze fiscali entro fine mese, che porteranno nelle casse dello Stato 8,4 miliardi di euro. Somma che ha fatto desistere il governo da un'ulteriore slittamento delle scadenze, dato che le entrate tributarie e contributive nei primi sei mesi del 2020 evidenziano nel complesso una diminuzione del 7,4% (-24.194 milioni di euro) rispetto all'analogo periodo dell'anno 2019. L'unica mossa che ha concesso Conte è stata quella di inserire nel decreto Agosto un rinvio delle imposte, ritenute e contributi che vedevano il loro termine durante i mesi del lockdown. In questo caso si è deciso che i pagamenti saranno dovuti in due tranche. Un primo 50% delle somme dovrà essere versato (senza incorrere in sanzioni o maggiorazioni dovuti a interessi) entro il 16 settembre o in quattro rate di cui l'ultima il 16 dicembre 2020. Mentre la restante metà dovrà essere corrisposta in 24 rate a partire dal 16 gennaio 2021. Anche in questo caso non sono previste sanzioni o interessi. Lo stesso decreto Agosto ha previsto inoltre una misura ad hoc per le partite Iva, che hanno registrato un calo del fatturato di almeno il 33% nel primo semestre del 2020 e devono pagare il secondo acconto Irpef e Ires. In questo caso il versamento è spostato da novembre al 30 aprile 2021. Ma torniamo ad agosto 2020. In questo mese c'è dunque una concentrazione di adempimenti fiscali da non sottovalutare. E questo accumulo è il frutto sia di diversi interventi normativi che di anno in anno hanno aumentato sempre di più i controlli, nell'illusione di combattere l'evasione fiscale, sia delle continue proroghe che il governo ha concesso in questi mesi (una delle ultime decisione del governo, per esempio, ha «concesso» più tempo alle partite Iva e forfettari per saldare il 2019 e il primo acconto del 2020 sull'imposta dei redditi. Il problema è che la scadenza è prevista per il 20 agosto con l'aggiunta di una maggiorazione dello 0,4%. Da aggiungere anche il fatto che come tutti gli anni l'Agenzia delle entrate ha concesso un periodo di tregua ai contribuenti, che quest'anno finisce proprio il 20 agosto. E dunque, adesso i nodi vengono al pettine. Le scadenze fiscali non hanno però impatti solo sui contribuenti che devono pagare quanto dovuto ma anche sugli intermediari che li assistono. I commercialisti infatti avevano chiesto a più riprese una proroga dei versamenti fiscali, sia per dare un momento di pausa ai contribuenti sia per riuscire a districarsi nel groviglio delle 246 scadenze fiscali di agosto. Da non dimenticare che a settembre ci sarà un alto round di tasse.
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