
Cy4Gate del gruppo Elettronica chiude un accordo con la Nato. L'ad Eugenio Santagata fa il punto delle attività militari. Per quelle civili «serve più collaborazione tra privato e pubblico e più software made in Italy».Cy4Gate, joint venture tra Elettronica ed Expert system, ha siglato la scorsa settimana un accordo di partnership con la Nato per la condivisione di informazioni riguardanti le minacce cibernetiche. Il patto è stato firmato con l'Ncia, l'Agenzia di comunicazione e informazione dell'Alleanza Atlantica responsabile anche della gestione e della difesa delle reti, con il proposito di agevolare e velocizzare lo scambio di informazioni tecniche non classificate relative a minacce e vulnerabilità cyber. La partnership fa parte di una più ampia strategia promossa da per contribuire al miglioramento della resilienza delle reti informatiche e potenziarne le capacità di prevenzione, contrasto e recupero dagli attacchi. Tenendo presente che la maggior parte delle reti informatiche è posseduta e gestita da società private. L'accordo anticipa di qualche giorno la conferenza conferenza annuale Internazionale sui Conflitti Cibernetici, organizzata dal Nato cooperative cyber defence dentre of excellence che si svolgerà a Tallinn a partire da oggi e che unisce le competenze dei 600 principali decision makers ed esperti governativi, militari e dell'industria in materia di guerra cibernetica. «Con la firma di questo nuovo accordo», spiega alla Verità l'amministratore delegato di Cy4Gate, Eugenio Santagata, «la società conferma il suo forte impegno con la comunità Cyber della Nato nella lotta contro le minacce informatiche e la partecipazione al Cycon conferma la direzione che ci interessa prendere». Siete tra i principali sponsor insieme a Microsoft dell'evento e parlerete appena dopo Google e prima di Harvard, con la differenza che siete nati da pochi anni. Quale è la vostra peculiarità?«Le due anime della nostra azienda uniscono lo spettro elettromagnetico e l'intelligenza semantica in area digitale. L'evento di Tallin, alla sua decima edizione, racconta proprio questa convergenza. Questo è il motivo della nostra presenza. Operiamo in maniera sistematica in ambito della cyber electronic warfare, cyber intelligence e cyber security offrendo un'ampia gamma di soluzioni alle agenzie di intelligence, alle organizzazioni governative della sicurezza (militari e non) e alle aziende, compreso le capacità di analisi della vulnerabilità». Lo scorso maggio il governo Gentiloni ha varato il piano nazionale per la cyber security, lo vede come un passo avanti anche per la componente privata del comparto?«Il Piano contiene grandi innovazioni per la componente convenzionale relativa a tutte le infrastrutture critiche. La parte non convenzionale, ovvero quella difensiva, meriterebbe ulteriori sviluppi. Per innovare veramente in questo campo bisogna essere relativamente piccoli e avere linee guida precise. Per quanto riguarda la filiera militare i paletti sono adesso precisi, ben delineati e decisamente innovativi. A oggi il numero di aziende che sviluppano prodotti ( e non si limitano a vendere servizi) non supera le dieci unità. Significa che non è ancora sviluppato una industria Cyber nazionale. A differenza di Paesi come la Francia o l'Australia».Quali sono i rischi di un know how prodotto all'estero?««Francia e Usa hanno capito perfettamente che senza un perimetro nazionale di sviluppo dei software non si avrà mai la garanzia di blindare al 100% il perimetro. D'altronde la proprietà intellettuale è la vera certezza di sicurezza».Se il governo vede una vulnerabilità nel comparto privato deve intervenire in anticipo? e questo può aiutare lo sviluppo nell'industria nazionale?«Il pubblico non sa se le aziende private non comunicano. Per crescere bisogna certamente avere una agenda cyber ben definita che aiuti anche il comparto privato. Dal punto di vista degli investimenti, ma anche dello scambio di informazioni utili». I rischi cyber sono sufficientemente percepiti in Italia?«La consapevolezza della portata della minaccia cyber non è percepita appieno. Le contromisure che altri Paesi hanno messo in pista da tempo, sembrano più efficaci. Come detto sopra, negli Stati Uniti la selezione e la formazione di talenti cyber coinvolge giovani cittadini fin dall'adolescenza. A Beersheva, una città in Israele, è stato creato un cyber security center. Ecosistema ideale dove multinazionali si confrontano con start up locali e centri di formazione universitaria. E presto anche con le unità specializzate nello spionaggio e nel cyberwarfare».
2025-10-31
Dimmi La Verità | Guido Castelli: «I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale»
Ecco #DimmiLaVerità del 31 ottobre 2025. Ospite il senatore di FdI Guido Castelli. L'argomento del giorno è: " I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale"
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Il luogo di culto, di oltre 2.000 metri quadri, sorgerebbe al posto di un centro culturale islamico. Cittadini e centrodestra temono che il tempio causerebbe il boom di stranieri. L’eurodeputata Anna Cisint,: «Nessuno spazio senza un’intesa con lo Stato».
Nessuno nel centrodestra sostiene l’imposta sugli affitti brevi, ma qualche «manina» l’ha inserita nella manovra. A benedirla sono i primi cittadini Beppe Sala, Roberto Gualtieri e Sara Funaro.
2025-10-31
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona approda a Istanbul: dialogo tra Occidente e Grande Eurasia
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Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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