2023-06-02
Naufragio di Cutro, a finire indagate sono Fiamme gialle e Guardia costiera
Perquisite Frontex, Gdf e Capitaneria nell’ambito del fascicolo per mancato soccorso. Sequestrati pc, telefoni e documenti.Nell’inchiesta bis sulla strage di Steccato di Cutro ci sono i primi iscritti sul registro degli indagati. La Procura di Crotone per «comprendere le ragioni sottese» alle «scelte operative» delle ore in cui si è consumata la tragedia, con la morte di 94 persone causata da una manovra azzardata degli scafisti (per quattro dei quali è in corso il procedimento giudiziario principale), ha deciso di acquisire gli apparati informatici in uso a chi era in servizio e ha disposto perquisizioni locali, personali e informatiche (con contestuale sequestro), ipotizzando «un ritardo accumulato nell’operazione della Guardia di finanza» e, si legge nel decreto notificato, «la mancata comunicazione della posizione del natante alla Capitaneria di porto». E, così, tre militari delle Fiamme gialle sono stati convocati anche per un interrogatorio. Si tratta di Alberto Lippolis, 48 anni, tenente colonnello e comandante del Roan (Reparto operativo aeronavale) della Guardia di finanza di Vibo Valentia, di Antonino Lopresti, 52 anni, luogotenente dello stesso reparto, e di Nicolino Vardaro, 49 anni, comandante del Gruppo aeronavale di Taranto. «Non sono state effettuate perquisizioni nei confronti di Frontex, ma il quadro generale dell’indagine è quello», ha precisato in serata il procuratore Giuseppe Capoccia, che ha aggiunto: «Più che delle vere e proprie perquisizioni stiamo eseguendo dei riscontri puntuali su elementi che ritenevamo mancanti». Gli indagati, infatti, quando i carabinieri hanno esibito il decreto firmato dai magistrati, hanno consegnato immediatamente il materiale richiesto. E i titoloni sparati dai giornali progressisti sul web, che vedevano anche la sede di Frontex perquisita, sono subito crollati. L’indagine, coordinata dal pm Pasquale Festa e delegata ai carabinieri del Nucleo operativo di Crotone, fino a qualche giorno fa era contro ignoti e senza ipotesi di reato. Dopo una relazione dei militari dell’Arma, però, quasi contestuale alla comparsa sulla stampa delle prime notizie sulla possibilità di iscrizioni sul registro degli indagati, i magistrati hanno trasferito il fascicolo sul modello 21, ovvero quello per le notizie di reato contro persone note, per l’ipotesi di omicidio colposo in conseguenza di altro delitto, ovvero l’omissione di soccorso. Sarebbe stata la ricostruzione di una conversazione tra Capitaneria di porto e Guardia di finanza, in particolare, a far scattare il capo d’accusa. «Rilevato che nella telefonata intercorsa alle ore 23:49 tra l’operatore del Roan della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e il capo turno della sala operativa della Guardia costiera», è riportato nel decreto di perquisizione, l’operatore del Roan, su indicazione dell’operatore di turno, avrebbe informato la Capitaneria di porto «dell’impiego della vedetta V5006». E avrebbe riferito che, «sebbene in quel momento non era presente alcuna loro imbarcazione in mare, avrebbe potuto allertare una unità dispiegata presso l’Unità costiera di guardia di Crotone o, in alternativa, presso quella di Roccella Ionica, ricevendo rassicurazioni da parte dell’operatore della Guardia di finanza». Stando alla ricostruzione della Procura, invece, «nonostante quanto riferito alla sala operativa della Capitaneria di porto e attestato dall’operatore di turno, dall’annotazione redatta dal comandante della vedetta V5006 emergeva che la predetta imbarcazione, in quei momenti, lungi dall’essere in navigazione alla ricerca del target, si trovava, in realtà, all’interno del porto di Crotone». Causa mare impraticabile per il maltempo. Un dettaglio che la Guardia di finanza non ha, però, mai nascosto alla stampa. Inoltre, è ancora ricostruito nell’atto notificato ieri, ci sarebbero delle anomalie sul registro di bordo della motovedetta V5006. «Le modalità di redazione del Giornale di Chiesuola (quello sul quale si certificano tutti gli elementi relativi alla navigazione, ndr)», sottolinea l’accusa, «inducono a ritenere che le circostanze presenti» in quattro pagine che riportano gli eventi dei momenti antecedenti al disastro, «quindi in una situazione non di emergenza», siano state annotate in realtà «successivamente ai fatti». Il documento, poi, secondo gli inquirenti, «risulta composto da sei facciate e presenta delle significative anomalie, atteso che i fogli non presentano numerazione progressiva». Altre presunte contraddizioni emergerebbero sulla posizione in mare del barcone. «Sebbene il target fosse monitorato da circa 24 minuti», ricostruisce la Procura, «l’operatore di sala riferiva: «Anche noi dal... dal radar al momento non battiamo nulla"». Ultimo punto: delle «comunicazioni di servizio intercorse tra gli operatori della Guardia di finanza impegnati nel servizio quella notte non veniva ritrovata alcuna traccia audio». Aspetti che gli indagati potranno ora chiarire con il loro interrogatorio.