2024-10-08
Retromarcia di British petroleum. Niente più tagli al greggio estratto
Una piattaforma di British petroleum (Ansa)
Gallo (ad Italgas) sta con Descalzi: «Elettrificazione? Una favola. Il metano stoccato in Italia vale 200.000 stadi pieni di batterie...».Un altro colosso europeo del petrolio frena sulla transizione ecologica e rilancia gli investimenti in gas e petrolio. Secondo l’agenzia Reuters, il colosso britannico Bp (ex British petroleum) ha deciso di abbandonare l’obiettivo di ridurre la produzione di petrolio del 25% entro il 2030. Secondo Reuters, i dirigenti di Bp intendono mantenere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050, ma non vogliono rinunciare alle opportunità di investimento che spuntano come funghi in tutto il mondo.Il nuovo amministratore delegato, Murray Auchincloss, sta ridimensionando la strategia di transizione verso il business dell’energia verde per contrastare la perdita di valore delle azioni della compagnia, in calo da mesi. Alla notizia, le azioni sono salite dell’1,3%. La strategia green della società britannica, che è naturalmente vissuta in chiave difensiva, era già stata rallentata lo scorso gennaio, allorché l’obiettivo di ridurre del 40% la produzione di petrolio era stato ridimensionato a un più ragionevole -25%. Oggi cade anche questo obiettivo. Dunque spazio a nuovi investimenti in tre grandi progetti in Iraq, nella riqualificazione di impianti in Kuwait, nel Golfo del Messico e nello scisto degli Stati Uniti. Del resto, Bp era l’unica tra le grandi compagnie ad avere obiettivi di riduzione della produzione. Ancora spazio, invece, ai biocarburanti, mentre sono state bloccate le assunzioni nelle energie rinnovabili, ove vi saranno tagli del personale.Il ridimensionamento delle «ambizioni» green del gruppo petrolifero passa anche attraverso la cessione di asset. Bp sarebbe, infatti, in trattativa per vendere le sue attività americane nel business dell’energia eolica, ovvero la Bp wind energy, che ha interessi in 10 parchi eolici negli Stati Uniti, con l’intenzione di concentrarsi sul fotovoltaico. Già lo scorso giugno, Bp aveva sospeso tutti i nuovi progetti di energia eolica offshore, dopo che nella primavera era emerso il malcontento di una cordata di azionisti sugli obiettivi green. La maggiore critica era legata al fatto che il management dell’azienda aveva distrutto valore investendo miliardi di sterline in imprese di energie rinnovabili in perdita.La strategia di transizione inaugurata nel 2020 dal precedente amministratore delegato, Bernard Looney, prevedeva robusti tagli alla produzione di gas e petrolio e investimenti nell’eolico e nel fotovoltaico. Nel 2023 Bp ha investito 2,5 miliardi di euro in energie rinnovabili, idrogeno, stazioni di ricarica per auto elettriche e biocarburanti.Il dietrofront della nuova dirigenza rispetto al green è un segnale che il tentativo di difendere il valore delle azioni sposando la transizione ecologica non è riuscito. Anche la anglo-olandese Shell lo scorso anno aveva rinunciato agli obiettivi della transizione, preferendo assumere un atteggiamento pragmatico rispetto al mercato.La notizia si aggiunge alle recenti dichiarazioni di Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni, che sabato scorso, parlando del tema dello stop ai motori endotermici durante un evento a Milano, aveva detto: «Non voglio essere anti europeo, ma anche la stupidità uccide e ci sta uccidendo perché dobbiamo subirla sulla base di ideologie ridicole che ci vengono dettate da una minoranza dell’Europa, non una maggioranza, e noi dobbiamo continuare a digerirle e chinare il capo morendo lentamente». Definendo poi «insulsa e ridicola» la questione del bando dei motori a combustione interna, riferendosi alla Cina Descalzi aveva poi aggiunto: «Negli ultimi anni la nostra competizione era concentrata nel ridurre le emissioni, la loro per crescere ed essere sovrani dal punto di vista energetico. E poi ci chiediamo “Perché crescono più di noi?”. Non stiamo giocando lo stesso gioco...». Parole durissime, cui ha dato seguito ieri Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas, durante la conferenza stampa seguita alla presentazione del piano Strategico 2024-2030: «Ha ragione Descalzi a parlare di approccio ideologico, perché solo con un approccio ideologico si può pensare che un sistema elettrico si possa basare sull’elettrificazione dei consumi e sulle rinnovabili. È una bella favola, come quelle che sentivamo da bambini che però avevano sempre un esito positivo».Poi Gallo ha aggiunto: «Le batterie non risolvono. L’attuale stoccaggio di gas in Italia, 16 miliardi di metri cubi, se dovessimo rimpiazzarlo con batterie, dovremmo riempire 200.000 stadi di calcio, senza parlare dei materiali necessari».Prese di posizione così drastiche segnalano che le questioni stanno arrivando a un punto di non ritorno. La realtà si sta imponendo e la realtà è fatta di un sistema energetico mondiale la cui complessità non può essere compressa negli obblighi e divieti ideati in qualche ufficio a Bruxelles. Come quasi sempre accade con la superfetazione regolatoria dell’Unione, i ristretti schemi ideati dall’Unione a misura di Germania sono destinati a fallire. Non prima, però, di aver creato danni spropositati a tutto il continente.
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