2025-04-22
Lezioni Lgbt a scuola, palla ai giudici supremi
Corte Suprema degli Stati Uniti d'America (Ansa)
Oggi prima udienza alla Corte Usa sul diritto di esentare i figli da corsi «inclusivi». La richiesta, avanzata da genitori cristiani e islamici del Maryland, è stata respinta da presidi e tribunali. Obbligando così le famiglie a spostare i bambini in istituti privati.La Corte Suprema degli Stati Uniti esaminerà oggi il caso Mahmoud v. Taylor, che vede contrapposti un gruppo di genitori della contea di Montgomery, nel Maryland, e il locale distretto scolastico. Al centro della disputa, il diritto di esentare i figli da lezioni che utilizzano libri per bambini con temi Lgbt, ritenuti dai ricorrenti in contrasto con le loro convinzioni religiose, in virtù del Primo emendamento. Il distretto scolastico difende invece la rimozione di tale opzione, adducendo come giustificazione le difficoltà organizzative e il rischio di stigmatizzazione per gli studenti.Nel 2022, il distretto di Montgomery - il più grande del Maryland - ha introdotto libri con personaggi lesbici, gay, bisessuali, transgender e queer nel curriculum per alunni dalla scuola materna alla quinta elementare. Due di essi, in seguito a successive rivalutazioni, sono poi stati esclusi. Inizialmente, però, le scuole pubbliche della contea offrivano la possibilità ai genitori di esentare i propri figli, avvisandoli per tempo quando venivano utilizzati tali testi. A marzo dell’anno scolastico 2022-2023, questa opzione è stata rimossa poiché ritenuta impraticabile. Il numero di genitori che richiedevano esenzioni, infatti, era aumentato notevolmente, rendendo difficile l’organizzazione delle lezioni alternative. Inoltre, i responsabili dell’offerta formativa reputavano che tali richieste favorissero l’assenteismo e minassero l’obiettivo di offrire lezioni inclusive, esponendo «studenti che ritengono che i libri li rappresentino o rappresentino le loro famiglie a stigma sociale e isolamento».Un gruppo di genitori religiosi - musulmani, cattolici e ortodossi - si è opposto alla decisione, in prima battuta presentando una petizione al consiglio scolastico per revocarla, senza tuttavia ottenere successo. Tamer Mahmoud ed Enas Barakat, coppia musulmana sposata con tre figli, hanno dichiarato in tribunale di rispettare le opinioni altrui in merito a sessualità e identità di genere, ma che la loro fede riconosce soltanto due sessi, maschile e femminile. Hanno anche chiesto al preside di offrire un compito alternativo al figlio in seconda elementare ogni volta che l’insegnante avesse utilizzato uno dei libri su gay e transgender, ma il preside ha rifiutato, opponendo la decisione del distretto di eliminare le esenzioni. Stessa cosa hanno fatto Jeff e Svitlana Roman, un’altra coppia sposata (lui cattolico, lei ortodossa ucraina), ma anche in questo caso la richiesta è stata respinta. Di fronte al diniego, alcune famiglie che potevano permetterselo hanno spostato i loro figli in scuole private. Tutti i genitori che hanno presentato ricorso hanno perso sia in un tribunale distrettuale sia in una corte d’appello federale. Di conseguenza, si sono rivolti alla Corte suprema, che ha accettato di occuparsi del caso. «Non ci sono prove al momento che la decisione del consiglio di non permettere esenzioni obblighi i genitori o i loro figli a cambiare le loro credenze religiose o i loro comportamenti, né a scuola né altrove», scriveva nelle motivazioni della maggioranza il giudice della corte d’appello G. Steven Agee, nominato dal presidente George W. Bush. Lo stesso ha aggiunto che «ascoltare semplicemente altre opinioni non esercita necessariamente pressione per credere o agire diversamente da quanto richiede la propria fede religiosa». Nella sua opinione dissenziente, il giudice A. Marvin Quattlebaum Jr., nominato da Donald Trump, ha invece affermato che quella dei genitori fosse una richiesta modesta. «Non sostengono che l’uso dei libri sia di per sé incostituzionale», ha scritto. «E non cercano di vietarli. Invece, vogliono solo esentare i loro figli dall’istruzione che coinvolge tali testi».Gli avvocati dei genitori ritengono che questi non dovrebbero essere messi nella condizione in cui l’unica alternativa a un’istruzione che offende i loro valori religiosi sia rinunciare a mandare i figli nelle scuole pubbliche. Per perorare la loro causa, i sostenitori citano un caso del 1972, noto come Wisconsin v. Yoder, in cui la Corte suprema ha stabilito che gli Amish del Vecchio ordine non potevano essere costretti a mandare i figli a scuola oltre l’ottavo grado (le scuole medie). La differenza qui è evidente, nel senso che i genitori non chiedono di poter abbandonare la scuola ma soltanto che gli alunni possano essere esentati da alcune lezioni, però il principio - affermano - è lo stesso. Secondo i difensori del distretto, invece, una decisione in favore dei genitori produrrebbe una discrezionalità eccessiva nella partecipazione alle lezioni, con effetti che andrebbero ben oltre il tema specifico. Richard B. Katskee, professore di diritto alla Duke University, ritiene che un verdetto contrario al sistema scolastico creerebbe «disarmonia e discordia religiosa in tutta la nazione». Jodie Patterson, l’autrice di Born Ready (un libro su un ragazzo transgender che vince un torneo di karate) ha affermato di essere sconcertata dalla controversia. «Quando certe religioni e certe persone religiose dicono: “Questo non è appropriato per la mia religione”», ha dichiarato, «è problematico. «Non perché non voglia rispettare le religioni delle persone, ma perché leggere storie su bambini che sono diversi è fondamentale».Vedremo, allora, se anche la Corte suprema (a maggioranza repubblicana) riterrà fondamentale che i bambini vengano istruiti con libri sui trans, o se invece ribalterà i verdetti dei tribunali inferiori. Oggi si terrà il dibattito, mentre la decisione definitiva è attesa entro la fine di giugno.
Jose Mourinho (Getty Images)