2019-06-15
Controlli a tappeto sui locali etnici. La metà è sporca o ha cibi scaduti
Maxi operazione dei Nas, con più di 500 verifiche effettuate. Non è a norma il 48% dei ristoranti all you can eat Sequestrate 128 tonnellate di pesce, carne, frutta e verdura mal conservate, per un valore di 232.000 euro.Il bilancio dell'ultima ispezione dei Nas nei ristoranti etnici e nei depositi di alimenti provenienti dall'estero è un incubo: metà sono irregolari. Non è nella norma il 48% dei ristoranti all you can eat dove, a prezzo fisso, si mangia quanto si vuole. Nell'operazione, che si è svolta nel mese di maggio su tutto il territorio nazionale, i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni (Nas) hanno trovato alimenti scaduti o conservati in pessimo stato, cucine in condizioni igienico sanitarie orripilanti, magazzini abusivi di stoccaggio con prodotti etnici di importazione vietata e senza i minimi requisiti sanitari, strutturali e di sicurezza. Su 515 controlli fatti dal comando dei carabinieri per la Tutela della Salute, non sono risultati in regola 242 (47%). «Il piano di controlli», ha spiegato il generale Adelmo Lusi, comandante dei Nas, «è stato realizzato con una metodologia finalizzata alla verifica del rigoroso rispetto delle procedure di preparazione, conservazione e somministrazione degli alimenti, dello stato igienico e strutturale dei locali di ristorazione e degli esercizi di vendita al dettaglio». Particolare attenzione è stata riservata nel controllo del mantenimento della catena del freddo, soprattutto in relazione ai cibi da mangiare crudi usati soprattutto per il sushi, che va molto di moda. L'ispezione ha interessato tutta la catena distributiva: ristoranti, grossisti, supermercati e aziende di trasporto di alimenti esteri: se non sono conservati in modo adeguato, aumenta, per i consumatori, il rischio di intossicazione e malattie, anche gravi come l'epatite A, per esempio. Nel versante ristorazione, «particolare attenzione», ha aggiunto il generale Lusi,« è stata riservata agli esercizi di ristorazione veloce e a quelli che adottano la formula all you can eat per accertare che mantengano i livelli essenziali di corretta prassi igienica e la fornitura di materie prime con un livello accettabile di sicurezza per il consumatore». Infatti, il 48% di questi locali, dove il pesce crudo del sushi va per la maggiore, è risultato non in regola per questioni igieniche o per la presenza di cibi scaduti, scongelati e ricongelati, importati illegalmente o con etichette incomprensibili. Anche per alimenti di origine nazionale o dell'Unione europea, non sempre la qualità e igiene è stata mantenuta lungo la filiera. I depositi dei grossisti di alimenti provenienti dall'estero sono risultati irregolari nel 41% dei casi. Tra le principali anomalie, oltre alle precarie condizioni igienico sanitarie e di etichettatura in lingua straniera o priva di informazioni utili per la rintracciabilità, sono state trovate materie prime di origine animale provenienti da Stati asiatici vietate o importate illegalmente. In totale, con l'operazione dei Nas, sono state sequestrate 128 tonnellate di pesce, carne, frutta e verdura, per un valore di 232.000 euro. Complessivamente sono state contestate 477 violazioni penali e amministrative, deferiti all'Autorità giudiziaria 23 operatori del settore alimentare, mentre altri 281 sono stati sanzionati per questioni amministrative pari a 411.000 euro. In ambito penale tra i 27 reati riscontrati, la maggioranza hanno riguardato la frode in commercio e la cattiva conservazione degli alimenti. L'attività è stata chiusa o sospesa in 22 imprese, per un valore di 5,3 milioni di euro. In un supermercato cinese di Napoli, sono state trovate 33 confezioni di uova di anatra salate, già cotte, di cui è vietata l'importazione. Ad Alessandria, il cibo mal conservato era in un frigo con condizioni igieniche disastrose, mentre a Padova 200 chili di alimenti etnici, all'origine congelati, erano stati conservati in un furgone aziendale con l'impianto di refrigerazione spento. In un locale di Firenze i Nas hanno trovato, tra trappole per scarafaggi, carne di origine non rintracciabile e pesce crudo non in regola con le procedure per evitare la sindrome sgomboide (intossicazione). In un ristorante etnico di Parma invece, diversi alimenti (spaghetti di soia, ripieno per ravioli ecc) erano conservati in secchi simili a quelli usati per le pulizie. È arrivata una denuncia per frode in commercio a Torino, dove il titolare di un'azienda alimentare vendeva riso basmati di origine pakistana, spacciandolo però per il più pregiato indiano. Proprio Torino è, con Milano, Roma, tra le capitali dei ristoranti etnici, che sono aumentati del 40% tra il 2012 e il 2017. Del resto, il 30% degli italiani, secondo Coldiretti, mangia più volte all'anno in questi locali. «Ben vengano le cucine etniche», è stato il commento, sull'operazione, del ministro della salute Giulia Grillo, «a tutti piace il sushi, ma all you can eat non può fare rima con rischio di intossicazione alimentare: le regole valgono per tutti. Non si mette a rischio la salute dei cittadini con pratiche illegali per mantenere i prezzi stracciati». Secondo il ministro, «spesso manca la conoscenza del nostro sistema di regole e su questo bisogna lavorare» perché, ha aggiunto la Grillo, «etnico non deve far rima con fuorilegge».
(Ansa)
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