2021-11-17
«Contrario all’aborto». Gogna per Signorini
Linciaggio social (anche come gay) per il conduttore che ha osato esprimere in tv la sua opinione sull'interruzione di gravidanza. Selvaggia Lucarelli, Fiorella Mannoia e Sabrina Ferilli lo attaccano, Endemol prende le distanze. Lui ribatte: «Sono per il rispetto e la libertà di pensiero».«Noi siamo contrari all'aborto in ogni sua forma». Ed è subito rogo. Anche perché a parlare così, con il plurale maiestatis, non è stato papa Bergoglio, il gesuita dal volto progressista, ma uno che dai gesuiti insegnava latino e greco, e che però il Disegno divino ha paracadutato alla conduzione del Grande Fratello Vip, non senza risparmiato neppure la direzione del settimanale Chi. Alfonso Signorini, lunedì sera, in prima serata tv su Canale 5, l'ha fatta grossa. Quell'esternazione a favore della vita fin dal concepimento così chiara, netta, impopolare, scappatagli mentre per altro si parlava di cuccioli di cane (in assenza di Michela Vittoria Brambilla, questo sì un peccato mortale) gli ha procurato un diluvio di critiche e la presa di distanza ufficiale anche di Endemol, la società che produce lo show che vanta opinionisti del calibro di Giucas Casella e Sonia Bruganelli. La prima ad accendere la pira social è stata Selvaggia Lucarelli, per la quale Signorini non deve parlare «del corpo delle donne». In quanto uomo, immaginiamo che non possa parlare neppure del corpo dei cani. Ma resta da capire se, da omosessuale dichiarato, possa almeno parlare del «corpo degli uomini» senza essere sgridato da Selvaggio Lucarelli (lo chiamiamo così per poterne parlare anche noi). Oppure, nel caso si proclamasse a favore del compianto dl Zan, il conduttore potrebbe essere autorizzato almeno a parlare di amore gay?Lo scivolone di Signorini, che per il mondo della tv generalista è una specie di Hegel, è andato in scena al termine di un dibattito scherzoso su una cucciolata di cani in arrivo a casa Casella. Signorini era per tenerli tutti e cercava di convincere il mago dai capelli illusionisti a non sterminare la cucciolata. Solo che a un certo punto, dopo un ventennio di stenti tra peccatori e peccatrici del livello di Lele Mora e Fabrizio Corona, a padre Alfonso cala il saio sulla testa luminescente ed ecco la professione di fede nella vita: «Noi siamo contrari all'aborto in ogni sua forma». In sottofondo, si sente anche la Bruganelli rischiare la carriera con una sola parola: «Esatto». Che Signorini abbia pestato una buccia di banana è stato subito evidente. Quel «noi» ha scatenato l'inferno mediatico. E poi, quando ti difendono solo Mario Adinolfi e Paolo Brosio, vuol dire che sei proprio nei guai. A metà pomeriggio, ecco la presa di distanza di Endemol Italia: «L'aborto è diritto di ogni donna sancito dal nostro ordinamento. Pur rispettando le posizioni di ognuno, esprimiamo la nostra distanza dalla personale posizione» di Alfonso Signorini. Non solo, ma la società di produzione aggiunge che «in tutte le comunità e in tutti i gruppi di lavoro le opinioni possono essere diverse e Grande Fratello si distingue da sempre per essere attento a tutte le evoluzioni della società e al rispetto dei diritti civili». Attenzione & Fatturazione, ok. Ma molti odiatori del povero Signorini, in realtà, su Twitter e Facebook chiedevano anche un intervento di Mediaset. Prima su Twitter, e poi su Instagram, il Selvaggio Lucarelli ha sparato per primo. L'ex fidanzato di Andrea Scanzi ha subito scomunicato Signorini: «Non so a nome di chi credi di parlare, ma NOI abbiamo votato a favore dell'aborto con un referendum che ha la mia età, quindi fammi questo favore: parla per te e per il tuo corpo, visto che non rappresenti né il paese né il corpo delle donne». Ieri pomeriggio, il conduttore di Canale 5 ha poi chiarito la propria posizione con poche, orgogliose, righe: «Tra i diritti civili per cui mi batto da sempre ci sono il rispetto e la difesa della libertà di pensiero. Un principio che difendiamo, anzi difendo, con assoluta fermezza». L'ultima frase sembra una stoccata a Endemol: «Indipendentemente dai miei gruppi di lavoro». Insomma, al di là dell'aborto, il tema è se per caso in Italia ci sia ancora libertà di parola (il green pass insegna), oppure basti la libertà di telecomando quando si vede qualcosa che non si condivide. Visto che riversare ogni genere di contumelia su Signorini, ieri, si faceva bella figura con poco, ecco che si sono mobilitate anche Fiorella Mannoia («Ma noi chi? Noi chi????») e Sabrina Ferilli («Un passo avanti, due indietro. Bah. Noi chi? Non ha parlato a nome mio e di milioni di donne»). Daniela Collu, conduttrice radiofonica e televisiva, nota anche come Stazzitta, ha stilato un rapido interrogatorio per padre Alfonso: «È contrario all'aborto terapeutico? O anche a quello reso necessario dopo una violenza sessuale? È contrario all'aborto praticato legalmente nelle strutture sanitarie o alle centinaia di aborti clandestini ancora praticati?». E da M5s, ecco il deputato genovese Sergio Battelli, 39 anni, licenza di scuola media e poi dieci anni a vendere animali: «Mediaset invece di chiudere i telegiornali dovrebbe chiudere il trash totale del Grande Fratello». Un altro sincero democratico. Il problema vero non è il «noi» usato da Signorini. Il problema è quello che ha osato dire. Come osserva Jacopo Coghe, vicepresidente di Pro Vita & Famiglia, «se Signorini si fosse dichiarato a favore dell'aborto, si sarebbe alzato lo stesso vespaio? Ci sono dogmi intoccabili».
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)