2023-09-29
Modello Conte: bimbi a rischio, vecchi soli
Altri studi inchiodano i lockdown: i nati durante le serrate hanno alterazioni al microbiota intestinale, potenzialmente pericolose. Intanto, l’Iss avvisa: oltre 2 milioni di anziani vivono isolati. Piaga aggravata dal regime sanitario: nonni rinchiusi benché pluridosati.Il tiro al lockdown sta diventando un esercizio elementare: ormai, si moltiplicano le prove che ne testimoniano l’inutilità ai fini del contenimento del Covid, oltre che i gravi danni collaterali. Doveva essere l’orgoglio del governo giallorosso, del tandem Giuseppe Conte-Roberto Speranza, i pionieri dell’importazione in Occidente del modello cinese. Al contrario, si è rivelato una sciagura ideata da dilettanti allo sbaraglio. Abbiamo dovuto fronteggiare gli strascichi di visite oncologiche rinviate, trattamenti terapeutici interrotti, screening cardiologici saltati, incremento dei disturbi psicologici, specie negli adolescenti. Soltanto una cosa mancava ancora all’appello: l’interferenza delle serrate sulla fisiologia dei neonati. Invece, è successo persino questo. Ne ha appena parlato, in un articolo comparso sul suo sito, la prestigiosa rivista scientifica Nature, passando in rassegna una serie di studi che, da un po’ di mesi, cercano di vederci chiaro nell’intricata faccenda. A quanto pare, i bambini che sono venuti al mondo in concomitanza con il periodo delle quarantene più rigide tendono a presentare delle alterazioni al microbiota intestinale, cioè alla composizione della flora batterica presente in quella parte dell’organismo. Potrebbe sembrare materia buona per le pubblicità degli yogurt da bere con i probiotici, ma in realtà la questione è serissima: la colonia di microorganismi che risiedono nel tratto digestivo ricopre un ruolo importante in molte funzioni svolte dal corpo, nonché nello sviluppo dei piccini. E i suoi squilibri sono stati associati a malattie della pelle, disturbi gastrointestinali, per arrivare ai disordini psichiatrici. Una ricerca uscita su Scientific Reports, ad esempio, ha mostrato che, nei figli del lockdown, è presente una limitata varietà di microbi, a confronto con i bimbi nati prima della pandemia. Sarah Vogel, psicologa dello sviluppo all’Università di Boston, ha spiegato a Nature che la scoperta, ancorché «sorprendente a prima vista», risulta perfettamente sensata, se si considerano «tutte le possibilità di acquisire microbi che la popolazione infantile nata durante le serrate ha perso, come le visite ai parchi gioco e ai negozi e il contatto con altri bambini». Li abbiamo messi sotto una campana di vetro. Stranamente, anziché preservarli, li abbiamo penalizzati. Vi ricordate le altalene transennate? Ebbene: i nostri figli pagano quella scelleratezza.Un altro studio, condotto a Cork, in Irlanda, ha svelato cambiamenti anche nel tipo di popolazione batterica presente nell’intestino dei neonati. In particolare, in quei piccini partoriti durante il confinamento sono stati misurati livelli più alti di Bifidobacterium e valori inferiori di Clostridia, che guarda caso si acquisisce tramite il contatto con l’ambiente esterno. Tale condizione, stando agli esperti, è associabile a una maggior frequenza di allergie ed eczemi. Ma c’è anche chi sospetta che le alterazioni influiscano sulle abilità comunicative dei bambini. Il punto è che, fino ad oggi, le indagini sul campo sono state piuttosto circoscritte. Non è possibile stabilire correlazioni certe. Occorreranno esami su campioni ampi e monitoraggi costanti, per avere un’idea precisa su quella che sta acquisendo tutte le caratteristiche dell’ennesima conseguenza nefasta dei lockdown. Immaginiamo che a qualche scienziato, in Italia, verrà in mente di offrire un contributo. In fondo, siamo stati il Paese che ha applicato più severamente le chiusure. Sarebbe interessante scoprire a quale prezzo. Siamo il perfetto caso di scuola. Ma non finisce qua. Siccome i diktat, anziché proteggerle, hanno colpito in primis le fasce più deboli della società, ecco che le statistiche dell’Istituto superiore di sanità ci aiutano a fotografare pure un altro dei postumi della stagione dei divieti. Il 15% degli anziani, ovvero più di 2 milioni di over 65, risulta esposto al rischio di isolamento sociale. Nell’arco di una «settimana normale», non incontra né telefona a qualcuno e non partecipa ad attività con altre persone. In alcune regioni, il fenomeno coinvolge addirittura un terzo dei nonnini. In generale, la tendenza è più grave al Sud (dove riguarda il 20% del totale degli anziani) e al Centro (con un 14% afflitto dalla solitudine) rispetto al Nord (lì la percentuale scende al 10%). Chiaramente, l’emarginazione di queste persone fa il paio con un’accresciuta probabilità di incorrere in una qualche forma di disabilità, o di ricovero in ospedale. Sia chiaro: la tendenza a infischiarcene dei vecchi andava avanti da anni. Loro sono le vittime della «cultura dello scarto», di cui si è spesso occupato papa Francesco. Il paradigma economicistico di quest’era materialista li ha ridotti, da risorsa spirituale, a voce di spesa improduttiva. E in taluni Stati dell’Occidente - l’Olanda è sempre apripista - si sta arrivando alla soluzione finale: eutanasia per i pensionati che si sentono inutili e depressi. Dopodiché, le restrizioni e gli obblighi adottati durante il Covid hanno fatto esplodere la contraddizione di una comunità che lasciava morire da soli tanti anziani e poi, credendo di salvarli, ha condannato 60 milioni di persone ai domiciliari; ha denigrato i giovani perché, con i loro comportamenti irresponsabili, avrebbero ammazzato i nonni; ha tampinato questi ultimi esclusivamente per sottoporli a vaccinazioni a raffica, salvo continuare ad applicare rigidissimi protocolli sulle visite nelle case di riposo, persino dopo le profilassi. Una corsa forsennata a tutelare la vita biologica degli ultrasessantenni, rendendo loro miserrima quella relazionale. Oggi raccogliamo i frutti marci di tale dissennatezza. Di misure che non hanno schermato dalla morte i fragili, ma in compenso hanno minato la salute dei giovanissimi e peggiorato la condizione degli anziani. Senza contare lo scempio dei diritti, la sospensione della Costituzione. E c’è chi blatera che la commissione d’inchiesta non serve...
Jose Mourinho (Getty Images)