2020-06-02
Conte e Mattarella lasceranno che si calpestino i diritti delle donne?
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Il Connecticut è uno dei 18 Stati americani che consentono ai transgender di partecipare a competizioni sportive dell'opposto sesso biologico. Questa politica è molto criticata dalle atlete donne che si trovano a dover gareggiare con maschi che "si percepiscono" femmine (anche se non si fanno castrare). Nel 2019 diverse atlete avevano sporto denuncia nei confronti di due corridori trans (Terry Miller e Andraya Yearwood) che avevano vinto a man bassa diverse gare di atletica leggera: in questi giorni è arrivata la decisione dell'Ufficio per i diritti civili del Dipartimento dell'Istruzione degli Stati Uniti che ha dato loro ragione.
Il Connecticut è uno dei 18 Stati americani che consentono ai transgender di partecipare a competizioni sportive dell'opposto sesso biologico. Questa politica è molto criticata dalle atlete donne che si trovano a dover gareggiare con maschi che "si percepiscono" femmine (anche se non si fanno castrare). Nel 2019 diverse atlete avevano sporto denuncia nei confronti di due corridori trans (Terry Miller e Andraya Yearwood) che avevano vinto a man bassa diverse gare di atletica leggera: in questi giorni è arrivata la decisione dell'Ufficio per i diritti civili del Dipartimento dell'Istruzione degli Stati Uniti che ha dato loro ragione. Eppure, di episodi analoghi se ne registrano a bizzeffe, da anni, in America e in Europa. In Canada, ad esempio, Rachel McKinnon, che ora si chiama Veronica Ivy, ma che biologicamente è maschio, ha vinto varie medaglie ai campionati del mondo di ciclismo su pista. Come rilevava l'ex campionessa Victoria Hood, certamente spetta a tutti, a tutte e a tutt* il diritto di fare sport. Ma non possono avere tutti il diritto di partecipare a qualsiasi competizione. Anche Martina Navratilova (ha lasciato il tennis nel 2006 dopo trent'anni di successi strepitosi, ndr.) in passato si è esposta pubblicamente: «È sicuramente ingiusto per le donne che devono competere contro persone che, biologicamente, sono ancora uomini. Non basta definirsi donna per competere con le donne. Devono esserci dei criteri, se hai un pene non puoi competere con le donne. La via scelta dalla maggior parte delle Federazioni sportive non risolve il problema. Così è una vera e propria truffa che ha consentito a centinaia di atleti che hanno cambiato genere di vincere quello che non avrebbero mai potuto ottenere in campo maschile, specialmente negli sport in cui è richiesta potenza».Per dichiarazioni come questa è finita in quel tritacarne mediatico che la "Gaystapo" mette in moto contro chi viene tacciato di omo-transfobia. Eppure la Navratilova è una lesbica dichiarata.E sono proprio le lesbiche quelle che hanno più coraggio di alzare la voce a tutela dei diritti delle donne rispetto a tante altre sedicenti femministe. La sociologa e saggista americana Camille Paglia, atea, lesbica dichiarata anche lei, ha usato toni molto duri nei confronti della sinistra, di parte del movimento femminista e dei transessualisti: «È certamente ironico come i liberal, che agiscono come difensori della scienza quando si tratta del riscaldamento globale (un mito sentimentale non supportato dalle prove) rifuggano ogni riferimento alla biologia quando si tratta del sesso. La verità biologica cruda è che i cambiamenti sessuali sono impossibili. Ogni singola cellula del corpo rimane codificata dal proprio sesso per tutta la vita. Le ambiguità intersex possono verificarsi, ma sono anomalie che rappresentano una minima percentuale di tutte le nascite umane. In una democrazia, tutti dovrebbero essere liberi da molestie e abusi. Ma allo stesso tempo, nessuno merita diritti speciali, protezioni o privilegi in base alla propria eccentricità».Eppure in America ci sono "uomini" con le mestruazioni che rivendicano il diritto di trovare i distributori di tamponi igienici nei bagni dei maschi, "donne" con il pene che pretendono di usare le toilette femminili, detenuti che "si sentono" donne e pretendono e ottengono il trasferimento nei carceri femminili.Chi paga questa follia? Le donne vere: le recluse che vengono violentate; le ragazzine che vengono molestate nei bagni pubblici; oppure Tamikka Brents, che nel 2014 ha dovuto appendere i guantoni al chiodo perchè Fallon Fox, un trans, l'ha letteralmente massacrata sul ring. Per il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), le donne che – anche per natura – avessero troppi ormoni androgeni nel sangue devono essere escluse dalle competizioni agonistiche.Ma già dal 2012 gli atleti transessuali maschi erano stati ammessi a gareggiare tra le donne. I trans obiettano che il loro corpo non produce più testosterone dopo anni di bombardamenti ormonali ad hoc. Fanno finta di non sapere che la produzione di testosterone non è l'unica fonte delle diverse capacità fisiche degli uomini e delle donne: la struttura ossea, il volume polmonare e la dimensione del cuore non sono alterati dalla terapia ormonale; il tessuto connettivo dei maschi resta più forte, come anche la densità muscolare resta più elevata, rispetto alle donne. Gli uomini sono, in media, il 30 per cento più forti delle donne, hanno il baricentro più alto, più potenza e maggiore carica agonistica (e non hanno problemi col ciclo mestruale).Basta confrontare le tabelle dei record mondiali di atletica leggera o di nuoto per toccare con mano il divario scritto da madre natura nel DNA maschile e femminile. Solo un esempio: un uomo nuota in media in meno di 23 secondi i 50 metri stile libero, tempo che sarebbe un record mondiale per una donna. Dov'è, allora, la parità di diritti? Dove sono le femministe? Florence Griffith-Joyner, che nel 1988 ha corso i 100 metri in 10.49 secondi (record del mondo) è stata massacrata mediaticamente (anche da morta) per un sospetto doping che non è mai stato provato. Il suo record sarà battuto, prima o poi: magari da un'atleta non sospetta di doping, per carità, ma col pisello. Se a luglio venisse approvato il ddl Zan contro la cosiddetta "omo-transfobia", un articolo del genere non potremmo più scriverlo. E con milioni di famiglie alla fame, Conte e Mattarella vedono questa legge liberticida e divisiva come una priorità. Del resto, l'Istituto Superiore di Sanità e l'Unar hanno trovato tempo, modo e denari (dei contribuenti) per il portale Info Trans dove viene fornita consulenza e assistenza a coloro che vogliono "cambiare" sesso (ovviamente negando agli stessi il diritto di essere informati su come si possa risolvere la disforia di genere senza avvelenarsi con gli ormoni e senza mutilarsi con la chirurgia plastica). E quando la tutela dei "diritti" dei trans comporterà la negazione dei diritti delle donne (che verranno calpestati come la libertà di manifestazione del pensiero e la libertà di religione), nessuno avrà niente da ridire.Conte e Mattarella, spiegateci perché.