2023-04-14
La Dad «assolta» con un giochino di prestigio
Il Consiglio di Stato accolse il ricorso contro le lezioni online imposte in Campania. Ma poco dopo congelò la sentenza, perché «generata dal sistema informatico» senza la volontà delle toghe. A distanza di cinque mesi, ribalta tutto e dà ragione a Vincenzo De Luca.Come nel gioco delle tre carte, di lunga tradizione napoletana, un trucco c’è. Però questa volta forse si può vedere. Una sentenza del Consiglio di Stato prima esce, poi sparisce, infine riappare modificata annullando le speranze dei genitori campani che avevano protestato contro la sospensione delle attività didattiche in presenza, firmata dal governatore Vincenzo De Luca a gennaio e febbraio 2021. Come può accadere che l’organo di ultimo grado della giurisdizione amministrativa «sbianchetti» una decisione presa, attribuisca la prima sentenza a un errore del sistema e poi pubblichi un parere vincolante completamente diverso? Qualcuno dovrebbe spiegarlo, perché è di una gravità enorme. Ricostruiamo i fatti. Il Codacons e alcuni genitori di minori, nel 2021 presentano ricorso al Tar della Campania contro le ordinanze di chiusura imposte da De Luca. Nel novembre dello stesso anno, il tribunale amministrativo accoglie il ricorso ma la Regione fa appello. Nella Camera di consiglio del 6 ottobre 2022, la sezione terza del Consiglio di Stato presieduta da Luigi Maruotti dà ragione al Codacons e ai rappresentanti dei genitori aderenti all’associazione scuole aperte Campania. La sentenza, pubblicata l’11 novembre 2022, dichiara che la sospensione sul territorio regionale delle attività didattiche in presenza, doveva essere motivata da elementi «quali indici di aggravato rischio», che giustificassero il regime più restrittivo rispetto alle misure straordinarie adottate dal governo nazionale per evitare la diffusione del Covid. Il Collegio giudicante dichiarò l’illegittimità delle ordinanze n.2/2021 e n. 6/2021 del presidente della Regione Campania, dopo aver affermato che «la risposta all’emergenza deve essere globale, e quindi non può che essere assunta a livello statale», richiamandosi alla sentenza della Corte costituzionale del 9 maggio 2013, secondo la quale la tutela della salute deve essere sempre «sistemica e non frazionata in una serie di norme non coordinate ed in potenziale conflitto tra loro». E con riferimento anche a quella del 2021, che ribadisce «l’esigenza di una disciplina unitaria, di carattere nazionale, idonea a preservare l’uguaglianza delle persone nell’esercizio del fondamentale diritto alla salute e a tutelare contemporaneamente l’interesse della collettività». Una grossa soddisfazione per il Codacons e gli altri ricorrenti, che si vedono notificare, via Pec, la sentenza firmata. Poche ore dopo, colpo di scena. L’atto sparisce dal fascicolo telematico e il presidente Maruotti emette un decreto con cui «congela» il documento firmato digitalmente, spiegando che «per un errore informatico è stata pubblicata una “sentenza” generata dal sistema», che non corrispondeva a quella presente nel suo archivio e quindi «in assenza della corrispondente volontà del presidente». Vi pare possibile che a Palazzo Spada possa accadere questo? Di fatto, Maruotti sosteneva di volere ancora discutere della questione con gli altri magistrati. In realtà, cambia il collegio giudicante presieduto questa volta da Mario Luigi Torsello, rimane solo il consigliere estensore Giovanni Pescatore e martedì 4 aprile è stata pronunciata una sentenza completamente stravolta. Il Consiglio di Stato accoglie il secondo ricorso della Regione Campania perché, con i provvedimenti di sospensione dell’attività didattica in presenza e ricorso alla Dad, non ci fu «eccesso di potere». De Luca e la sua giunta avevano «accertato la sussistenza di dati oggettivi, idonei a suscitare un motivato allarme per l’andamento peggiorativo del contagio», mentre i genitori dei bambini e il Codacons esprimevano valutazioni che «attingono all’area riservata e opinabile delle scelte di merito» e furono erroneamente «avallate dal giudice di primo grado». Spariscono i riferimenti al bene e alla salute degli individui, contenuti nella prima sentenza, mamme papà hanno sbagliato a considerare «il dato asettico del luogo scolastico, ma non anche le sue correlazioni con il mondo esterno», tipo il rovinoso impatto dei contagi sui mezzi pubblici. In pratica, i giudici riprendono tutte le argomentazioni dei governi Conte II e Draghi per giustificare la didattica a distanza. E ovviamente non accolgono la richiesta di risarcimento danni. De Luca, si legge nella nuova sentenza «ben poteva introdurre misure ulteriormente restrittive rispetto a quelle», emanate dal governo. Non sono state modificate o aggiunte alcune considerazioni, l’intero documento è risultato stravolto rispetto al primo. Come mai? Nel frattempo, a gennaio di quest’anno Maruotti è stato nominato presidente del Consiglio di Stato, incarico ricoperto da Franco Frattini fino alla sua morte avvenuta a dicembre 2022. Nel suo saggio Anno 2022. La società, seconda parte, Antonio Giangrande, presidente dell’Associazione Contro tutte le mafie, scrive che a prendere il posto di Frattini, «come grande favorito» c’era «Luigi Maruotti, l’attuale aggiunto con il cuore a sinistra, un carattere spigoloso e una grande amicizia con il governatore della Campania Vincenzo De Luca».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.