2020-11-26
Confini chiusi per gli sciatori a Nord porte aperte agli immigrati da Sud
Austria, Svizzera, Slovenia e forse pure la Francia vanno avanti con il liberi tutti sulle piste. Giuseppe Conte disperato si appella a un impossibile «coordinamento Ue». E minaccia misure per «evitare i viaggi transfrontalieri».All'orizzonte di Palazzo Chigi sorge l'alba di un ennesimo paradosso, l'ultimo boomerang di un governo sgangherato che non riesce a fronteggiare l'emergenza Covid e si ritrova costretto a lanciare anatemi per convincere gli italiani a isolarsi dall'universo mondo. La contraddizione è quella di un esecutivo che ha riaperto i porti agli sbarchi al Sud e ora si prepara a blindare i confini al Nord. Quelle frontiere che vanno abbattute nel Mezzogiorno devono essere ripristinate lungo le Alpi per impedire la grande fuga degli slalomisti che non vogliono perdersi la stagione invernale in tempo di Covid.Il dilemma che attanaglia oggi il governo è che fare se i Paesi che si affacciano sulla catena alpina non chiuderanno gli impianti sciistici. L'Austria ha già fatto sapere che dalla Carinzia al Tirolo non dovrebbero esserci restrizioni dopo il 6 dicembre, data in cui scade il lockdown proclamato dal governo del cancelliere Sebastian Kurz, e comunque Vienna è contraria a una regolamentazione comunitaria dettata da Bruxelles. La Svizzera non ha mai messo i lucchetti agli skilift nonostante che i numeri del contagio siano molto peggiori che da noi: e siccome gli elvetici sono fuori dall'Unione europea nessuno ha titolo per rimproverarli. In Slovenia è già possibile prenotare gli skipass mentre i siti Internet delle principali stazioni invernali sono aggiornatissimi e consentono di riservare anche appartamenti e camere d'albergo fino a Capodanno. Infine la Francia: al momento è tutto chiuso come da noi, ma l'apertura non è affatto esclusa. Il governo ha fatto sapere che deciderà entro 10 giorni. Anche la Germania potrebbe allentare la morsa delle restrizioni per le piste bavaresi.Moralismo ministerialeCosì i confini e la sovranità delle decisioni riconquistano di forza la ribalta. Al di qua del crinale alpino grandi litigate, totale indecisione e ricorso ad argomenti moralisteggianti per giustificare il no alle discese sugli sci. Ieri al coro di chi alza il dito e fa la predica agli italiani si è aggiunta la ministra delle Infrastrutture, quella che doveva riorganizzare il sistema dei trasporti in vista della ripresa lavorativa e scolastica dopo le vacanze e invece non ha mosso un dito. «Con 800 morti al giorno aprire le funivie è impossibile sul piano sanitario», ha detto Paola De Micheli parlando al Forum di Conftrasporto. A parte che sulle funivie di Covid non è morto ancora nessuno, sarebbe come dire che bisogna chiudere la circolazione stradale perché nel 2019 ogni santo giorno si sono verificati 471 incidenti con 660 feriti e 9 morti.Giuseppe Conte ha detto ieri di avere avuto dei «colloqui con i rappresentanti delle istituzioni Ue per cercare di promuovere e ottenere un coordinamento in particolare per gli impianti sciistici e le vacanze di Natale. Non possiamo pensare di poter vivere delle vacanze natalizie in montagna come negli altri anni»: queste le parole del premier a Palma di Maiorca, dove ha partecipato a un vertice con il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez. La linea del governo italiano resta quella di trincerarsi dietro l'argine comunitario, sperando che a Bruxelles si commuovano e intervengano. Ma questa sembra una pia illusione, visto che lo stesso bilancio Ue è bloccato dai veti di due Paesi: difficile pensare di riuscire a concordare in pochi giorni una linea coordinata su seggiovie, skipass e vin brulé.Per le migliaia di persone che vivono delle risorse offerte dalle montagne d'inverno è una beffa doppia: impianti chiusi al di qua delle Alpi ma aperti quasi ovunque al di là. Chiudere i confini agli sciatori e non ai migranti? È un'opzione che il governo non potrà prendere in considerazione. Ipotesi QuarantenaTuttavia, è sempre possibile perseguitare gli irriducibili degli sci: per una volta, da Palazzo Chigi invece che un bonus dovrebbero arrivare i disincentivi. «Ci stiamo premurando di evitare trasferimenti transfrontalieri», ha spiegato Conte. «Non vogliamo limitarli, ma evitare che se si va all'estero per le vacanze si possa rientrare senza nessun controllo sanitario». Come dire: chi trascorrerà la settimana bianca oltralpe farà la quarantena grigia appena rimetterà piede in patria. In ogni caso, guai a decidere in modo che gli operatori turistici e la gente normale possano organizzarsi per tempo: «Ci rendiamo conto che i cittadini hanno bisogno di sapere per programmare gli spostamenti. Pensiamo si debbano introdurre maggiori cautele per prevenire un'impennata nei contagi, che dobbiamo evitare».Dunque, i confini ritornano. Porte aperte sul fronte meridionale ma cancelli sbarrati su quello opposto. L'invito all'accoglienza per chi arriva trascolora in un obbligo a non muoversi per chi volesse uscire, sia pure per una breve vacanza. Non sappia la destra ciò che fa la sinistra, si legge nel Vangelo: un ammonimento preso alla lettera dal premier conterraneo di Padre Pio.